Quattro cavalli. Uno bianco. Uno
marrone e due pezzati che sembrano giovani stalloni pascolano tra gli
ulivi. Il più piccolo è irrequieto. Vuole dominare gli altri
puledri. Scalcia e mordicchia sul collo uno in particolare ma sta ben
lontano dallo stallone bianco.
I cavalli pascolano nella campagna
vicino casa da qualche settimana accuditi da un uomo dall'accento
straniero che mi chiede qualcosa da mangiare.
Al momento non ho nulla da offrirgli ma
mi riprometto di portargli qualcosa appena possibile. È inusuale la
visione dei cavalli al pascolo in prossimità delle case. E qualcuno
storce il naso. Ai bambini, però, piace la visione agreste con
nitriti e sbuffi. Finalmente osservano dal vivo degli animali al
brado.
Stamane il puledro dominante, fuori dal
pascolo, per strada, è catturato da due uomini che lo imbrigliano e
lo trascinano nel trasportino parcheggiato oltre il recinto. Con
ritrosia Pirata (questo il nome che gli ha assegnato una bimba) si
adegua ai comandi. La pedana di legno rimbomba sotto il peso dei suoi
zoccoli. Non è facile farlo salire nel camion adibito al trasporto
animali. Appena dentro serrano la capezza alla sponda del camion.
Pirata si ribella. Nitrisce. Pesta gli
zoccoli. La sua disperazione rumorosa è tangibile. Anche lontano si
avverte la ribellione per la sofferenza del distacco forzato dai suoi
simili.
Gli altri tre, smettono di brucare
l'erba e si avvicinano alla staccionata che divide il pascolo dalla
strada in cui è parcheggiato il camion.
La pedana si alza. E, coperta da un
telo, mostra l'immagine di splendidi purosangue al galoppo.
Purosangue che corrono nel vento, liberi. Mentre il piccolo Pirata
lancia strazianti nitriti prigioniero nel cassone del camion in
movimento.