Il risveglio della natura. Il richiamo delle origini rinnegate.
Gli ormoni esplodono. E la voglia di agire impone azioni immediate. Non è solo il caldo estivo a sollecitare sogni e far sì che si realizzino le aspettative covate e coccolate in ognuno di noi nel limbo dei divieti e delle chiusure pandemiche.
I sogni se lasciati nei cassetti sedimentano e producono muffe. Grigie stratificazioni che oscillano verso l'oblìo e tacitano le tensioni giovanili. Sogni dimenticati ammantati dalla fuliggine del tempo avvolti tra la polvere dei rimpianti ingigantiti dai se, dai ma, e degli innumerevoli però messi a puntellare e giustificare senza poi tanta convinzione il mancato avverarsi che comunque, come spesso accade, impongono variabili indipendenti a volte stravolgenti per ciò che s'intende “il razionale fluire flusso della quotidiana esistenza”.
In sintesi i sogni nella maggior parte di casi sono considerati i maggiori nemici della creatività in una società improntata sulla pianificazione e l'abnorme “normalità” quotidiana dei consumi che sta consumando risorse materiali e peggio spirituali.
L'empatia è un optional.
Le azioni sono indirizzate alla tesaurizzazione. Il gesto spontaneo è bandito persino negli alti prati celesti della creatività artistica. E noi come tante pecore, chiedo scusa alle pecore che sono molto più accorte degli umani, inseguiamo quei miseri effimeri 5 minuti di celebrità. Cerchiamo, quindi, l'appoggio del personaggio influente, dell'amico/a che si è fatto strada e che non dà niente gratis ma che, ovviamente, non lo lascia trapelare e sulle piattaforme sociali pontifica astratte teorie, si straccia le vesti e urla contro il sistema del mercato dell'arte.
L'estate è una parentesi dalla pelle rovente. Gli eventi sembrano moltiplicarsi ancor più dei pani e dei pesci coi quali nostro Signore sfamò la folla.
E in certi casi, finita la dad e guadagnata la pensione, il mondano messia scende, si degna di scendere dalla metropoli del nord nella sua terra d'origine: la Calabria!, non senza quella falsa modestia con la quale si è fatto un intero guardaroba da fine intellettuale tutto fumo e niente arrosto. Da pensionato rivendica azioni giovanili d'avanguardia e vorrebbe riprenderne il bandolo. Perché il resto è merda! Ignoranza! D'altronde, per sua ammissione, lui non vorrebbe ma ritorna per ritrovarsi con pochi amici e organizzare un salottino culturale in qualche borgo montano. Sì per lui è un sacrificio lasciare la colta Milano.
Ma poi dico perché questa scienza infusa è andata via?
Ah già dimentico sempre che la Calabria non concede scorciatoie e non ha un palco d'onore con i fari sempre accesi sui primi attori e che spesso premia i mediocri … chissà forse è la volta buona anche per i transfughi di ritorno che possono sfoggiare con accento nordico un excursus da ipnopedia.