PARCO ARCHEOLOGICO ROCCELLETTA DI BORGIA.
Intersezioni 7. Che il Re sia nudo?
Daniel Buren, il francese che non
disdegna le scenografie a strisce bianche e verdi è seduto ad una
delle panchine del Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia.
S'intuisce che è lui perché parla al
telefono in francese mentre gli operai imbragati sui muri della
basilica di origini bizantine dedicata a Santa Maria installano le
finestre da lui ideate. Lo scintillio che produce l'elettrodo della
saldatrice a contatto col ferro è quasi impercettibile nell'assolata
giornata calabrese. Difficile stare con la testa all'insù e tentare
di seguire i lavori quando il sole ferisce gli occhi.
Oltre la basilica, nell'anfiteatro, un
muro di legno puntellato con travi e tenuto in equilibrio da una
quantità enorme di sacchi pieni di sabbia (?) divide in due l'area
dell'anfiteatro, pronto a contenere le superfici specchianti.
Alle mie spalle, nella spianata del
foro romano, monconi cilindrici coperti con del cellofan scuro fanno
pendant coi resti delle colonne magno-greche, testimoni, queste sì,
della storia dei popoli che hanno contaminato il suolo calabrese.
Daniel Buren. Con le sue installazioni
in legno a strisce o specchianti è approdato anche in Calabria!
Alcune risultano funzionali, specie per
chi è stanco ed ha la necessità di ritemprarsi all'ombra dei
secolari ulivi.
Altre installazioni necessitano di
citazioni e assiomi dotte, quelle che gli “storici dell'arte”
adoperano per conferire spessore alla loro alte disquisizioni,
considerando che, difronte alle vetrate della Basilica, un bimbo pone
interrogativi legittimi ai genitori in visita e non smette di
chiedere “perché”: “perché mettono le finestre? A che
servono? Sembra di essere tra le rovine a L'Aquila … la chiesa è
senza tetto e con i muri rotti e ci mettono le finestre?”
Per illuminarli! Rispondono i genitori.
Per dargli un'atmosfera colorata e riportarli ai fasti di un tempo...
Papà ma qui è tutto un macello! Esclama il bambino per tutta
risposta.
...Il Re è nudo! Lo dicono gli occhi
dell'innocenza. Gli stessi che sanno emozionarsi, entusiasmarsi davanti ai giochi ingenui che sfociano nei mondi fantastici della creatività.