courtesy M. Iannino, op.dgt. "ITALIA, violata" |
"Giuro di essere
fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le
leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della
nazione"
con queste semplici e
chiare parole, vergate nella Carta costituzionale che disciplina la
formazione del Governo, i ministri, chiamati singolarmente, giurano
davanti al Presidente della Repubblica, nell'interesse specifico del
Paese.
In ossequio a tale
giuramento, è d'obbligo chiedere al Presidente Giorgio Napolitano e
a noi stessi, quanto sia corretta la presenza fisica dei ministri
della Repubblica nelle manifestazioni di piazza contro le istituzioni dello Stato.
Che sia il caso di smetterla con le ammucchiate incestuose in nome di una fantomatica
esigenza nazionale anche per dimostrare rispetto alla Carta
Costituzionale scritta dai Padri Fondatori quando ancora aleggiava
l'odore acre del sangue fratricida?
Onestamente vista
“l'emergenza”, che secondo alcune correnti di pensiero ha portato
all'inciucio, ci si aspettava una decisione netta dei nominati in
direzione dei problemi caldi quali la revisione immediata del
porcellum, una pacata e attenta redistribuzione equa delle tasse in base
alle entrate reali dei contribuenti. (non cito per niente l'ovvio del
quale si riempiono tutti la bocca ma che rimane utopia).
Due semplici azioni che
avrebbero ridato fiducia e slancio ai cittadini.