courtesy m. iannino |
Ancora una volta si additano i
responsabili regionali dei settori che hanno firmato la graduatoria
del bando pubblicato dall'assessorato alla cultura guidato da MarioCaligiuri.
A loro si imputa l'assenza, nei
rispettivi curricula, di adeguati studi formali nel campo della
musica e degli eventi in essere.
Non c'è che dire! Ottima osservazione
da parte di chi contesta la graduatoria e dei giornalai che
appoggiano gli “imprenditori dello spettacolo” rimasti,
momentaneamente, fuori.
Ma quando mai si è visto che un
cultore dell'arte, sempreché vogliamo inserire sotto questa
etichetta i vari modi d'espressione quali la musica, la fotografia,
la pittura, il cinema etc etc etc, debba per forza possedere un
titolo specifico?
La cronaca, ma prima ancora la storia,
insegna che i più grandi artisti, quelli che hanno cambiato il mondo
sono delle “teste calde fuori dal comune”; persone sopra le righe
che riescono a vedere mondi, universi, galassie ignote ai comuni
mortali che si beano del “pezzo di carta (alla trota?)”.
E poi, chi vieta, eventualmente ai
dirigenti regionali in questione di avvalersi di persone esperte
quali sono i ragazzi di oggi?
Ma per certa gente quando è guerra è
guerra! E allora giù merda per tutti. Si va a spulciare se la nonna
aveva i baffi o il nonno fumava il sigaro.
No! non è questo il modo più consono
per fare cultura! sempreché di cultura possiamo parlare con chi
denigra e disdegna il lavoro altrui.
Se, al contrario, questi signori, hanno
ravvisato errori che li penalizzano realmente, allora, è opportuno
che li denuncino apertamente seguendo i percorsi abituali evitando
rumori mediatici inutili, e ricordando anche i momenti in cui loro
stessi sono stati “graziati” da eventuali sviste dei “non
addetti ai lavori”.