Il suo nome è Lupa! È una cagnetta carina. Snella. Dal manto lanuginoso. Colore e portamento conducono le sue origini predominanti alla razza aski.
Sempre in giro da sola nel quartiere, qualche mese addietro, Vasco la caccia di brutto dal suo territorio e da quel giorno gira al largo. Quando usciamo per la passeggiata e c’incontra, Lupa abbassa la testa e le orecchie, mette la coda tra le gambe come se volesse occultarsi e cambia strada.
Fino a qualche giorno addietro non conoscevo il suo nome e la chiamavo Bella! Bella! Vieni! Le dico, mentre faccio sedere Vasco; le tendo la mano e lei si avvicina remissiva. Accarezzo entrambi e li lascio giocare nel prato. Bella sembra rinata! Galoppa con la coda alta, rizza le orecchie si strofina a Vasco in segno di sottomissione e lui, Vasco, da vero dominante la lasciava fare. Lei lo mordicchia dappertutto, gli lecca le labbra e lo sprona a giocare; sculetta e lo invita a correre; lui la asseconda, le salta sopra, ma i ripetuti assalti non giungono a buon fine: lei non è in calore e non si lascia montare.
Oggi, all’uscita pomeridiana, solito incontro d’amore: gli sguardi s’incrociano. Vasco si siede; lei gli corre incontro sinuosa; si struscia e inizia la schermaglia amorosa. Da lontano qualcuno grida un nome: Lupa Lupa. Signore stia attento non li faccia accoppiare che la ingravida. Ma no non si preoccupi, è da qualche giorno che va avanti sta storia: lei lo circuisce ma non si concede. Si vede che ancora non è in calore. Non il calore è iniziato ma ancora non è pronta: anche lui lo sente! – aggiunge rivolgendosi al magnifico pastore tedesco che tiene al guinzaglio-.