L'albero a cui tendevi la pargoletta mano...
Non è il pianto antico del poeta. Troppo triste, struggente e funereo.
Questo è il dialogo tra generazioni. Un inno alla vita di Padri e madri un po' avanti negli anni che parlano ai giovani, figlie e figli.
Anziani, a volte emarginati che soffrono, pur giustificando i tempi e i modi, le dis/attenzioni, le sviste superficiali mai cattive di chi all'alba cavalca il tempo della personale esistenza sospendendo gli altri.
È un messaggio muto ai figli fatto di gesti semplici. Spontanei come lo sono i fiori selvatici che, nonostante tutto, continuano a crescere e donare piacevoli sensazioni sui verdi prati dell'esistenza. sotto il sole, tra le intemperie, al riparo attorno ai piedi dei forti alberi.
Ai Figli che crescono e formano nuovi mondi. Genitori, a loro volta, infondono vita e donano la loro di vita nel ciclo eterno delle Stagioni. Mondi in cui i genitori, gli anziani e deboli, adesso, occupano, a volte, piani marginali.
È la vita!
Sì, la vita!... è una ruota che gira e sembra un soffio di vento dalle sfumature variegate. Dal sapore variegato simile al gelato preso al bar che gocciola sulle mani e non si ha il tempo di assaporare completamente a causa del vento che soffia sopra.
E di colpo le manine, fattesi adulte, non cercano le salde ancore dei genitori.
L'infanzia è alle spalle.
Le manine sono cresciute. Ora sono mani grandi e forti.
Mani dal temperamento sicure! Adulte, grazie a Dio, dal piglio determinato, che rimangono comunque pargoli da proteggere.
Lo afferma il cuore!
L'amore dei genitori è immenso, inesauribile.
Anche se subentra la melancolia.
Ora, cari figli, siate alberi!
(©mario iannino )