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martedì 7 gennaio 2014

Oliverio: se aprite i file viene giù l'Italia

La realtà fa un baffo a Dan Brown. Gli intrecci tra faccendieri, politica, massonerie e ordini religiosi superano di gran lungo la fantasia dei romanzieri.


I giornali, nei primi giorni di novembre 2013, riportano una notizia clamorosa:
Paolo Oliverio è agli arresti e...

Salvatore Renato, padre superiore dei Camilliani lo seguirà presto.
Il perché è machiavellico. Avrebbe organizzato una finta audizione nei confronti di due chierici, per vincere le elezioni. 
Fantomatiche indagini di polizia giudiziaria, quindi, per impedire agli stessi di partecipare alle votazioni per l’elezione del Superiore Generale presso l’Ordine dei Ministri degli Infermi, più noti come religiosi Camilliani, svoltesi presso la Casa del Divin Maestro ad Ariccia, in provincia di Roma, il 13 maggio 2013. Elezioni che si conclusero con l’elezione a Superiore Generale dei Camilliani proprio di Salvatore Renato.

Al centro della fantasiosa macchinazione, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato il commercialista Paolo Oliverio.

Nel corso delle indagini sfociate negli arresti i finanzieri hanno ricostruito come, grazie allo stratagemma delle “finte audizioni” che sarebbe stato organizzato da Oliverio, Padre Salvatore Renato fosse riuscito ad impedire ai due prelati “sequestrati” di partecipare alle elezioni, così guadagnando quei soli due voti necessari ad imporsi sul diretto antagonista. In questo modo, secondo gli investigatori, Oliverio ha visto rafforzato il rapporto privilegiato con Padre Salvatore e, di conseguenza, il proprio potere nella gestione dei vari nosocomi dallo stesso Ordine diretti tra cui, in particolare, quello di Casoria, nel napoletano

ma non è tutto.

Dai Camilliani il professionista aveva ottenuto una procura speciale per la gestione degli appalti in Campania, Calabria e Sicilia. Si occupava delle commesse e sarebbe riuscito a trasferire fondi all'estero, in particolare in Romania, attraverso un meccanismo che - accusa il Gico della Guardia di Finanza - prevedeva «l’effettuazione di bonifici giustificati da una causale fittizia, compatibile con il mondo camilliano, in modo che il beneficiario, ottenuta la disponibilità in conto, poteva prelevare il contante accreditato all'estero e ottenere in Italia la consegna contante di pari importo attraverso una sorta di compensazione».

L’episodio del sequestro di padre Antonio Puca e padre Rosario Messina, fu scoperto per l’attività di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Quello dei Camilliani, dunque, è solo un piccolo capitolo della grande inchiesta che vede Oliverio al centro di una organizzazione criminale.

Pare che Oliverio abbia messo in piedi un’industria del ricatto. E quando gli investigatori perquisirono il suo ufficio li pregò di lasciare stare computer, tablet, smartphone e pen drive. «Non li aprite - li esortò - che qui vien giù l’Italia».

È un deja vu da paura. Ci riporta ad un passato impressionante retto da ricatti, malaffare e commistione di pezzi di istituzioni deviate.

Paolo Oliverio è accusato di riciclaggio di soldi sporchi di 'ndrangheta e mala romana. Pare che fosse in grado, mediante "amicizie altolocate con le fiamme gialle", di orientare verifiche fiscali su imprenditori e grandi società intervenendo anche sull'attività degli ispettori di Equitalia.

martedì 27 novembre 2012

c'è spazio per un nuovo umanesimo?


Possiamo parlare di lotta di classe?

Nell’era di internet, (che sembra avere indotto a dimenticare persino il ricordo del lavoro manuale nei campi e nelle officine) può sembrare anacronistico pensare di rileggere uno di quei vecchi libri stampati con l’inchiostro ed ancora più impensabile sarebbe ripercorrerne la composizione tipografica fino alla rilegatura finale. Oggi i pensiero filosofico antico o moderno corre da un capo all’altro del mondo in un batter d’ali. E non solo!

Anche la speculazione dialettica, economica, politica, industriale è altrettanto veloce. E nel guazzabuglio di internet si trova di tutto, dalle verità immacolate alle verità fasulle e partigiane.
Le novità dei linguaggi e della velocità con la quale si propagano, possibili grazie ai fantascientifici mezzi a disposizione di chiunque ha un accesso in rete, sembrano offuscare i concetti cari a un certo pensiero che traeva le sue origini nell’umanesimo. Alcuni esempi?

La dittatura dell’economia imposta dall’alta finanza che antepone i benefici derivanti dai profitti economici alla vita. Quindi lo spettro dello spread; i profitti degli azionisti; lo sfruttamento dei nuovi schiavi legalizzato dalla delocalizzazione delle aziende nei luoghi di povertà assoluta; lo sfruttamento abnorme dell’ambiente

Le ultime novità circa il caso ILVA lasciano trapelare un giro d’affari inquietante che testimonia quanto accennato.
Al vaglio degli inquirenti troviamo anche il nome di Marco Gerardo, parroco del Carmine che al tempo dei fatti al vaglio della magistratura era segretario particolare dell’arcivescovo di Taranto, monsignor Benigno Papa, accusato di aver dichiarato il falso al pm circa una donazione di 10mila euro che l’ILVA avrebbe donato all’arcivescovo attraverso l’ex consulente Girolamo Archinà.

Secondo i pm, i soldi sarebbero andati a Lorenzo Liberti, docente universitario ed ex perito della Procura, incaricato di stendere una perizia sulla congruità ambientale degli impianti ILVA.
Ma torniamo all’interrogativo iniziale. Nella lotta di classe la sinistra italiana ha speso molto, persino i simboli dei mestieri manuali per eccellenza aveva preso in prestito e inserito nel logo del partito dei lavoratori: la falce  e il martello! Che ora sembrano desueti nonostante continuino ad esistere operai, contadini, minatori, piccoli impiegati e imprenditori che gonfiano la sacca della nuova povertà causata, appunto, dalla lotte di classe ma non nel senso alto del termine, bensì con l’abbattimento strategico della visione elitaria della classe dominante che include politica e affari; false democrazie che innalzano sui pali delle cuccagne ambigue primarie di gruppi di potere arroccati sulle macerie ideologiche dei quali ancora qualcuno si nutre.

mercoledì 8 giugno 2011

santoro, ferrara, governo, lega, pubblicità, politica, affari

aore12 blog
©by mario iannino 2011, omaggio agli onesti
Mi sa tanto ch’è una misera questione di soldi, il casino italiano e mondiale che acchiappa tutti. Non una questione tra buoni e cattivi, perchè quando si lotta i vincitori impongono guerre preventive, assedi tattici, leggi e scelte strategiche per tutti come il nucleare, mentre la fabbrica della cultura è protesa a macinare solo guadagni economici piuttosto che incentivare la crescita intellettiva della società, vedi biennale di venezia.
Ora in Italia si ripropone la questione Santoro che litiga con i vertici Rai e passa, dopo avere intascato una congrua buon'uscita, a la 7, e la tv privata vede crescere le proprie azioni in borsa grazie al nuovo acquisto. Alcuni gridano allo sfascio, ma la storia insegna che muore un papa e se ne fa un altro. Nessuno è insostituibile! neanche Santoro, nonostante la sua bravura, può determinare le sorti di un'azienda televisiva come la Rai. Altri valenti giornalisti prenderanno il suo posto e forse riusciranno anche meglio di lui ad appassionare i telespettatori e abbonati al servizio pubblico.

E c’è anche il buon Ferrara, quello delle bretelle rosse, nel balletto mediatico odierno, che riunisce i fedelissimi di Berlusconi e provocatoriamente definisce la convention “la libera adunata dei servi del Cavaliere” e tra questi Sallusti, Sechi, Belpietro, Feltri. Insomma i giornalisti schierati apertamente con Silvio Berlusconi. Insieme tentano di far ragionare il Cav., portarlo sul loro terreno culturale e politico, farlo ritornare giovincello ai tempi della discesa in campo. E ancora, la lega che vuole alcune sedi dei Ministeri al nord, a Milano.
E mentre infuria il gioco delle parti il senato va sotto due volte sull’emendamento Malan al ddl anticorruzione.

Meno male che la magistratura e le questure interessate non sono prese nelle liti e lavorano seriamente per tutelare e dare dignità agli onesti e dopo una complessa indagine durata cinque anni, carabinieri, guardia di finanza e la direzione investigativa antimafia coordinate falla Procura di Torino, assicurano alle patrie galere 150 ‘ndranghetisti sparsi tra Piemonte, Lombardia, Emilia, Calabria e recuperano beni per 70 milioni di euro.
A proposito di euro, pare che per la prima parte dello squallido spot che avrebbe dovuto lanciare la stagione turistica calabrese si siano utilizzati 2,5 milioni di euro di risorse regionali. Certo che con 2milioni e mezzo di euro altro che la caricatura oscena dei bronzi, avrebbero potuto offrire molto di più per divulgare le bellezze calabresi.. e sì, dal punto di vista della comunicazione è uno spot che fa cagare.
Mah!  forse in questo caso i soldi non c'entrano... quando manca quel pizzico di sensibilità che trasforma la cultura in creatività a nulla valgono gli ori e le ricchezze materiali.

martedì 2 novembre 2010

il potere logora chi non ce l'ha

È tutto un merdaio! Non voglio più sentire né vedere certa gente. Gente sprezzante che si presenta in tivù con la faccia più tosta del granito dicendo tutto e il contrario di tutto. Gente avvezza alle bugie e che ha portato una nazione intera alla rovina. Gente che ruba il presente e l’avvenire.

Gentaglia! Gentaglia che non vale neanche la pena nominare o ricordare le malefatte che ha combinato e continua a combinare e che si presenta, non so con quale coraggio, in tivù per accusare gli altri.
Lestofanti imbroglioni puttane… e pensare che qualcuno si lamentava di Cicciolina in parlamento. Almeno di lei si sapeva che il suo lavoro era la pornostar che voleva al potere il partito dell’amore e che le piaceva fare sesso.

Auguro a questa gente tutto il male del mondo, anzi no! Mi basta sapere che soffrano per la perdita di quello che hanno di più caro. Tanto ormai siamo col culo per terra e quando la nave affonda le scialuppe di salvataggio non bastano mai per tutti specie dopo avere portato tanta disperazione.

... e se fosse un malinteso? se tutti noi non avessimo capito come vanno le cose?
difronte alla fame e alle necessità c'è poco da capire. anzi ti fa incazzare sapere che qualcuno sguazza nell'oro, continua a fare affari e festini mentre tu muori di stenti e di rabbia impotente.

lunedì 11 ottobre 2010

Maroni, 5000 euro per consigli orali

A chi non farebbe piacere avere uno stipendio di 5000 o anche 2000 euro al mese?
Secondo l’inchiesta del settimanale “L’Espresso” condotta dai giornalisti Paolo Biondani e Luca Piana, il ministro Maroni, riesce ad arrangiare uno stipendio extra di 5000 euro giustificato come “consulenze” percepiti nel 2007, mensili, per se, e 2000 euro per la sua portavoce.
L’indagine, iniziata nell’estate del 2009, è emersa solo negli ultimi giorni, quando è salito sul banco dei testimoni un ex dirigente dell’azienda Mythos e ha parlato di incassi di 60 mila euro per il ministro e di 14 mila euro per la sua collaboratrice.
la vicenda è emersa dopo la denuncia di alcuni clienti della Mythos, nel 2005, perché l’azienda pretendeva delle mazzette.
Da qui la decisione di chiamare come testimone della difesa il Ministro e la sua collaboratrice, e da ciò sono emersi i compensi percepiti dai due.

il gruppo Mythos, società che ha elargito le somme a Maroni e collaboratrice, è indagata dalla Procura di Milano per evasione fiscale, tangenti e finanziamento illecito ai partiti.
Pare che il motivo delle consulenze di cui ha beneficiato Maroni, compensi giustificati da fatture “legali”, che Maroni ha potuto compilare in quanto avvocato, non parlano di competenze legali, ma solo di consigli orali; infatti il ministro, sempre secondo l’inchiesta de L’Espresso, pare offrisse la sua professionalità per organizzare eventi mondani a Roma.
A chi tutto e a chi niente! Direbbe la buon’anima. Si, perché nel frattempo, il museo napoletano di arte moderna  “madre” sta per chiudere per mancanza di fondi; i maestri dell’orchestra di Genova, se tutto va bene si troveranno la busta paga decurtata del 30%; nelle scuole e nelle università i precari saltano il fosso e cadono nel baratro della disoccupazione. E dulcis in fundo, il sud vede gonfiare le fila della povertà a causa dei tagli e del federalismo secessionista auspicato da Bossi, Maroni e la lega nord. praticamente i puri lavoratori indefessi solo davanti a un bel piatto di rigatoni, coda alla vaccinara, pajata, polenta ma dopo avere offeso i cittadini romani e la capitale d'Italia, bruciato la bandiera della Repubblica, urlato in faccia a chiunque l'odio razziale. insomma gente degna di ricoprire alte cariche dello Stato e rappresentarlo fuori dai confini!
ma ... per fortuna che c’è Riccardo che da solo gioca a biliardo, non è di grande compagnia ma, è il più simpatico che ci sia… cantava Gaber.

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