Carissimi, oggi è Natale.
Oggi è il compleanno del Bambinello. Figlio di Maria e Giuseppe.
Conoscete la storiella, vero? Inutile quindi ricordarla. Meditiamo, invece, sul seguito. Cioè da come siamo riusciti a trasformare il lieto evento in una ricorrenza per lo più pagana che ha dimenticato il valore simbolico della Nascita e ha volto ogni pensiero al consumismo e alla voglia di vedere esaurire i desideri di ognuno di noi.
Le tantissime letterine che giungono a Babbo Natale parlano di desideri materiali. I bambini vogliono il computer, il monopattino, il motorino e le bambine la trousse di Barbie, i bambolotti che sembrano veri e i ragazzi iniziano a pensare a oggetti molto più costosi. Non chiedete e non vi aspettate le caramelle e, sia mai, il carbone anche se di zucchero voi adolescenti.
Per farla breve volete esaudire l'esigenza vorace del consumismo! E se qualcuno vi ricorda dei bambini, dei genitori, dei nonni che muoiono perché vittime delle ingiustizie umane, vittime delle organizzazioni criminali che alimentano coi proventi delle loro crudeltà il mercato degli egoismi, allora vi spazientite e, ad essere tolleranti, gli date del pazzo gli dite che cerca utopie. E per gli utopisti il mondo attuale non è il posto adatto a loro.
Ma oggi dobbiamo soffermarci un attimo e meditare su quanto sta accadendo:
il virus ci ha messo in una condizione di necessità. Una necessità che abbraccia e incorpora il sistema sociale mondiale. Tutti i settori sono colpiti. La produzione industriale è ai minimi storici.
I rapporti umani sono ai minimi storici! Ma le esigenze che noi stessi ci siamo inculcate rimangono e sono più potenti che mai.
Non volgiamo il pensiero al Bambinello povero nato per portare la buona Novella. Non meditiamo sulle sue parole e azioni tese al perdono, all'accoglienza e alla comprensione. No, niente di tutto questo!
Continuiamo a guardare il nostro ombelico. A esigere che debbano essere esaudite le nostre necessità. … le sofferenze e le ferite degli altri non sono nostre.
Eppure, questo Natale del 2020 è diverso per alcuni. Peggiore o migliore rispetto a quelli precedenti o futuri non lo so ma se facciamo attenzione alla sensibilità degli altri, non necessariamente delle persone lontane sconosciute, anche se non guasta, facciamo attenzione a non trattare male i conoscenti: i nonni, i genitori, i fratelli e le sorelle, i parenti e i vicini di casa. Regaliamo loro un sorriso, una carezza e non appena il virus ce lo consentirà tantissimi baci e abbracci.
Buon Natale, vi voglio un mondo di bene.