Mark Rothko, 1961, "orange, red, yellow" |
Marcus Rothkowitz, meglio conosciuto
col pseudonimo di Mark Rothko rappresenta quel filone
dell'espressionismo astratto definito “color field” “campo
colorato”, per le campiture uniformi, piatte e liquide con le quali
gli artisti del dopoguerra trattavano le superfici. Opere, quindi,
non gestuali, istintive, iraconde, nate di getto ma meditate e
congeniali ad una pittura emotivamente controllata.
Mark, figlio di ebrei lituani, nato a
Dvinsk nel 1903, fu pittore autodidatta anche se studiò con il
pittore di origine russa Weber che lo oriento verso l'espressionismo.
Dopo anni di sperimentazioni abbandonò definitivamente la figura per
concentrarsi sui “fondi” preparatori sui quali dipingeva. Stesure
monocromatiche rotte da figure geometriche quadrangolari dai margini
sfumati.
La sua sensibilità artistica esprimeva
una tale spiritualità che spinse i collezionisti De Menil di
chiedergli di dipingere la cappella di Houston. La simmetria della
pianta ottagonale suggerì a Mark di apporre grandi quadri di colore
scuro, dal viola al nero al rosso cupo. Ultimò i lavori nel 1970 e
poco dopo aver ultimato l'impresa si suicidò.
Oggi lo troviamo nel catalogo dell'arte
del dopoguerra e contemporanea promosso da Christie's focalizzato
sull'Espressionismo astratto con il dipinto “orange, red, yellow”
datato 1961; un lavoro di grande impatto visivo di oltre 200x200cm.
Base d'asta 35/45 milioni di dollari raggiunge 86.882.500 dollari
commissioni incluse. Ma anche senza le commissioni, la cifra rimane
importante: 77.5mln$.
Christie's ha convinto collezionisti
ed investitori e ha dimostrato che il settore dell'arte sembri
immune da crisi economiche, anzi pare beneficiarne.