Quando tutto sembra cambiare ecco il
vecchio che torna più rinforzato che mai.
Vecchie abitudini.
Vecchie e consolidate passioni terrene
imprigionano in atteggiamenti la quasi totalità delle persone che
vezzeggiano davanti alle tastiere stati d'animo esasperanti. Postano
ricordi evidenziando così frustrazioni per non essere riusciti a
governare gli eventi in politica e nella società ma soprattutto nel
privato.
Ecco quindi vecchie foto che narrano di
congressi, tavole rotonde. Uomini e donne, soprattutto uomini
incravattati che mostrano il lato migliore: la faccia da culo e ne
vanno fieri.
Giovani che non conoscono, non dico la
storia che sarebbe già una cosa interessante ma, neppure la cronaca
spicciola che riguarda la propria città, la propria famiglia eppure
si permettono di alzare la cresta e sussurrare con malcelata
costrizione quello che avrebbero voluto che fosse la storia.
Le narrazioni ossessive, narrate fino
allo sfinimento, tentano di fare diventare realtà ciò che non è
stato.
È come dire che l'asino vola.
Se oggi ci troviamo in uno stato
mentale di grigio edonismo vuol dire che qualcosa non è andato nel
verso nostalgico così tanto strimpellato sulle pagine di facebook.
Facciamone ammenda e tentiamo di vivere
dignitosamente mondando i pensieri dalla presunzione di supremazia e
onnipotenza. Magari, per chi l'ha letta, rileggendo “a livella”
di Antonio De Curtis, in arte Totò.
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