Aspettando l’inverno. Sperando che non accada l'irreparabile
Appuntiamo una serie di quesiti sui quali riflettere:
L’inverno calabrese si preannuncia, ad essere positivi,
grigio e denso di catastrofe ambientali tra mezze novità politiche.
Sulla griglia c’è il problema dell’emarginazione sociale
composto di vecchie e nuove povertà: zingari, disoccupati vecchi e giovani,
gente che si arrangia come può per sbarcare la giornata. Chi spaccia, chi ruba,
chi mendica e chi lavora in nero.
Mentre nei salotti bene della politica padrona ci si crogiola
in presentazioni di libri biografici.
Biografi astuti, servi, oppure ingenui postulatori di un dio
minore che avrebbe, dice lui, voluto cambiare il mondo ma che ha cambiato solo
il punto d’osservazione senza mirare a niente di concreto?
Dice, il biografo, che il suo “idolo” è stato un riformatore.
Ed in qualcosa dice il vero: ha riformato, in forza della carica che ha
occupato, la materia degli incarichi regionali e nominato assessori “tecnici” e
non consiglieri eletti dai calabresi.
È stato in perenne conflitto con la questione della sanità
senza raggiungere traguardi degni di nota per il servizio sanitario e per il
servizio ai cittadini.
Aspirante Riformato. Potenziale Riformatorio. o Accentratore
diligente e disciplinato scolaro di una vecchia scuola di partito attento solo
a mantenere il potere carpito con l’astuzia?
Inutile dilungarci!
Se in cuor suo ha agito e lavorato bene noi calabresi non ce
ne siamo accorti.
E poi c’è la spinosa ed eterna questione ambientale composta
di sicurezza del territorio e la salvaguardia dell’incolumità fisica delle
persone.
Ma è davvero tutto colpa degli zingari il degrado che regna
nella zona sud della città capoluogo?
davvero vogliamo lasciare spazio ai demagoghi e ai ciarlatani che parlano alla pancia e quindi alle esigenze primarie dei bisognosi che vivono giorni d'angoscia?
Osserviamo e lavoriamo per migliorare le coscienze:
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