Che pensare quando una inquisita che
tra l'altro è accusata di avere speso soldi pubblici per scopi
privati dice con piglio di sfida: “questa è una partita che ha tre
tempi. Per adesso anno vinto il primo!”.
L'ex sottosegretaria alla cultura
è condannata a 4 anni per peculato! E non si tratta di noccioline!
La cifra che pare avrebbe speso non per scopi istituzionali destinati
ai gruppi del consiglio regionale della Sardegna si aggira, secondo
gli inquirenti, attorno a 81 mila euro.
Qualcuno
le ha definite spese pazze! Ma più pazzi siamo noi elettori che
concediamo a gente simile di gestire la cosa pubblica secondo visioni
personalissime. Gente che si arroga il diritto di pensare secondo
schemi che lasciano fuori dal contesto sociale i “nemici”.
Chi
è questa signora? Ecco una breve biografia politica:
negli
anni '80 milita nel PCI, poi continua la militanza nel PDS; DS e
infine PD.
Nel
2005 è eletta sindaco di Sorgono. Dal 2004 al 2013 è anche
consigliere regionale della Sardegna. Nel 2009 subentra a Crocetta
nel parlamento europeo. E nel 2013 vince le primarie coi colori del
PD in Sardegna quale candidata alla presidenza della regione. Ma è
costretta a ritirarsi perché scoppia il caso rimborsopoli. Tra il
2006 e il 2009 effettua spese pari a 30mila euro ma non presenta le
pezze giustificative dei rimborsi chilometrici. Il PD fa pressioni
affinchè ritiri la sua candidatura.
Però
nel febbraio del 2014 è nominata sottosegretario alla cultura,
ministero guidato da Dario Franceschini. Governo Renzi.
Renzi
e la Boschi la difendono contro chi la voleva fuori, ribadendo che
l'avviso di garanzia non deve essere considerato una condanna
definitiva.
È
costretta a dimettersi nel 2015 promettendo, però, che sarebbe
uscita a testa alta dalle accuse di peculato.
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