Sul web impazza la polemica, anzi a chi la spara con più forza
e indignazione contro la Barilla. Le battute si perdono, alcune sono simpatiche
e altre violente, di cattivo gusto.
A mio parere, non si tratta di democrazia liquida ma di una
sorta di vandalismo polemico che rasenta l’imposizione dispotica di certi
assunti. E non mi riferisco a quanto ha detto il capro espiatorio del momento
Guido Barilla ma alla caterva di paladini che hanno ritenuto di sfoderare le
spade per difendere ipotetiche libertà intaccate.
"Non faremo
pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i
gay non sono d'accordo, possono sempre mangiare la pasta di un'altra marca.
Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli
altri". Questa la frase pronunciata mercoledì da Guido Barilla durante la
trasmissione La zanzara di Radio24 che ha mosso un fiume di polemiche sul web,
social network, nei palazzi della politica fino a diventare materia del contendere
tra aziende.
Allora?, chiedo ai paladini, dov’è l’omofobo?
Non ha mica detto che siccome gli piace tantissimo la famiglia
preferisce ai gay chi di famiglie se ne fa più di una!
Se non torniamo coi piedi per terra, a lungo andare, pur di essere visibili cavalcando l’onda
emotiva del momento, rishiamo di cancellare l’ovvio.
È vero, nel lessico contemporaneo la parola famiglia abbraccia diversi significati
ma, nell’accezione stretta del termine, nessuno può negare, che s’intende il
classico coriaceo nucleo composta da padre madre ed eventuali figli.
Detto ciò, ampia libertà di pensiero e di azione, d’amore e scelte di
vita, commerciali, culturali. Perché il vero rispetto sta nelle azioni concrete,
quelle che portano rispetto e attenzione all’altro, al diseredato.
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