C'è
un gran bel parlare di Massimiliano Gioni al quale è stato affidato
l'incarico di guida della prossima biennale veneziana d'arte
contemporanea.
Di lui si sa già tutto: nato nel '73 a Busto Arsizio, quindi compaesano di Mina, Uto Ughi e altri, grande conoscitore dell'arte con una miriade di incarichi sparsi per il mondo dall'Europa all'Asia, Africa e Americhe, nonché amico e socio di Maurizio Cattelan e cosa di non poco conto: direttore artistico della fondazione Trussardi. Insomma, a leggere tra le righe (sarò felice se queste “malignità” saranno smentite dai fatti) sembra di assistere al solito rito ufficiato dai sacerdoti cresciuti nel culto della mercificazione blasfema dell'arte dove, bene che vada, la differenza sta nella trovata pubblicitaria scandalistica.
Alla luce dei fatti regressi, appunto, alcune domande sono d'obbligo: Massimiliano Gioni ha la possibilità di allestire una biennale non contaminata dagli affari e dalle lobby? Può muoversi liberamente e fare una ricerca seria tra gli artisti italiani?
Le possibilità non gli mancano!
Di lui si sa già tutto: nato nel '73 a Busto Arsizio, quindi compaesano di Mina, Uto Ughi e altri, grande conoscitore dell'arte con una miriade di incarichi sparsi per il mondo dall'Europa all'Asia, Africa e Americhe, nonché amico e socio di Maurizio Cattelan e cosa di non poco conto: direttore artistico della fondazione Trussardi. Insomma, a leggere tra le righe (sarò felice se queste “malignità” saranno smentite dai fatti) sembra di assistere al solito rito ufficiato dai sacerdoti cresciuti nel culto della mercificazione blasfema dell'arte dove, bene che vada, la differenza sta nella trovata pubblicitaria scandalistica.
Alla luce dei fatti regressi, appunto, alcune domande sono d'obbligo: Massimiliano Gioni ha la possibilità di allestire una biennale non contaminata dagli affari e dalle lobby? Può muoversi liberamente e fare una ricerca seria tra gli artisti italiani?
Le possibilità non gli mancano!
I mass
media di Massimiliano Gioni, riportano le seguenti notizie:
nato a
Busto Arsizio nel 1973, è critico d'arte contemporanea e curatore
italiano di origini milanesi. Caporedattore di Flash Art a New York
dal 2000 al 2002 e curatore nel 2003 della mostra “La Zona” per
la 50ma Biennale di Venezia, nel 2004 è tra i curatori della
biennale di arte contemporanea itinerante Manifesta 5. Dal 2003 è
direttore artistico della fondazione Nicola Trussardi di Milano. Nel
corso della sua giovane e intensa carriera si è occupato della
realizzazione di svariati progetti tra cui, in collaborazione con
l'artista Maurizio Cattelan e la curatrice Ali Subotniak, la cura
della biennale di Berlino del 2006, la creazione della rivista
Charley e di un nuovo spazio espositivo, la mini galleria itinerante
Wrong Gallery, inizialmente allestita nel 2002 a New York e spostata
nel 2005 alla Tate Modern di Londra. Ha collaborato come editor con
case editrici come Charta, Mondadori, Phaidon, Les Presses du Reel,
Dijon e Rizzoli. Da dicembre 2007 fa parte dello staff dei curatori
del New Museum of Contemporary Art di New York (da Wikiperdia).
Per la
musica il cda della Biennale ha scelto il compositore Ivan Fedele
(Lecce, 1953), uno dei più affermati nel panorama internazionale.
Rimangono invariate dalla biennale del 2010-11 le altre due nomine:
Alex Rigola per il teatro, Ismael Ivo per la danza.
Pino Boresta vivrà. Nuova performance-blitz dell’artista romano durante la conferenza stampa della Biennale. L’outsider per eccellenza rivendica ancora una volta la propria esistenza
RispondiElimina“I don’t give up”, urla a pieni polmoni Pino Boresta. E se c’è qualcosa che va riconosciuto all’artista romano, insieme a una rara genuinità, sono la tenacia e la convinzione con cui porta avanti la sua ricerca, da almeno un paio di decadi. Performer, situazionista (o “situazionauta” come ama definirsi), oltre che street artist ante litteram, Boresta è sbucato fuori dal pubblico della conferenza stampa della Biennale di Venezia, ieri a Roma, al grido di “Io vivrò”.
Dopo aver provocatoriamente annunciato, con email, post su forum e pubblicità sui giornali, che si sarebbe tolto la vita se Gioni non l’avesse invitato alla mostra, ha invece a sorpresa deciso di riaffermare con forza la propria esistenza, la propria condizione di outsider, di irregolare, di allegro e consapevole disturbatore. La performance, interrotta dal servizio d’ordine come ogni blitz che si rispetti, si è chiusa con un forte applauso, mentre Paolo Baratta, presidente della Biennale, riprendeva la parola dicendo a Massimiliano Gioni: “pensavo fosse una delle tue trovate”…
- Valentina Tanni
Qui ii video:
http://www.youtube.com/watch?v=gDxYnZFyx_0
http://www.youtube.com/watch?v=uyUoEyubttc