Non ho la presunzione di dire chissà quale grande verità ma voglio comunque ricordare alcune cose che con l’andare del tempo e il frastuono che fanno certe persone cadono nel dimenticatoio degli adulti e nell’ignoranza perpetua dei giovani che guardano solo alla visibilità esteriore dei prodotti, uomo e donna compresi.
Da sempre le grandi passioni aprono la strada alle innovazioni ma non sempre queste portano benessere per tutti. Per capire meglio quanto sto per dire basti pensare alla scoperta del telefono, inventato da Innocenzo Manzetti, perfezionato da Antonio Meucci e brevettato dal più ricco e scaltro Alexander Graham Bell.
Non v’è dubbio o eresia nel dichiarare che il telefono è uno strumento sociale. Infatti, negli anni del boom economico i vari governi che si sono succeduti alla guida del paese Italia lo hanno ritenuto tale, tant’è vero che le aziende del settore raccoglievano fondi pubblici per migliorare la comunicazione e offrirla anche nei centri più degradati geograficamente ed economicamente. Insomma, il telefono era ritenuto un bene sociale da offrire alla popolazione a basso costo tant’è che fino agli anni 80 le telefonate urbane erano illimitate e neanche a tempo. Ma si sa, fino a quando c’è da spendere per impianti e ricerche tecnologiche c’è lo Stato ad elargire e quando inizia a diventare business che subentrano i furbetti. Infatti, in Italia, la società telefonica parastatale Sip, oltre che gestire la telefonia pubblica e privata, era anche un gran contenitore di posti “politici” che ottemperava al manuale Cancelli. Col tempo, la Sip apre al privato dopo avere goduto dei fondi della comunità e diventa Telecom e in seguito Tim per la telefonia mobile. Eppure, per quanto concerne la telefonia mobile l’etere è di tutti. Perché dopo avere investito e ammortizzato fondi comunitari lo Stato permette a pochi di trarre benefici e guadagni?
Analogo discorso per la Fiat, la fabbrica automobilistica italiana che ha anch’essa goduto dei benefici statali e che ora lascia col culo per terra una larghissima maggioranza di lavoratori per tenere testa ad un mercato drogato e inesistente visto l’alto numero di disoccupati privi di reddito. Ancora peggio se pensiamo allo scandalo sulla privatizzazione dell'acqua pubblica che si vorrebbe attuare con legge governativa. Cioè, fatemi capì, a quando una tassa sull'aria?
Sarebbe più serio pensare di legiferare in direzione dello stato sociale per affermare un diritto sacrosanto che si chiama VITA e ripristinare al più presto quanto è stato tolto ingiustamente perché senza un welfare mirato non c’è crescita di nessun genere! Non esisite la fabbrica che produce e non ci sono i consumatori, se proprio la vogliamo buttare sul consumismo, mentre se vogliamo aprire un discorso cristiano d’amore per il prossimo dobbiamo fa sì che esista la possibilità del diritto alla vita per tutti. Migranti compresi.
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