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martedì 20 febbraio 2024

Lettera a un Gabbiano

 


Sei un qualunquista! Si diceva in maniera dispregiativa a chi pensava e curava solo i cazzi suoi.

Politicamente era un'accusa a quanti non avevano a cuore il buon andamento della comunità e, in senso più ampio, della società tutta e dei valori aggreganti che determinano l'importanza intellettuale dello stare insieme.

domenica 24 settembre 2023

Catanzaro. Una proposta di pace

 

Le notizie corrono.

Specialmente nelle realtà cittadine dove una routine consolidata e calendarizzata nell'agenda dell'amministrazione comunale avulsa da qualsiasi etichetta politica mette radici.


domenica 8 gennaio 2023

Creatività, poesia e intelligenza artificiale

 


Impossibile fermare il tempo!

Pensare di poter ostacolare l'avanzata dell'intelligenza artificiale e le infinite possibilità d'influenza nelle variegate sfere delle azioni umane è come tentare di svuotare l'oceano con un secchiello.

D'altronde perché ostacolare la tecnica e le scienze?

Viviamo realtà scientifiche impensabili fino a qualche decennio addietro.

E, coadiuvate dalle applicazioni installate sui terminali divenuti imprescindibili, viviamo esperienze surreali.

L'IA (intelligenza artificiale) spopola nelle rappresentazioni narranti e annienta l'azione degli illustratori grafici, pubblicitari e quanti sono innamorati della figurazione illustrata.

sabato 31 dicembre 2022

All'insegna della creatività, ricomincio da ...

 Sdrammatizziamo! 

È tempo di bilanci.





Ricomincio da …

Personalmente non saprei quantificare e dire con certezza quali siano state le scelte e le azioni positive che hanno migliorato me e quanti mi sono stati vicini.

Massimo Troisi ricominciava da tre. Tre cose mi sono venute bene, diceva, perché buttarle insieme alle altre che son venute male?

Tanti, troppi Natali e capodanno sono trascorsi da quando son venuto al mondo e altrettanti errori sono stati commessi. Non solo da me. Ma questo non è un buon motivo per discolparmi e assolvermi in toto. No!

Se guardo indietro intravedo tra la nebulosa degli errori che qualche barlume ancora brilla. Flebilmente, forse, ma brilla simile a un cerino acceso nella notte. Ma chi non ha fatto errori?

Intanto la vita continua a correre! Rinnova i campi se pur minati dalla stoltezza umana. Livella gli abusi. E pone limiti.

Buon inizio mondo! All'insegna della creatività.

lunedì 19 dicembre 2022

L'arte, la creatività è nella natura pulsante

 

“L'arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere stati chiamati.”

Non è una frase che rispecchia il mio pensiero. Tutt'altro! Credo che la creatività e quindi l'Arte tutta sia prerogativa attiva di ogni essere vivente. Persino la natura regala forme concrete di creatività adattive.

È da qualche giorno vedo girare questa frase spocchiosa che sembra volere essere un monito. E in parte potrebbe esserlo viste le tante, eccessive, pubblicazioni inutili caldeggiate da amici e parenti con i like. Ma da questa sorta d'inquinamento visivo passare a rendere l'arte inarrivabile e relegarla in nicchie elitarie gestite dalle lobby ce ne vuole. Specialmente se a passare questo messaggio sono persone che hanno insegnato e sono state in contatto con le passioni di chi vive d'arte. Che siano poi presunzioni o realtà lasciamo che a decidere sia il tempo. Intanto ognuno “crea” impegnando le proprie energie nei modi che più ritiene opportuno.


venerdì 18 novembre 2022

Dematerializzazione e creatività

 


Digitalizzare un concetto e renderlo visivamente fruibile donandogli corpo e dimensione virtuali equivale a de-materializzare la struttura fisica dell'opera d'arte tradizionale.

In antitesi al gesto plastico-pittorico, il fare arte digitale significa nel lessico corrente, comunque creare qualcosa di inesistente, nuovo, per lo più dare senso e volume ai manufatti corposi “ingombranti” sulle piattaforme informali de-strutturandone i supporti fisici. Inscenare, in sintesi, la grande bugia visionaria in pixel e non coi mezzi pittorici usati fin dall'antichità.

Nessun supporto che abbia corpo specifico, quale carta, legno, tela, rocce o cemento.

mercoledì 7 aprile 2021

Sal Mistico interpreta Oblivion, augurio e invito all'oblio dei tempi bui

Libreria difronte. Pianoforte accostato sulla sinistra e sopra, al centro della parete, una tela raffigurante uno scorcio di natura morta con fiori sul davanzale di una finestra che affaccia sulla campagna e, a lato, una locandina del concerto di qualche estate fa.

Le allegorie sembrano azzeccate  e in sintonia col momento storico. ma:



È la cameretta di un liceale con la passione della musica. Un ragazzo come tanti ma dalle idee e dalle passioni chiare che sa intervallare il tempo per lo studio, gli esercizi al pianoforte, di musica con una energica partita a calcio-balilla. Il biliardino è posizionato sul lato destro della stanza quasi accostato al letto. 

Così è organizzata la sua tana, il suo rifugio; che denota serietà e impegno per lo studio intervallato dalle spensierate attività ludiche connaturate alla giovane età. (anche se, ne sono certo, per lui lo studio del pianoforte e della musica non è un impegno gravoso)- Un modo naturale per esorcizzare le tensioni del momento. prenderne atto; catalogarle e andare avanti. Perché, parafrasando Vasco: La vita continua.

Salvatore ha deciso, ha scelto un nome d'arte non tanto dissimile dal suo. Ancora non gliel'ho chiesto ma suppongo sia stata una scelta obbligata per evitare casi di omonimia e essere confuso con l'altro Sal Nistico, il noto jazzista italoamericano originario di Cardinale e suo lontano parente.

Ha deciso di mantenere il nome invariato: Sal e trasformare con una leggera svista semantica il cognome in Mistico.

Sal Mistico. già impresso da qualche tempo sulle locandine e sugli inviti degli incontri tematici consolidati in passato, quando non eravamo obbligati a mantenere distanze e scafandri protettivi addosso.

Adesso, come tutti, Sal Mistico, è costretto nel chiuso della sua casa; nella sua cameretta e, seduto davanti al pianoforte, impegna proficuamente le restrizioni imposte dalla pandemia. Le note riempiono il silenzio e leniscono le angosce, le incertezze cagionate dal tempo contingente. Qui le restrizioni della epidemia del covid-sars19 sono sospese e noi, sulle note di Oblivion, un brano di Astor Piazzola, virtuoso compositore e musicista argentino, ne siamo certi, "dimenticheremo" questo tempo triste e torneremo a respirare a pieni polmoni l'ossigeno vitale che anima le menti creative e le fortifica.

il mio canto libero

Imperativo assoluto: coltivare l'Ingenua Libertà dei bambini.




La libertà espressiva è alla base della “scrittura creativa” e i bambini non ancora contaminati dal lessico colto sono maestri inconsapevoli di una narrazione empatica.




Il tratto espressivo dei bambini è imprescindibile dal loro mondo. La loro realtà è creazione, immediatezza di essere e vivere episodi di vita quotidiana adagiata sul loro sentimento. Realtà e sogno sono narrati allo stesso modo. Non esistono confini. Si entusiasmano. Trasferiscono nel gesto spontaneo pensieri e desideri in un tutt'uno che è immediatezza del sentire. Non c'è confine tra realtà e sogno. L'ir/realtà è adesso nel cosmo fugace e puerile di un attimo. Un lieve canto d'uccelli. Un battito d'ali. Un soffio ... imprevedibile spensierato attimo 

Come dice il poeta.

giovedì 25 marzo 2021

Ritratti, artigianalità creativa e pittura

La prima cosa che si chiede ad un pittore è: “mi fai un ritratto? Oppure: sarei felice se facessi un ritratto a mia madre... mia moglie, figlio o figlia, marito e persino amanti”.

Spesso si fraintende la funzione del pittore che, a differenza del fotografo, prima di mettersi a fare un “”ritratto” deve conoscere nell'intimo il soggetto da raffigurare- che il più delle volte lascia delusi quanti pensano ad una riproduzione “iperrealista”. Ovvero una copia sublimata del soggetto dalla maestria del pennello e del colore del pittore.








Fare il pittore è sì conoscenza delle tecniche!, che sono strumenti del mestiere al pari dei pennelli delle spatole dei colori e di tutta una serie di aggeggi auto-prodotti. Essere creativi significa pesare e pensare ciò che si intende proporre, possibilmente con piglio e carattere unico, con personalità!

Lo ripeto da sempre! Ma ogni volta che incontro qualcuno e mi fa la solita richiesta del “ritratto” mi tocca ripetere la tiritera. A prescindere dal fatto che non sono un ritrattista e non amo cimentarmi con la figurazione se non per mero passatempo che diventa esercizio per opportune citazioni allorché sono impossibilitato a eseguire lavori più consoni alla mia propensione creativa.

Fare un ritratto significa scavare nel profondo; cogliere la personalità; scoprire e mettere a nudo l'anima. Insomma prima di pensare alla superficie, l'artista, deve conoscere il soggetto, captarne sensazioni e umori.







sabato 30 maggio 2020

Pittura, che passione!

Chi non ha problemi economici deve aiutare gli artisti meno fortunati!


Questa considerazione mi è rimasta impressa e riaffiora spesso nelle mie riflessioni.
Ricordo che stavamo scendendo a fare due passi sul corso. E nei pressi del tribunale, sul marciapiede, un ragazzo abbozzava un'icona.

I gessetti sparsi nell'area delimitata e riquadrata erano stati scelti con cura. E la pezza che il madonnaro usava per sfumare i colori testimoniava una lunga esperienza.

L'amanuense copiava l'immagine sacra e la riproduceva maniacalmente ingrandita senza badare ai passanti e a quanti si fermavano ad osservarlo.
Anche noi ci fermammo. E pur conoscendo la tecnica osservammo, attratti da quel fare antico, l'autore della storica opera al lavoro.

Diecimilalire scivolarono su un angolo del riquadro. mentre una voce sussurrava: chi è più fortunato deve aiutare l'arte e gli artisti in difficoltà e chi divulga il bello.

giovedì 14 maggio 2020

Guardando al passato progettiamo il futuro

 Un post per La presidente della Calabria Jole Santelli e Dario Franceschini Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo.

 Creatività e rinascite

Ci sono eventi che modificano attegiamenti e pensieri. Avvenimenti che rivoluzionano le quotidianità contro ogni logica e che a nulla valgono le ragioni umane.
Terremoti fisici. Pandemie. Eventi, apunto, scaturiti dalla forza della natura mettono a dura prova le convinzioni date dalla ragione agli ordinamenti sociali.

In certi casi l'azione dell'uomo ha influenzato e accentuato le catastrofi naturali altre volte no ma sempre l'uomo è chiamato a rispondere nella maniera più consona.

La dissennata cementificazione. Gli allevamenti intensivi. Le estrazioni minerarie. Le trivellazioni resi possibili dall'ingegno umano anche negli abissi degli oceani.
Tutte queste azioni hanno alterato l'ecosistema e innescato reazioni a catena.
Gli eventi drammatici si ripetono ciclicamente nei territori ad alto rischio sismico e decimano vittime.

I terremoti sono eventi che in un certo qual modo hanno segnato gli anni in Italia.
In Calabria si ricorda ancora il terribile terremoto che rase al suolo Reggio Calabria e Messina nel 1908.
E le risposte, in qualche caso strumentalizzate o suggerite da interessi emotivi legati ai luoghi, alla storia, alla geografia politica e culturale del territorio, sono divenuti interminabili lacci annodati dalle lungaggini burocratiche senza fine.

In qualche caso sembra che qualcuno vegli sulle azioni dell'uomo e che suggerisca soluzioni meno dolorose rispetto alla vanagloria tutta terrena che risiede nel pensiero accentratore e megalomane di certe cordate di potere. (piccola dissertazione)

C'è chi vuole ricostruire l'addove la natura ha detto no. Neppure con le dovute precauzioni dettate dalle regole antisismiche. Ingabbia case e palazzi. Negozi e chiese. Monumenti eretti dall'insipienza e dalla vanagloria effimera terrena! (e anche questa operazione potrebbe essere definita una “installazione”).
E chi razionalizzando gli eventi, spinto dalla passione creativa, per mantenere il ricordo delle storie di quanti sono passati di lì, quasi a monito, cerca altre strade. Altri luoghi per ricostruire percorsi di vita. Altri capitoli lasciati aperti per le generazioni future da riscrivere.

Luoghi in cui gli artisti sono chiamati a dare il meglio. Proporre, con la loro opera, possibili rivoli di pensieri che toccano e contaminano passato e presente, persino il futuro nell'attimo in cui riescono a realizzare l'intenzione creativa prefissata da offrire alla collettività.

Il grande cretto di Burri è una di queste.
"il grande cretto di Alberto Burri a Gibellina vecchia"

Idealmente Burri ha tombato. Protetto. Racchiusa in religioso silenzio la toponomastica moderna insieme alla cultura antica degli abitanti della valle del Belìce un luogo. A perenne memoria ha voluto racchiudere sotto un enorme loculo la morte. La furia distruttrice che ha sfarinato le costruzioni in calce e fango di un tempo passato ed ha messo a nudo tutti gli aspetti della morte! Per offrire immensi sguardi oltre il tramonto ai nuovi sopravvissuti. Anche quando l'azione dell'uomo non è tra le cause principali del disastro, rimane il monito suggerito dal binomio “tutela e rispetto” nell'accezione più ampia del termine.

Creatività e Ri-nascite. Non solo a Gibellina. Questo, da artista, mi sento di auspicare all'alba del nuovo regime dettato dall'emergenza "covid-19" denominato fase 2.
Dal 18 pv guarderemo il mondo con diffidenza oppure con pensieri propositivi? Riusciremo a mettere a disposizione creatività, passione per la cultura per fare decollare la Calabria, guardando oltre il confine delle nostre labili teorie? volare col pensiero laddove il sogno degli eterni bambini ha saputo ridare nuovi concetti e attrattive all'ambiente devastato dal terremoto del 1968?

La Calabria è terra antica! Accogliente. Ricca di storia. Implementiamo la ripartenza delle attività territoriali con la creatività e sommiamo alle bellezze delle spiagge, dei boschi e dei monti la storia e la ricerca del bello attraverso gli interventi degli artisti.


giovedì 28 marzo 2019

solo per palati fini

Leccornie di Alta cucina.
Altissima arte culinaria servita su vassoio dorato: Lumache e lecca lecca.

Escargot & chups.
high culinary art in gilded tray painting. Haute cuisine: snails and candies
Alta cocina: caracoles y caramelos.

Lumache e lecca lecca.
high culinary art.
versi in pittura

venerdì 27 ottobre 2017

Arte, cultura e valore aggiunto

L'arte spiegata ai bambini con poche semplici parole.


Quello che chiamiamo arte è un banale incidente di percorso nell'evoluzione della storia umana.
Come tute le attività anche il disegno nasce casualmente e diviene strumento comunicativo.
La socialità del branco ma anche dell'idividualista l'intenzione di comunicare è un'esigenza che spesso diventa sinonimo di sopravvivenza. Possiamo paragonare il disegno alla scoperta della ruota. Alla rotondità dei tronchi che lasciati liberi sulla somma dei declivi rotolano giù fino a traggiungere la base del terrapiano. E a come questa scoperta alleviò le fatiche degli uomini primitivi.

L'uomo, fin dalla preistoria, perfeziona le geometrie che riscontra in natura e se ne avvale.
Come con la circoferenza del tronco, l'orma di un'impronta nel fango o della mano sporca appoggiata alla parete di una caverna suggeriscono le potenzialità insite che, migliorate nei tratti, se pur nell'elementare e incerta grafia, aiutano a trasmettere messaggi e notizie tra simili.

Col passare del tempo, grazie anche ai momenti d'ozio nei quali l'uomo medita sazio, l'osservazione attenta e la presa di coscienza inducono ad osare. Il segno trasforma l'impronta in verbo: “questa è la mia mano; io sono stato qui”.
In seguito lasciano altri messaggi. Messaggi più articolati.
I cacciatori disegnano azioni di caccia suffrangandole di prede, quantità e possibilità di cacciagione. Lasciano anche segnali di pericolo disegnando predatori e trappole disseminate lungo i percorsi.

Nei millenni, la conoscenza e i saperi acquisiti, la vanagloria, quindi la voglia di far conoscere agli altri la magnificenza del proprio rango, spinge i potenti e ricchi signori a fare “raccontare dai dipintori” le gesta degli avi attraverso le immagini dipinte sui muri del palazzo del casato.

Anche gli alti prelati, disattendendo il Verbo che imponeva di non fare falsi simboli e scivolare verso l'idolatria, cioè evitare di rappresentare fisicamente il Divino, si avvalsero dei sofismi pittorici. La cappella sistina è un magnifico esempio.
La pittura di bottega fu soppiantata dalla realtà con cui la luce colpisce e illumina o mette in ombra gli oggetti, la natura e le persone.
L'osservazione scientifica del creato compie il miracolo visionario. Gli impressionisti sono lo spartiacqua tra vecchio e nuovo modo di fare pittura.
Il gioco della creatività, però, non si limita ai colori, alla forma e al gesto. Saltando a piè pari una sequela di correnti cher hanno scritto la storia dell'arte, e disponendo di sofisticati mezzi di comunicazione di massa, i creativi vi attingono divenendo nell'attuale sistema dei giocosi osservatori.
Giocano. Osano. Si misurano con la materia, il gesto, i mass-media.
E siccome gli eventi si fanno pelle, i fatti e gli accadimenti sociali sedimentano tra pensieri e sogni, e i creativi, da eterni bambini, giocano con visioni che oscillano tra l'onirico e il reale.

Gli artisti, attenti e sensibili a quanto accade nel mondo, non sono sociologi o filosofi. Sono degli accumulatori che, avvalendosi dei linguaggi dell'arte scaricano all'esterno, mediante la materia e i simboli passati e presenti, si fanno messaggeri inconsapevoli(?) degli umori contemporanei.

Riassumendo:
lo strumento linguistico è trasformato lentamente nel tempo e diventa oggetto di culto caricato da un plus valore economico aggiunto, cioè diventa catalizzatore, banalizzando il concetto, salvadanaio per pochi e non più linguaggio comune che aiuta a crescere.
Quindi, da "segnaletica" a pregiato "mestiere" ed infine, ad oggi, il pensiero creativo proiettato all'esterno è, nel migliore dei casi, mezzo di provocazione culturale, Il gioco creativo è dialettica che assomma tecnica e mestiere con ampie aperture ai fenomeni culturali linguistici e all'imprevisto.

lunedì 29 agosto 2016

Mamme, che gioia!





Peccato! Gli scatti più belli li ho persi. Rapito dalla grazia della ragazza concentrata a documentare il suo cambiamento fisico da tutte le latitudini non ho pensato e avuto il tempo di impostare il mio telefono in modalità 📷 foto. Era davvero una bella immagine da condividere in barba alla privacy. 

D'altronde la bellezza fa bene alla mente e incita all'amore universale.
Cosa c'è di più bello di una donna col pancione consapevole della sua potenzialità creatrice?
Ebbene, l'immagine di questa mattina, prorompente d'amore, nonostante sia una metamorfosi connaturata alla nostra natura, nel rinnovare la vita, oltre a portare con sé le aspettative dei singoli dice con forza al mondo: esistiamo! Finché sapremo condividere le positività del pensiero solidale noi vivremo oltre le macerie causate dai fenomeni naturali ma sarà difficile sopravvivere alla malvagità che tiene in piedi i sistemi di potere dittatoriali. Penso ai depistaggi che nascondono le verità è impongono terrore e stragi.
Penso alle vite appese o vendute, barattate per quell'assurdo concetto del segreto di Stato. Ma oggi, la spensierata sequenza di autoscatti della sconosciuta riporta il mio pensiero alla bellezza della vita nuova. Auguri e buona vita

sabato 23 gennaio 2016

Noi che costruivamo le maschere con la carta

(l'apriscatole culturale)


Nel giro di qualche decennio siamo passati dal produrre poco e, tutto sommato, in sintonia con gli eco sistemi al produrre indiscriminatamente moltissimo inquinando il suolo terrestre e l'atmosfera.

Persino il barbiere riciclava le schedine del totocalcio vecchie. Le metteva sulla mensola davanti alla poltrona e quando doveva pulire il rasoio vi spalmava sopra la schiuma da barba appena tolta dal viso del cliente. E che dire del fruttivendolo o del pescivendolo che incartavano la mercanzia nei giornali dei giorni precedenti?
"maschere di carta"

Poi vennero gli anni di plastica e le industrie iniziarono a stampare persino i recipienti destinati a contenere gli alimenti e gli artisti fecero assurgere gli oggetti ad opere d'arte.

Eppure, come era bella la semplice quotidianità dei primi anni sessanta quando ancora sapevamo costruire i giochi e ci impegnavamo creativamente nell'assemblare i vestiti e le maschere per carnevale con i pochi mezzi che avevamo a disposizione.
Le maschere prendevano forma gradatamente da scatole di scarpe e da semplici fogli di giornali e dalle pagine dei quaderni.

Le maschere avevano forme diverse, spesso condizionate dalla disponibilità dei fogli di carta che si possedevano.
Il simbolo dell'infinito tracciato su due facce di foglio di quaderno si trasformava nella maschera di zorro e un ramo reciso opportunamente trattato diventava una spada.

Il carnevale e le altre festività erano una corsa felice verso la creatività affiancata e stimolata dai genitori e dai fratelli più grandi. E oggi?

lunedì 22 settembre 2014

lunedì 15 settembre 2014

Arte 2.2

Chi si sente fuori luogo; démodé; insomma, superato dalla commistione di stili nelle arti?


Quanti amano vedere una bella pittura che odora di pigmenti oleosi? È importante il supporto, la tecnica o l'estro dell'artista?

In letteratura è difficile imbattersi in scrittori all'altezza dei grandi classici. E sarebbe riduttivo per i contemporanei sforzarsi di esserlo.
Anche in pittura è anacronistico “perdere tempo” per lisciare una tela con colori e pennelli con setole morbide per tirare fuori figure che, al massimo del godimento visivo, fanno esclamare: è fedele come una fotografia!

Oggi, gli artisti, si avvaglono di elementi strutturali globalizzanti. Pittura, stampa, fotografia, video, installazioni, scrittura, segni, gesti, riti arcaici incontrano il contemporaneo. Si sovrappongono. Sedimentano. Propongono immediate visioni. Non per questo prive di messaggi culturali alti.

L'arte 2.2 è infinita, versatile. Si presta alla narrazione epica e quotidiana. È facilmente adattabile per le nature morte, i ritratti e la paesaggistica tradizionale. Consente commistioni tra antico e moderno in un battibaleno. Sovrappone trasparenze. Inserisce testi, numeri, immagini sequenziali. Insomma i nuovi mezzi, se pur costosi, per la verità, alleviano e accorciano i tempi di lavorazione creativa nulla togliendo alla valenza artistica dell'artista.

Ovviamente, alla base del lavoro e della ricerca artistica deve esserci la cultura segnica come scelta, perseguita e scandagliata da quanti intendono esprimersi con i linguaggi della contemporaneità.

giovedì 14 agosto 2014

Essere creativi, sempre

IL FAI DA TE CREATIVO: Portasapone da esterno. PICCOLE COMODITA'


Oggetti semplici che aiutano a vivere meglio.

È un porta bottiglie spartano ma praticissimo specialmente per chi ama vivere le vacanze all'aperto.

OCCORRENTE:

Rete metallica da modellare seguendo le misure consone alle proprie esigenze, l'esempio riprodotto ha le seguenti misure: cm 13+ 6 +13 x33.

2 Viti lunghe cm 15. (che fungono da supporto per agganciare alla parete il porta shampoo).

Un pezzo di tubo di gomma lungo 33cm per rivestire il lato esterno della rete ed evitare graffi accidentali.






E voilà, la creatura ha preso forma e pronta all'uso  :-)

martedì 5 febbraio 2013

creatività o cosa nei bastoni trasformati in armi?

arte povera?
Qualcuno ha mai pensato di trasformare per hobby innocui oggetti d'uso comune  in qualcosa di pericoloso? che so, un ombrello che oltre a riparare dalla pioggia possa anche sparare ai piccioni quando è tempo di caccia? oppure un bastone da passeggio in spada?
Beh, tranquilli, già fatto e arrestato. E' successo in Calabria, nel reggino.

Bastoni da passeggio e ombrelli trasformati in oggetti da difesa o offesa a seconda dei casi sono stati scoperti e sequestrati in Calabria nell'abitazione di un idraulico sessantacinquenne.
Armi perfettamente funzionanti e dotate anche di munizioni..
Due ombrelli, tre bastoni da passeggio, tre pistole realizzate con tubi metallici di tipo idraulico, un'arma lunga da sparo, 8 cartucce di vario calibro per pistola inserite nelle armi, una cartuccia calibro 12, un tornio nonché due bastoni da passeggio modificati con lama estraibile occultata nell'interno simili ai bastoni animati in uso nel secolo scorso.

Che dire? Se non fosse per la paura associata alle armi e alla morte violenta, alla sofferenza, alle ferite e al sangue che questi oggetti potrebbero provocare, si potrebbe premiare l'inventiva e la creatività dell'artigiano in pensione che ha saputo trasformare gli oggetti di sostegno e riparo in altro, configurato in armi da difesa o offesa, ma potrebbero anche essere intese come una sorta di “rivisitazione creativa” che farebbero la loro bella figura nella biennale di Venezia visto il tema di quest'anno scelto dal curatore Massimiliano Gioni “Il palazzo enciclopedico” riferito al progetto ideato dell’artista autodidatta italo-americano Marino Auriti che nel 1955 pensò ad un museo immaginario dove collocare tutto il sapere dell’umanità.

martedì 1 maggio 2012

Creatività, il gioco dei grandi

come inventare una storia osservando la realtà:

Malafemmina.

courtesy Mario Iannino, "il gioco dei grandi" part.
Coordinato intimo. Body... Totale cinquantamila e ottocento lire.
Se paga la merce possiamo chiudere un occhio, signora. Altrimenti siamo costretti a sporgere formale denuncia!
Il signore dietro la scrivania parla sommessamente. Ancora non ha fatto il callo.
E nonostante la lunga esperienza maturata nel campo della sicurezza aziendale ogni qualvolta becca un ladruncolo cerca di recuperare il giusto dovuto.
Non ho una lira! Che vi pare che mi piace rubare la biancheria intima nei supermercati? La colpa è di quel miserabile di mio marito che non mi dà una lira! -risponde piagnucolando la donna-
vedete, -continua tra le lacrime- non posso fare neanche la ceretta all'inguine!
Che vi posso dare? Sono una mamma disperata che non ha niente se non se stessa... posso offrirvi..
Ma che dice Signora! La smetta! Tiri giù la gonna e si copra!
Però... -sussurra il collega- la roba l'abbiamo recuperata. Poverina. Non vedi come trema. Evitiamole la vergogna... magari... 'na bottarella...
Grazie agente, perdonatemi non accadrà mai più vi prego qualsiasi cosa ma non denunciatemi...
Che dici sei pazzo!- risponde l'anziano vigilante- vada signora vada ed eviti altre fesserie.

Anto' ma hai visto che pezzo di gnocca? E quando ti capita più una come questa? Tu fai quello che vuoi, io... Ma non dire stronzate! Vai a lavorare! Oh Anto' si è offerta lei pare che gliela consumiamo! Ancora? Vai a fare il tuo dovere!
Il giovane esce sbattendo la porta e osserva oltre le vetrine. La donna dai capelli corvini è ancora là. Fa un giro e le si avvicina.
Ancora qua? Sì s' no no è che devo temporeggiare. Aspetto che mio marito esca dal lavoro ma se volete me ne vado! No può stare ma mi raccomando... mi tolga una curiosità: davvero lei prima...
Il vigilantes conclude la frase con una mimica abbastanza eloquente.
Beh, a mali estremi... Ma lei è una bella donna, perchè si butta giù così?
Eh, che ne potete sapere voi! La mia vita è un calvario.
Io mi chiamo Luciano e tu? Rosita.
Senti Rosita che ne dici se ci vediamo fuori, stasera dopo la chiusura? Nooo e che gli dico a mio marito? Che scusa gli caccio?
Allora domani? Alle 10, ti và? Nnn non loso... non è che dopo quello che è successo pensate che io sono una donna facile.
Nooo per carità. È che vorrei conoscerti meglio. Che so, magari diventare amici, aiutarti.
Sì sì lo so come voi uomini volete aiutarmi. Ma se è solo quello che vuoi... comprami quel coordinato e... ci vediamo domani alle dieci!

fine prima parte.


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