Bamboccioni, sindrome di Peter Pan idillio sociale o scaltri arrampicatori
È bello ritornare bambini. Interrogarsi per ogni cosa e stupirsi. Giocare con le parole, con i gesti e con i segni.
Creare uno spazio fantastico dove rifugiarsi, così da poter ritrovare l’incanto idilliaco o semplicemente la fiducia infantile che esorta a non vedere il male negli altri; un luogo schermato, che lascia fuori dal perimetro magico il frastuono mediatico dei cattivi ciarlatani.
Purtroppo, sembra che ogni concetto, azione o cosa, sia irrimediabilmente subordinato agli affari o all’arricchimento personale; all’esasperazione dell’io.
Sembra che nulla e nessuno riesca a modificare i cattivi fenomeni sociali incancrenitisi nel tessuto collettivo inculcati dall’azione corruttiva dei personaggi insigniti persino dalle alte cariche dello Stato con titoli onorifici quali cavalieri del lavoro o peggio senatori a vita.
Arrampicatori sociali scaturiti dal nulla assurgono agli onori della cronaca. Faccendieri che, arricchitisi con denaro pubblico o di dubbia provenienza, quando sottoposti a giudizio, si avvalgono della facoltà di non parlare o, peggio, vestono panni di vittime innocenti raggirate dai cattivi.
Il travestimento crea breccie nei cuori limpidi; i malfattori trovano sempre dei sostenitori ingenui che tifano e incitano alla reazione, salvo, costatare, alla luce dei fatti indagati scrupolosamente, furbesche quanto fameliche strategie cresciute all’ombra del perbenismo di facciata che incanta e fa proseliti.
La sindrome di Peter Pan non determina malessere comune: crea sgomento generato dalla corruzione e dal disfacimento dei valori democratici, entrambi consequenziali all’atto ideologico urlato dai finti buonisti che vomitano sugli altri rancori e delazioni.
Basta sovvertire i valori!
Dalla classe dirigente ci si aspetta trasparenza e esempio etico nonché rispetto per le minoranze e per quanti non hanno voce come sancito dalla Carta Costituzionale.
Insomma:
È opportuno riappropriarsi del libero arbitrio; valutare pacatamente i suggerimenti o gli indirizzi ideologici, politici o commerciali dei leader, ma anche delle agenzie pubblicitarie che inventano placebo per guadagnare ricchezze sulle tensioni emotive di determinati nuclei sociali. Considerare serenamente se sia etico per una coppia, che non ha la grazia di vedere i frutti prolifici dell’amore, adottare un bambolotto, un animale o un bambino sfortunato. Quanti amano, veramente, intuiscono nell’immediatezza la strada giusta da seguire.
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.
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