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domenica 1 gennaio 2023

Calabria, Sul filo della memoria

 

Verso sud. 



Il sole del sud lancia riverberi scintillanti sull'acqua del mare e sui cespugli di ginestra abbarbicati sul pendio collinare a ridosso della strada statale che inanella le case sparse sul litorale jonico catanzarese.

Quanto tempo è passato? Solitamente non mi piace fare calcoli temporali. A farli si soffre di più e il tempo infligge la sua lama tagliente nella carne viva dei ricordi.

Preferisco chiudere gli occhi e osservare dalla fessura delle palpebre il caleidoscopio delle immagini immagazzinate nella memoria.

sabato 17 dicembre 2022

L'amore per il lavoro guida le grandi anime

 

La semplicità guida i cuori.



Mi ha sempre affascinato l'immagine del buon pastore che lascia il gregge per andare a cercare la pecorella smarrita.

La vedo in mezzo al mare. Sui barconi dei mercanti di esseri umani tra i bambini e le donne abusate caricati come vuoti a perdere. Sballottati gli uni contro gli altri. Bagnati. Affamati. Terrorizzati! tra i lavoratori precari, sfruttati e sfiduciati dal sistema governato dalle lobby.

Pecorelle smarrite, i nativi che sopravvivono ai margini delle società opulente. Persone smarrite tra le scorie del consumismo. Senza tetto, senza lavoro, senza niente se non la pietà dettata dall'amore di pochi.

mercoledì 7 dicembre 2022

Opere pubbliche, strategie politiche e bisogni

 

Aspettando la buona sorte.



Sempreché esistesse davvero, la buona sorte è la panacea dei deboli. Quanti nascondono la testa sotto la sabbia, imitando gli struzzi quando avvertono pericoli e nell'attesa che passi, sono di fatto sostenitori del tiriamo a campare!

Attendisti e attendiste non sono categorie coniate adesso e neppure possibilità certe di promesse fatte in campagne elettorali. Anche se l'attendibilità si basa su motivi suffragati dalle circostanze possibiliste suffragate da possibilità quasi sicure di potere attuare un progetto, attendere onestà intellettuale in certi ambiti è mera illusione.

mercoledì 9 novembre 2022

Calabria e Sicilia divise da appena 3 km di mare

 

50,45 km di cui 39 sotto il mare, misure che lo rendono il tunnel con la parte sottomarina più lunga al mondo e il terzo per lunghezza complessiva. Questa opera faraonica di alta ingegneria unisce due nazioni: Francia e Inghilterra.

Le gallerie all'interno del tunnel sotto il canale della Manica, progettate per il trasporto merci e passeggeri, hanno abolito l'ostacolo frapposto tra le coste francesi e inglesi ovviando all'utilizzo delle navi senza erigere ponti.

La distanza tra le due coste è di circa 40 km.

A pensarci mette quasi paura un viaggio del genere. Forse sarebbe molto più suggestivo, se riuscissimo a bandire la frenesia del tempo perso nell'attesa di arrivare all'agognata meta, un viaggio in mare con tanto di calda accoglienza nelle navi. Ma gli affari non amano le vacanze leziose; spingono impellenti. Le merci devono raggiungere prima possibile i mercati e gli acquirenti!

domenica 6 novembre 2022

Lettera aperta a Giorgia Meloni

 Cara Giorgia ti scrivo:

Sbarchi selettivi e decisioni restrittive sono la dimostrazione muscolare di vecchi e nuovi personaggi che, pur snocciolando rosari e esponendo immaginette sacre, calpestano il sacrosanto diritto alla vita dei più deboli. Per lo meno questo è il messaggio che arriva a noi che subiamo le notizie.

Persone inermi gettate su carrette e gommoni in mare aperto quasi fossero merce avariata da eliminare. C'è, inutile nasconderlo, un mercato umano dietro ai derelitti giunti sule nostre coste. Ci sono interessi enormi di governanti collusi. C'è cannibalismo!


mercoledì 2 novembre 2022

Ostaggi in mare, con quale coscienza si blocca lo sbarco?

 “Abbiamo chiesto al governo italiano di dare velocemente soccorso!”

Così risponde il governo tedesco agli sproloqui che si sentono in giro in merito alle navi delle ong cariche di migranti ancorate al largo delle coste italiane.

Sui giochi di parole della politica spicciola si consumano i sogni di tanta povera gente costretta a intraprendere i viaggi della speranza.

Non si vogliono trovare colpevoli, si chiede solo di porre fine al viaggio di donne, uomini e bambini partiti dall'Africa in cerca di una vita migliore.

E se più di mille persone sono bloccate nelle 3 navi delle Ong molti di più si chiedono se “questo è un uomo... che vive o muore per un sì...”.

La cieca crudeltà di uno sparuto gruppo che dovrebbe guidare le sorti del proprio popolo e prendersene cura condiziona e determina azioni nefaste di intere nazioni.

Purtroppo i fatti recenti gridano forte e chiaro che non sono bastate le atrocità tramandate dalla storia per migliorare le menti e far sì che non si verificassero più delitti contro l'umanità.

martedì 25 ottobre 2022

Innamorati della propria terra

 

È ancora presto. Sono circa le 7 del mattino. Il sole spunta dal mare e inizia l'ascesa nel cielo. Sarà visibile pienamente fino a mezzogiorno, circa, fino a quando, cioè, la luna non gli si metterà davanti e darà origine all'eclissi.


L'aria è piacevolmente fresca, tonificante per chi si appresta a fare del sano jogging.

Tra i cespugli una figura cerca di catturare con l'android i primi bagliori del giorno nascosta dietro un giovane melo selvatico. Cerca di filtrare i riflessi eccessivi attraverso i rami e le foglie del melo per ottenere un'immagine suggestiva e poterla postare su qualche social-media.

Da lassù lo sguardo abbraccia il mare e parte dei palazzi anonimi del quartiere Corvo, un agglomerato urbano sorto negli anni '80 nelle campagne di S. Maria, una frazione a sud di Catanzaro.

Spostandoci a nord di qualche centinaio di metri arriviamo a vedere Pistoia, non la città Toscana ma, il quartiere popolare dove si è consumato un dramma sociale impossibile da accettare: l'incendio al 5° piano di un edificio popolare in cui sono morti 3 fratelli giovanissimi e 4 sopravvissuti: i genitori, una ragazzina e un ragazzino ricoverati nei centri grandi ustionati.



venerdì 21 ottobre 2022

Il ponte si farà! parola di Salvini

 

IL PONTE SULLO STRETTO SI FARA'!

Lo assicura Salvini appena nominato ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel nascente governo Meloni.

Per Calabria e Sicilia ricomincia l'ennesima telenovela. Ponte sì. Ponte no!

L'infrastruttura, che non sarebbe la prima e neanche l'ultima opera di alta ingegneria civile studiata per unire terre divise da dirupi impervi, in questo caso il ponte dovrebbe rendere più agevole la viabilità tra due regioni contigue divise dal mare servite da traghetti ogni 30 minuti circa, esclusa fila dei periodi critici. Certo, il ponte taglierebbe il grosso della mobilità auto sui traghetti e, probabilmente, anche le attese agli imbarcaderi. Ci sarebbe, come accade nelle transazioni tecnologiche, un taglio deciso della mobilità marinara così come la conosciamo. Guadagneremmo qualche frazione di tempo e le merci viaggerebbero spedite.

Il ponte sullo stretto potrebbe diventare un'attrazione! Se costruito con le dovute accortezze antisismiche nel rispetto dell'ambiente: flora e fauna terrestre e marina.

giovedì 13 ottobre 2022

Confessioni a notte inoltrata

È una sensazione difficile da descrivere. Ma anche se sei in braccio a Morfeo e stai facendo sogni bellissimi o sei imprigionato in incubi da cui è impossibile scappare capisci immediatamente che quello che stai subendo è l'effetto ondulatorio del terremoto! E non il dondolio della persona amata.

La sveglia segna le “00:51”.

Secondo l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) il sisma ha avuto ipocentro a 36 km di profondità ed epicentro in mare, davanti Catanzaro Lido.


Mi giro nel letto E, non avvertendo altri movimenti, mi accingo a riprendere il sogno dal punto in cui è stato interrotto cosciente dell'eventuale concorso di colpa per non essermi precipitato fuori casa nel mezzo della notte, confidando nella capacità tecnica dell'edificio costruito in cemento armato modulare antisismico.


martedì 4 ottobre 2022

Per le vie della Calabria

 

La sua forma ricorda un calzino stropicciato appena sfilato, gettato a terra o adagiato nella cesta dei panni sporchi in attesa del lavaggio rigenerante, al termine di una lunga e intensa giornata di cammino.

La Calabria è una terra stanca dal temperamento focoso a cui basta poco per riprendere energie. Sì la Calabria è una sferzata d'ossigeno puro! È uno spaccato di vita simile a quei momenti trascorsi in buona compagnia a scarpinare tra boschi in cerca di funghi o semplicemente a passeggiare e contemplare la natura immersi tra larici, abeti e pini della Sila attrezzata e pur selvaggia nella sua maestosità paesaggistica.



Il viaggio in Sila, tra i boschi dell'entroterra calabrese, riserva sempre sorprese ai visitatori, siano essi indigeni o turisti forestieri.

L'ospitalità è scontata al pari delle pietanze antiche proposte nei luoghi d'accoglienza.

L'avventura inizia e si assapora già lungo i tragitti stradali che portano i viandanti nei luoghi di destinazione scelti.

Le strade panoramiche strette e capricciose sembrano serpentelli imprevedibili coi loro tornanti improvvisi a sbalzo che si elevano al cielo e sembrano danzare interrotti brevemente da lingue d'asfalto aperte sul mare. I brevi rettilinei evidenziano la quiete e, la bellezza del territorio, invita ad assaporare l'attesa dell'inaspettato viaggio immersivo.

Questa è Calabria!

mercoledì 17 agosto 2022

Assorbenti gratis in Scozia e in Italia? ticket a volontà

 

Tre euro. Come tre euro? E l'esenzione? L'esenzione non copre l'importo del farmaco per intero, questo è un farmaco di ultima generazione ma può optare per il generico che ha la stessa formula ed è dispensato completamente dal servizio sanitario nazionale senza alcun aggravio per gli assistiti. …

Inutile discutere col farmacista. Le disposizioni regionali sono queste!

La sanità in Italia è un colabrodo. In Calabria ancora peggio!

Il disavanzo regionale causato dalle gestioni allegre che hanno consentito rimborsi ripetuti alle case di cura private è cresciuto negli anni in maniera esponenziale. I brogli stanno venendo al pettine degli inquirenti che visionano i conti nell'intreccio dei dati messi a disposizione dall'ufficio liquidatore regionale e i debitori.

Il debito è talmente alto da non consente neppure agli ammalati cronici di accedere a determinate terapie prescritte dagli specialisti. Persino gli assorbenti previsti per l'incontinenza sono calmierati.

L'assurdo è quando i farmacisti dicono: “è un farmaco in classe c”. e chiedi: che significa? Significa che è dispensato gratuitamente solo ai superstiti di guerra!

(I farmaci di classe C sono i farmaci a totale carico del paziente (eccetto i titolari di pensione di guerra diretta vitalizia - legge 203/2000). )

certo, c'è il mare tra il nostro sistema assistenziale e quello della Scozia, una lontananza siderale se si pensa all'ultima legge del parlamento che ha deliberato di erogare alle donne gli assorbenti per una semplice questione di equità

Da lunedì 15 agosto chiunque ne ha bisogno può ottenere gratis i prodotti per il ciclo mestruale. La Scozia diventa così il primo paese al mondo a combattere fattivamente la "period poverty" (povertà mestruale), garantendo l'accesso gratuito agli assorbenti a tutte le donne che possono ritirarli nelle farmacie, nei centri giovanili ma anche nei luoghi istituzionali dei saperi: università e scuole.

La legge, presentata nel 2019 dalla parlamentare Monica Lennon e approvata nel novembre del 2020 adesso è un dato certo.

Anche altri Stati stanno dimostrando sensibilità in merito: in nuova Zelanda per esempio i prodotti mestruali sono gratuiti per le studentesse, mentre in Canada e Regno Unito è stata eliminata l'Iva sugli assorbenti. E in Italia? Con l'ultima legge di bilancio l'imposta è stata ridotta sui prodotti mestruali dal 22 al 10%.



domenica 24 luglio 2022

Oltre il cancello

 

Lettera ai figli privi di memoria ma anche ai compagni e alle compagne di vita.

Nel giorno in cui Papa Francesco fa un viaggio penitenziale in nord America per chiedere perdono ai nativi per gli abusi perpetrati dagli invasori e anche dai religiosi che hanno imposto i loro credo mortificando le culture autoctone ricorre anche la giornata, sempre istituita da Francesco, per ricordare il bene dei nonni e degli anziani.

Persone deboli, i nonni, gli anziani, gli emarginati in generale che subiscono l'arroganza dei tempi tout court. Penso a quanti sono lasciati ai margini da una società indaffarata e condizionata dalle situazioni immediate e agli impegni lavorativi.

In nome del lavoro e delle rispettive aspettative di vita spesso si è difronte a delle scelte estreme o comunque a delle scelte che al momento sembrano essere le più confacenti.

Si tagliano legami ritenute zavorre.

Gli anziani e i non autosufficienti sono parcheggiati in pensionati, strutture socio-sanitarie e case famiglia che di familiare non hanno nulla!, strutture voraci che costano un occhio della testa dove i ricoverati vivono lontano dagli affetti gli ultimi giorni della loro vita.

Ed ecco che ancora una volta si alza l'unica voce commiserevole: Francesco parla di “anziani a chilometro 0!”. che, in parole povere significa: nonni e anziani tenuti in casa. Nella stessa casa che hanno vissuto! Cresciuto figli, amato, sognato e pianificato il futuro della famiglia e dato i principi fondamentali a figli e nipoti in assenza dei genitori.

Ma i giovani oggi sembrano essere distratti dagli affetti. Anzi, li vivono come delle restrizioni. Anche i pensieri della quotidianità come accompagnare i figli a scuola e persino al mare o in montagna diventano impegni che limitano il proprio stile di vita votato alla spensieratezza.

La famiglia tipo del 2022 preferisce, se non ha eccessive spese gestionali, mangiare fuori, non cucinare, non usare gli elettrodomestici non per evitare o limitarne i consumi ma per poter dedicare il tempo libero per la cura della propria persona: oziare!, spettegolare al telefono, chattare, sbirciare nei profili social, esprimere dissenso o solidarietà a qualche post con un emoticon ma mai impegnarsi seriamente con una analisi costruttiva.

È consuetudine sentire qualche giovane mamma mentre parla al cellulare, al cellulare non si sussurra: si grida!, con qualche conoscente, reale o virtuale conosciuta solo sui social, ma questo è irrilevante. In un luogo qualunque. In coda alla cassa del supermercato. Per strada. In pizzeria. Dal medico. In ambulatorio.

I panni sporchi non si lavano più in famiglia ma sono sciorinati al sole e al vento.

In questo clima gli anziani specialmente non autosufficienti sono ritenuti una palla al piede. Zavorre da parcheggiare altrove, lontani dalla propria vita.

La giornata dedicata ai nonni è stata trasformata in una ennesima occasione commerciale dalla società mercantile e dalla pochezza di pensiero di quanti guardano e badano all'economia, al conto in banca e alle leggi della finanza.

Qualcuno ha detto che tenere i nonni a casa, a km 0, è un affare. La loro presenza per le giovani famiglie e per la società sono l'equivalente di una finanziaria.

Ecco, tutto ruota attorno all'economia e non agli affetti.

Si antepone, insomma, il fattore utilitarista alla corretta qualità della vita degli anziani o, peggio, si associano teorie qualunquiste cucite addosso al momento, caso per caso. Per intenderci: non voglio soffrire insieme a te. non intendo perdere tempo per curare il tuo corpo, le tue ferite, la tua vecchiaia...

I figli hanno dimenticato. E saranno dimenticati a loro volta. D'altronde non hanno scelto loro di nascere, ci potrebbe anche stare quando si troveranno dall'altra parte del cancello.. E i compagni o le compagne di vita? con cui si è sofferto e gioito e che dimenticando (peggio se cristiani sposati in chiesa) il patto di solidarietà e mutuo soccorso reciproco giurato nel giorno più bello, decidono di recidere l'ultimo anelito di speranza scaricando l'infermo in una qualche struttura "d'eccellenza". Lasciare oltre il cancello lo scarto di una esistenza---

giovedì 28 aprile 2022

Catanzaro, da mò al 12 giugno

 

"torre cavallara, cz sud"

Catanzaro. In attesa del 12 giugno, data che vedrà in tarda ora l'insediamento del nuovo organigramma politico a palazzo de nobili, si scaldano i motori. Si intrecciano accordi. Non si disdegnano neppure i tanto vituperati saltimbanchi della politica pur di raggiungere e indossare la fascia tricolore.

Abbiamo il sindaco “giardiniere” che vuole fare di Catanzaro una città giardino. Con tutti ma senza inciuci. Salvo poi vedere, spulciando tra i candidati, una sorta di restyling, ché la composizione dei salvatori della patria non si discosta molto dalla formazione precedente.

Insomma:

Si tocca il polso della politichicchia. E, nostro malgrado, ascoltiamo i rispettivi punti di vista che purtroppo rimangono invariati. Siamo testimoni in/colpevoli? Cittadini apatici, assuefatti e ormai succubi della cattiva gestione amministrativa e sociale? L'ignavia sembra padroneggiare il gregge.

D'altronde la realtà delle periferie, la qualità della vita, i servizi obsoleti, salvo qualche leggero cenno di miglioramento apprezzabile in centro città e nella marina ( se però ignoriamo che Catanzaro è tutta un divieto generalizzato quasi priva di parcheggi liberi...) emotivamente speranzosi, ci si lascia andare a aspettative corredate da promesse mai mantenute, chissà perché, sempre imputabili a quelli del campo avverso e alle giunte precedenti.

La realtà oggettiva attuale fotografa una gestione della cosa pubblica scadente. Un fare della politica ch'è conseguenza limitante e limitativa di azioni paragonabili alla lista delle lavandaie attanagliate dalle esigenze immediate, quotidiane e, che per il modo di fare condizionato, scade in deprimenti accuse, omissioni e incoerenze politiche imperdonabili come se chi si è seduto nel consiglio comunale non avesse strumenti democratici per contestare e ovviare a errori o sviste della maggioranza. Come se l'opposizione fosse prigioniera di chissà qualche potenza oscura e perciò impossibilitata nell'emendare proposte e fare espletare bene il mandato elettorale anche a quanti distratti dai problemi immediati sottovalutava il futuro. Perché la politica, quella sana, guarda lontano, in divenire; il resto, l'immediato è un esercizio di normale amministrazione.

Personalmente, mi aspetto, dalla politica, che faccia propria la questione sociale delle realtà periferiche nei fatti, che sia sensibile ai bisogni di tutti ,attenta sì all'immediato ma che sappia programmare principalmente la serenità, l'armonia tra il centro e le periferie fisiche e culturali esistenti in città.

... non sempre le minacce e i nemici arrivano dal mare, si allevano anche serpi in seno. 

Pemmò aspettamu.

  Guardamu; e mentre osserviamo l'evoluzione delle forze politiche scese in campo, i veti imposti dalle segreterie attendiamo le mosse degli altri schieramenti pronti a scendere in campo sperando in un estremo atto di nobiltà di pensiero della Politica seria. E non cavalli di Troia


giovedì 19 agosto 2021

Sanità calabrese un paradosso da salvare

Italiani, Calabresi! E quanti versano in condizioni di disagio.

e.p.c:

Cari: Spirlì, presidente regione Calabria ff, commissario alla sanità e assessori tutti:

Per capire quanto possa bruciare il fuoco lo si deve toccare a mani nude.

La sanità in Calabria è qualcosa di assurdo!

Allucinante! È come entrare nell'inferno delle probabilità dei naufraghi di arrivare in un porto sicuro sotto la pioggia di fuoco della guardia costiera comandata a disperdere gli indesiderati ospiti.

Eppure i migranti ci provano e nonostante i pericoli che sanno di dovere affrontare salgono sulle carrette del mare. Tentano e sfidano la sorte.

Non è un paradosso! È una roulette russa anche per quanti nati in Italia e precisamente in Calabria sono costretti a ricorrere alle cure mediche specialistiche e tra burocrazie e cattiva gestione della sanità pubblica diventa un miracolo se non ci lasciano la pelle!

Gli ostacoli da superare tra uffici e visite specialistiche sono insormontabili per chi vive di pensione!

Una misera pensione da 400€ al mese, e ha, oltre alla necessità di cure mediche salvavita, anche l'esigenza degli ausili pensati e elargiti dalle strutture preposte affinché l'ammalato possa vivere dignitosamente lo stato di degenza post ricovero.

Tra tamponi covid da fare a proprie spese prima di accedere alle cure chemioterapiche, la chemio stessa e ipotetici pannoloni per gli incontinenti, se non si dispone di un conto-corrente ben fornito e qualche conoscente si può tranquillamente morire o, bene che vada, farsi i bisogni addosso vista la burocrazie e le tantissime pastoie del servizio pubblico nazionale che dovrebbe snellire le pratiche.

Un esempio?

Dopo la visita specialistica, designata e imposta dai dirigenti per avere diritto alla fornitura,

Lo specialista prescrive 120 pannoloni al mese e 30 traverse salvaletto? L'ASP dispensa metà pannoloni e zero traverse. Sì proprio così! (l'addetto dice che queste sono le direttive: 2 pannoloni al giorno e 0 traverse).

Chiedo:

Allora perché, tu burocrate preposto al servizio, hai preteso le visite e i certificati specialistici, l'invalidità, l'auto dichiarazione a corredo della richiesta per un trattamento previsto dal servizio sanitario pubblico nazionale istituito per tutelare la dignità dell'ammalato?

Cari assessori alla sanità della regione Calabria e cari politici, burocrati tutti che succede? Non ci sono soldi per i poveri?

A dire il vero anche chi ha qualche risparmio non può permettersi d'ammalarsi:

se per una emergenza qualsiasi le strutture private chiedono 300€ per il professionista e il resto dall'ammontare rimane incognito, così, sulla fiducia perché prima della visita non si conoscono i piani da attuare, serenamente meglio intraprendere il viale del tramonto in piena e consapevole dignità! Non per i soldi! Sia ben chiaro! Semplicemente perché Ippocrate è desueto.

sabato 19 giugno 2021

Emanciparsi dalla retorica della cattiva politica, imperativo presente

Cos'è che manca al sud?

Quali sono i motivi del mancato decollo dei territori e delle sue genti? Perché le infrastrutture strappate e imposte da certa forma di pensiero politico alla programmazione centrale non hanno sortito gli effetti sperati?

Sono tantissimi gli interrogativi posti da chiunque si trovi al porto di Gioia Tauro o nella piana ex sir di Lametia Terme e altrettanto nei luoghi storici della Magna Graecia o sui crinali che si affacciano come logge sul blu cristallino del mare e sugli altipiani della Sila e dell'Aspromonte.

Gente e luoghi magnifici! Non c'è che dire!

Potenzialità inoppugnabili per tanti che, come me, hanno girato abbastanza l'Italia per lavoro o altro. Eppure ancora siamo fermi al palo. Moltissimi, rassegnati, sembrano aspettare il condottiero che faccia della Calabria e del sud in genere un polo d'eccellenza.

La storiella si ripete anche questa volta in occasione delle prossime elezioni regionali.

Il popolino è stupido!, sì è stupido se ancora dà adito e credito alle persone che aprono bocca e emettono fiato per liberare vecchi ritornelli pieni di promesse e retorica trite e ritrite.



La Calabria ha tutte le carte in regola grazie alla benevolenza della Natura che ha strutturato il territorio in modo invidiabile. L'orografia calabra suggerisce da sola quali peculiarità e quante opportunità d'azione possono essere attuate col minor sforzo e col massimo profitto.


Le intelligenze non mancano! Anzi le migliori menti le troviamo in prestigiosi atenei e strutture cliniche universitarie pubbliche e private sparse nel mondo.

Solita retorica! Dirà qualcuno. Intanto il sud rimane ai margini.

Sì può darsi. Però, invece di piangerci addosso abbiamo mai tentato veramente di cambiare? iniziando da noi stessi? Metterci la faccia e spendersi in prima persona senza aspettare l'eroe, il capopopolo straniero? Abbiamo mai meditato seriamente sule opportunità insite collegate ai tesori antichi e alla bellezza del territorio? Alle sue offerte turistiche? Alla potenzialità del buon concetto di governo del territorio e delle reali domande di partecipazione agli eventi non con l'orgoglio "d'appartenenza" tout court che è una mera strafottente posizione personale di supponenza ma con l'amore per la gente e per la terra che ha visto crescere tensioni e sogni?

Così guardo alla Calabria, al sud e all'Italia con la testa in Europa e nel mondo intero perché solo guardando le genti con purezza riusciremo a salvarci, insieme.

lunedì 19 aprile 2021

Dedicato a Ebru Timtik

Al bando ogni forma di retorica!

Quanto succede nei paesi a guida dittatoriale è, per noi che viviamo quasi comodamente nelle civiltà democratiche grazia al pensiero e al sangue dei nostri padri, inimmaginabile!




Impensabile, per noi, l'idea di potere essere oggetto di reclusione coatta per avere espresso un pensiero divergente.

Le orrende vicende scritte per la storia col sangue dei deboli e indifesi sotto i regimi totalitari non sembrano essere servite a nulla se ancora adesso le barbarie avvengono impunemente in nome di un imprecisato concetto di “interesse nazionale” che nega alla nazione la libertà di pensiero e di identità. In questi paesi non esiste l'uguaglianza e men che meno le quote rosa e la parità di genere. I dissidenti sono sottoposti a torture o lasciati languire nelle carceri. E la legge non è per niente uguale per tutti nei tribunali.


L'indignazione dovrebbe sgorgare spontanea dal nostro essere uomini liberi. Dovremmo essere capaci di trasformare in forza propellente foriera di libertà la rabbia per l'inciviltà a cui assistiamo! farla diventare azione persuasiva e volontà di liberazione degli oppressi.

Alcune vicende sono di dominio pubblico. Altre no. Rimangono segrete all'opinione pubblica.

Storie di torture. Morti. Depistaggi.

Storie di persone, donne e uomini vittime del regime totalitario, vicine geograficamente ma lontane anni luce dalla nostra realtà.


Ebru Timtik. Morta in turchia per avere portato alle estreme conseguenze il suo essere donna che lotta contro il regime di Erdogan per un equo processo.

Ebru è morta in carcere perché ha deciso di non alimentarsi. Il suo fisico non ha retto. Ha seguito l'esempio di altri dissidenti morti prima di lei.


Da noi, essere incarcerati per reati quali l'esercizio del libero pensiero e la rivendicazione dei diritti ugualitari e Il rispetto della donna è pura fantasia.

Essere carne da macello se si contesta l'ovvietà dei despoti e dei loro comportamenti è successo in passato! Non più. Sarebbe oltre il contesto storico. Mai abbassare la guardia, però.

Spulciando tra le notizie e i sentimenti che nuotano nel mare immenso del web, sempre che non abbia sbagliato canale e giorno, pare non interessi che a pochissime persone la vicenda della giovane avvocatessa turca deceduta dopo 238 giorni di digiuno.

Ricordiamolo: protestava per un equo processo. Ma in Turchia, nella turchia di erdogan non esiste un processo equo per chi è ritenuto un terrorista dal regime e Lei era, per il regime, una terrorista.

Quanti si sono rammaricati? Quanti hanno postato un pensiero di solidarietà? Inutile, forse, adesso.

Attenti a specchiarci sui display non ci indigna più niente e i fatti degli altri non ci riguardano!, niente e nessuno, oltre a noi, è più importante.

Realtà o mondo virtuale conta solo la difesa a oltranza del nostro ego proiettato sui media. E mentre noi ci specchiamo nelle acque calme dello stagno qualcuno lancia disperate grida d'aiuto.

È andata via da martire Ebru. Ha difeso un concetto assodato da noi ma non lì. Ha immolando la sua vita per un'idea. Che sia da sprono al libero pensiero per la rinascita dei Turchi e delle genti oppresse in ogni parte della terra.


domenica 18 aprile 2021

Da un appunto trovato x caso😎

Tra non molto torneremo al mare. Apprezzeremo il sole sulla pelle, l'aria salmastra che s'infrange sugli scogli o mossa dall'elica di un motoscafo oppure solcata da una barca a remi. Ce ne sono ancora di barche che vanno a braccia?

No, perché pare sia diventato uno status generale quello di dimenticare le buone e salutari abitudini. Dimenticare ogni cosa, bella o brutta. E con esse l'autostima. Mi riferisco a quelle attitudini che abbiamo tutti, basta saperle recuperare e coccolare, farle irrobustire con la pratica assidua e applicarle nei piccoli e grandi problemi quotidiani.

E pare che il periodo che stiamo vivendo, invece, ci abbia ingabbiati in una sorta di isola personale in cui abbiamo eretto alti muri fortificati al cui interno raccogliamo il nostro personale tesoretto delle comodità: terminali che in gergo corrente si chiamano devices, televisori smart, pc, telefonini!




E questa volta non è come quando eravamo bambini che giocavamo e sognavamo di essere sulle torri di un maniero mentre fuori imperversava la poliomielite. E neppure di parlare coi nostri affetti lontani, amici e familiari, amati, amanti, insomma di potere continuare a intessere relazioni a distanza parlando e inviando messaggi quasi telepaticamente seppure immobilizzati in un letto di ospedale.


Quelli che hanno la stessa mia età o giù di lì sanno di cosa parlo.

Parlo di quei giochi che ci costruivamo da noi con l'aiuto di qualche persona più grandicella, un fratello, amico o genitore.

Della spada fatta con due legni incrociati alla trottola improvvisata con una pigna; monopattino e carretto rigorosamente auto costruiti e con qualche pezzo mancante e introvabile auto prodotto.

All'epoca in cui mi riporta la memoria non avevamo le possibilità fiorite nel tempo e neppure lo spreco indotto dal consumismo.

C'erano negozi forniti solo del necessario e quelli di giocattoli quasi inesistenti con poche marche di detersivi e saponi, prodotti di bellezza risicati sugli scaffali.

E il telefono così come lo conosciamo oggi forse era anche difficile d'immaginare! Era impensabile poter trasmettere pensieri e parole a distanza telepaticamente. Come avremmo voluto che ci fosse una magia che ci tenesse in contatto con le persone care lontane

Eppure tutto ciò è diventata la nostra contemporanea realtà. Buona o cattiva, dipende da come la si vive.

Per moltissimi le comodità che ci siamo date è una realtà che fa adagiare sul letto dell'ozio e per alcuni, pochi in verità, è un aiuto, una possibilità. Un po' come lo è stato il telecomando che a furia di stare seduti comodamente in poltrona senza neppure alzarci per cambiare i due canali che avevamo a disposizione in quello che fu il teatro in casa ci siamo impoltroniti e ingrassati. E fatto aumentare i valori cattivi nel nostro organismo.

E poi ci chiediamo come mai sono comparse le malattie del benessere anche nelle fasce d'età infantili.

Non è una questione estetica ma salutistica quella che dobbiamo far dipendere dalle buone pratiche comportamentali giornaliere per stare meglio e mantenerci in discreta salute. E allenare la mente alla creatività è un'esigenza fondamentale.

Usare opportunamente le nuove tecnologie in casa sarebbe l'ideale!



sabato 17 aprile 2021

Creatività applicata, di necessità virtù

Il vento soffiava forte quel giorno. Agitava l'acqua del mare e alzava la sabbia in piccoli vortici. Qualche ombrellone volava. Come se una mano invisibile lo strappasse con forza dalla buca appena scavata volava via portando con se la maglietta appesa ai raggi smembrati della tela capovolta.

Dalla fessura delle palpebre socchiuse intravidi una massa imponente che veniva nella mia direzione.

Vestiti appesi svolazzanti, costumi da donna e da uomo e cappelli ancorati con maestria stavano lì alla mercé della furia del vento e avvolgevano l'uomo che li trasportava.

L'ambulante marocchino si era costruita una sorta di croce ambulante che fungeva da bancarella: due ombrelloni tenuti insieme da due traverse tubolari in metallo e due piedi per poggiarla al suolo per la sosta e la vendita della mercanzia.

Un buon risultato di creatività applicata! Non c'è che dire!

La struttura costruita dal “cugino” marocchino, corredata da una rete fissata alle traverse, simile a una creatura fantastica, si lasciava trasportare dal vento senza decollare.

L'ambulante si ferma, sosta affianco a me e mi chiede dell'acqua. Gli porgo la bottiglia. Beve a canna. Ne versa un po' nel palmo della mano e si lava il viso, non una goccia cade a terra. Nonostante le difficoltà ambientali e la stanchezza che avrebbe provato chiunque nel trasportare quel catafalco, lui, ha saputo sfruttare appieno la ricchezza del prezioso liquido: l'acqua!




Apro di più le palpebre dopo avere inforcato gli occhiali e valuto che il mio interlocutore ha un bel colore ambrato e non ha più di 16, 18 anni. Esile. Fisico tonico. Con un gran sorriso parla un italiano dall'accento francese.

Dice di essere senegalese. Che fa la stagione in Calabria. Fa qualche soldo e poi torna a Roma dove si presta a fare la comparsa a Cinecittà.

È sposato. E la moglie è in Senegal in dolce attesa. Lui spera che siano due bambini perché, mi dice, perché sarebbe un evento fortunato. Ne è convinto, glielo aveva pronosticato il nonno.

Toglie dal marsupio il telefonino; scorre la galleria e mi fa vedere delle foto della sua famiglia:

 La moglie è bellissima, una diva da copertina. E il nonno, un anziano capo di qualche tribù vestito coi paramenti tribali, ha una lanugine ricciolina grigiastra e un bel sorriso che lascia intravedere l'assenza di un incisivo.

Non so se mi prende in giro. Ma è piacevole parlare con lui. Dimostra uno spirito sornione nei confronti delle paranoie nostrane ed è felice di esistere e essere sotto il cielo nonostante le difficoltà che non risparmiano nessun essere vivente sulla terra.

Il vento continua a creare mulinelli di sabbia e i vestiti appesi svolazzano.

Lui ringrazia e riprende il cammino sospinto dal vento.

lunedì 5 aprile 2021

Racconti calabresi: l'estate a Tropea

Tropea, isola della mia infanzia.

Siamo agli inizi degli sessanta. 

L'antico convento suscitò in me sensazioni fiabesche.

Sembrava di essere in un castello edificato da qualche principe o dai pirati in un'isola nel bel mezzo dell'oceano. 

La calura estiva si sentiva e l'acqua del pozzo non riusciva a chetarla. E le camere, ampie, coi letti a baldacchino; le tende appese tra un letto e l'altro per creare un po' di privacy, bianche, forse, all'origine ma rese grigie dal tempo, svolazzavano sollecitate dalla brezza che entrava dalle alte bifore. 

Le bifore si trasformavano, a seconda dei momenti, in torri o avamposti d'avvistamento. E da lì prendevano forma i velieri dei pirati. era una gara a chi inventava la favola più bella e originale.

La fantasia ci faceva vedere i velieri stagliarsi all'orizzonte. Dapprima minuscoli. Poi enormi e minacciosi con le bocche di fuoco dei cannoni armati per l'assalto.

La madonna dell'isola non era un'icona sacra. Era la damigella da difendere dagli assalitori. La principessa da custodire e portare in salvo a costo della propria vita.


Tropea distava pochi chilometri da casa mia ma all'epoca arrivarci era un avvenimento importante. una storia indimenticabile da raccontare. E poi l'isola! che non era di fatto un'isola ma un promontorio attaccato al paese che si presentava simile a un'isola deserta situata in mezzo al mare con una spiaggetta privata dove solo noi avevamo accesso. Questo pensavo mentre scendevamo dagli interminabili gradini che univano il cortile dell'isola alla spiaggia.

L'acqua era di colore cristallo, impalpabile. Trasparente! Difficilmente il mare era agitato in quel punto. E poi un giorno la quiete fu interrotta dall'incursione di uno strano signore. Non portava con sé ombrellone o telo da bagno e neppure il costume indossava. 

Piantò nella sabbia, ricordo bene, un coso fatto di legni che si aprivano a compasso e si serravano con delle viti a farfalla. E poi mise su un pezzo di cartone marroncino. Osservò il mare. Prese da una scatola di legno dei tubetti simili al dentifricio ma la pasta che usciva non era bianca. Erano dei vermetti colorati! Noi bimbi ci mettemmo in cerchio attorno a lui. Incuriositi. Ci scrutò ben bene e chiese al più grande: ti metteresti in posa? Il ragazzino lo guardò con aria interrogativa. Nessuno aveva capito cosa volesse dire “mettersi in posa”.

Senza aspettare risposta l'uomo lo guidò a qualche metro di distanza, gli mise in mano una canna e lo invitò a stare fermo.

In un batter d'occhio abbozzò la figura del giovane e poi iniziò a colorarlo. Era come assistere ad una magia! Pennellata dopo pennellata l'azzurro del mare si congiungeva al cielo e in lontananza, all'orizzonte, dei cirri tenui si mescolavano coi gabbiani. Il pittore, un uomo minuto coi baffetti stava in silenzio. Poi smise di dipingere. Estrasse una scatolina di metallo lucido, color argento, prese una cartina biancastra, l'adagiò tra le dita e con l'altra mano prese un batuffolo di tabacco, l'arrotolò e infine passò la punta della lingua per sigillare il cilindretto. serrò la sigaretta tra le labbra, l'accese con un fiammifero, uno di quelli che solitamente si accendeva il fuoco nelle case. Aspirò mentre osservava il dipinto. Per qualche istante non fece nulla. Pulì solo i pennelli ad una pezzolina e li sistemo nella cassetta di legno.

il sole era alto. Stava per scoccare il mezzodì. e noi dovevamo risalire per il pranzo. Il suono del fischietto richiamò la nostra attenzione. In fila per due e march. 

Quel giorno la figura del pittore catalizzò i nostri discorsi che, nonostante i nostri auspici, non incontrammo più.

giovedì 12 novembre 2020

tra populismo e libertà

L'inesorabilità temporale livella la materia ma non lo spirito.


Il buon agire rimane a monito dei sopravvissuti e il pensiero retto segna la strada giusta da perseguire.


Nel corso di pochi decenni molte cose sono cambiate.

Le ideologie sono state rovesciate dalla falsa democrazia del giochino dato in mano a chiunque.

Un tablet, computer o il più popolare dei telefonini se manovrato secondo logiche personalistiche non è più una semplice appendice democratica ma può diventare una pistola fumante. Un'arma micidiale che annienta socialmente chi è preso di mira e chiunque potrebbe essere vittima o carnefice delle falsità liberate in rete.

Mi chiedo, ma è superfluo, quanti usano o perdono tempo sui social per confronti seri?

Facebook,(cito questa piazza social virtuale perché è la più popolare tra le piattaforme) potrebbe essere uno strumento altamente propedeutico per la crescita collettiva se solo si censurassero i cazzari del web. Cosa impossibile, per loro è fonte di sostentamento!

Ecco che a fronteggiare la valanga di cazzari si schierano gli spiriti liberi emancipati da faziosità e partigianerie. E parteggiano per il bene comune!


Biden dice con semplici parole che vuole ripristinare l'uguaglianza e dare sostegno ai meno abbienti. Ridà energie al sogno americano. Come non essere d'accordo?


Il tempo livella la materia.

E forse, me lo auspico,rovescia le false certezze del passato madri dell'odierno deleterio populismo sorto da una presunta libertà impregnata di grondante ignoranza.

L'egoismo e il culto della persona ben si nutrono nel mare magnum delle effimere esigenze personalistiche.

Concetti lontani dal sentire sincero che muovevano gli uomini e le donne impegnati per combattere le schiavitù fisiche e mentali che affliggevano lavoratori, braccianti e salariati.

La Calabria, ma possiamo dire una buona parte di mondo “liberale”, gode dell'ausilio poco luminoso dei detrattori che usano i social per depistare le persone deboli. E gettare fango sulle persone perbene

False notizie e arroganti proclami fanno presa su una buona fetta di smanettoni volutamente ignoranti. Sì! Volutamente ignorano i drammi dei propri simili e pur di continuare a gozzovigliare arraffando nel forziere sociale che dovrebbe assistere tutti e alleviare le sofferenze dei meno fortunati inondano di stronzate le piazze virtuali.

Le parole hanno un peso! Guai a liberarle, lasciarle andare come se non potessero sortire a nulla.

Stamane mentre buttavo giù queste considerazioni ho letto un messaggio:

un caro e vecchio amico ha finito il suo tempo terreno.

Serafino lo ricordo bene!

Ricordo il suo fare pacato. Sereno e misurato. Ha speso la sua vita per l'emancipazione dei deboli. Era un Sindacalista che militava e teneva alta l'ideologia socialista.

Un uomo elegante nel pensiero. Rispettoso e umano. Per lui i bisogni dei singoli diventavano problemi di tutti. Credeva in quello che si proponeva. Tenace e combattivo. Insomma un uomo d'altri tempi, diremmo oggi vista la deriva populista e qualunquista alla quale approdano gli pseudo capipopolo che, malgrado noi, governano la caducità del pensiero contemporaneo imperante.

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