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domenica 25 giugno 2023

Matteo il cazzaro e Giorgia la smemorata?

 

C’è una differenza abissale tra chi dice cazzate e chi bugie. Solitamente il Cazzaro ignora i fatti mentre il bugiardo li manipola a piacimento. Detto ciò,  sempre che Matteo salvini non conosca i fatti o non ricordi l’origine del Mes voluto e studiato dal governo a guida Berlusconi con la Meloni in squadra e lui dirigente della lega (2010) ratificato nel 2012 dal governo Monti, errori a parte che potrebbero essere corretti, il meccanismo europeo in questione doveva essere una sorta di banca comune finanziata dagli Stati aderenti con la finalità di soccorso per i Paesi dell’Unione europea in difficoltà economica. L’ITALIA ha contribuito con 18,1mliardo di € ed ora ha la possibilità di riceverne più di quanto versato! Soldini che farebbero comodo se saputi investire.

Perché, quindi, la cazzata di Salvini contro questa misura, da tempo rimbalza da ogni angolo e mortifica la già confusa fase politica?

mercoledì 14 giugno 2023

Berlusconi, un italiano ...

 


Qualche cosa non quadra nella logica dei fatti.

Berlusconi è morto alla ragguardevole età di 86 anni. Tra alti e bassi è riuscito nei suoi intenti. Dal nulla, stando a quanto si narra, ha creato imperi. Figlio di un semplice impiegato e dal temperamento creativamente volubile ha trascinato nelle sue imprese pubbliche e private flotte di uomini e donne che oggi piangono affranti la sua dipartita.

giovedì 20 ottobre 2022

La versione confidenziale di Berlusconi su Putin e l'infedele

 L'atmosfera è quella delle grandi riunioni tra amici. Il vocìo fa da sottofondo alle parole del leader indiscusso: Berlusconi.

Sapete com'è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo. Promettete? La cosa è andata così: nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l'Ucraina e le due neo-costituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l'altro. L'Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche. Le due repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi alle due repubbliche. I morti diventano. Disperate, le due repubbliche mandano una delegazione a Mosca e finalmente riescono a parlare con Putin. Dicono: “Vladimir non sappiamo che fare, difendici tu”. Lui è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale: le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, Zelensky eccetera, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un'altra settimana per tornare indietro. È entrato in Ucraina e si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall'Occidente. E la guerra, invece di essere una operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti anni. Quindi, questa è la situazione della guerra in Ucraina”.

Caso strano qualcuno rompe il giuramento e fa trapelare l'audio, prontamente registrato da qualche buontempone infedele oppure come cimelio chicca di qualche super fedelissimo da conservare e esporre agli intimi in un futuro prossimo ma certamente non adesso.

mercoledì 19 ottobre 2022

Il nuovo sembra peggio del vecchio

 Davvero i nuovi arrivati lavorano per essere al servizio dei cittadini e del popolo tutto?

Le uscite estemporanee di alcuni leader lasciano intendere l'opposto. Le formazioni politiche vincitrici dell'ultima schermaglia elettorale hanno fatto man bassa nello scacchiere delle due camere: La Russa, fratelli d'italia, alla presidenza del senato e Fontana, in quota lega, alla camera, rispettivamente seconda e terza carica dello Stato in ordine d'importanza.

giovedì 13 gennaio 2022

Quirinale: dimora di democrazia e tutela del bene comune

 Quirinale, sono aperti i giochi. 



Covid a parte, tamponi, ricoveri, contagiati e morti, c'è un altro tema che appassiona i venditori di parole, gli appassionati di statistica, veri o presunti patrioti e chi più ne ha ne metta: il Quirinale!

Chi sarà il nuovo presidente della repubblica italiana?

Draghi, Berlusconi o una loro propaggine?  

C'è un gran parlare attorno alle figure di centro destra e sinistra che possono avere credito e ricoprire la più alta carica istituzionale dignitosamente.

Ma siamo onesti per la maggior parte di noi che formiamo la massa silenziosa anche se nascosti dietro una tastiera e a volte riusciamo ad essere rumorosissimi nello sparare puttanate siamo lontani anni luce dai giochi.

Conosciamo Berlusconi?

Supponiamo di conoscerlo per le notizie apparse sui mezzi di comunicazione di massa. Ricordiamo qualcosa sul suo ventennato alla guida del governo di centro destra. Abbiamo fatto il tifo e lo abbiamo anche invidiato per lo stile di vita e le belle donne che lo attorniavano e facevano a gara per essere inserite nel suo harem. Abbiamo invidiato la sua ascesa nel campo dell'imprenditoria che lo ha portato a scendere in campo in politica.

Ebbene se quest'uomo ha carisma e savoir fare ineluttabilmente per essere amato e apprezzato da tutti dovrebbe possedere un'altra dote: l'immacolatezza.

L'astrazione delle passioni terrene è una peculiarità dei santi e Berlusconi, anche se si è autoproclamato “unto”, non la possiede. È un uomo che si è saputo destreggiare nella Milano affaccendata a accumulare denaro e che produce ricchezza.

Ogni tipo di moralismo è superfluo.

La politica urlata e guerrigliera ne è un esempio.

Gli scandali, la compravendita di voti, i saltimbanchi della politica che volano dalla sera alla mattina da uno schieramento all'altro senza battere ciglio sono la rappresentazione plastica del malcostume sociale. È cronaca! Fatti di cruda realtà! Pragmatismo direbbe qualcuno.

E noi Che formiamo il gregge aspettiamo l'eroe o il santo? E cosa abbiamo fatto per non essere sudditi ma parte attiva per il cambiamento?

mercoledì 21 luglio 2021

Calabria, anche la destra si frantuma

COSA NON SI FA PER UNA POLTRONA:

La discesa in campo di Wanda.

Anche il centro destra che si presentava compatto ha le sue beghe da gestire. 

Occhiuto deve vedersela con Wanda Ferro nelle prossime elezioni regionali calabresi.

Dalle notizie diramate si comprende ( per lo meno io capisco) che la decisione della leader di fratelli d'italia Georgia Meloni nasce dal malcontento sulla spartizione delle cosiddette poltrone di potere che vanno dalle nomine rai quindi nazionali fino ad arrivare alle locali regionali. 

E se Berlusconi non rispetta una spartizione equa che dia potere agli alleati perché attenersi al patto politico di candidare uniti un uomo che è espressione del cavaliere? Questo dice in sintesi Georgia che tira dalle scuderie la cavalla Wanda e la mette in pista.

È solo una gara di muscoli lubrificati da ideologie o c'è ben altro?

Sembrerebbe di sì!

E le frasi che vertono sull'amore per la politica sull'attaccamento alla propria terra e alle opportunità perse per i corregionali in attesa della persona tutta d'un pezzo che li tiri fuori dai bisogni viste le ricchezze della Calabria e il rilancio dell'impresa turistica nonché la cultura ela valorizzazione dei siti storici l'agricoltura le potenzialità e la figa pardon la fuga dei giovani e di quanti ancora possono permettersi di andare via?

Parole. Parole vuote che i signorotti della gestione pubblica riempiono di significati nel momento che più aggrada a loro.

Non è quindi una questione politica alta la scelta della Meloni di posizionare ai nastri di partenza Wanda Ferro ma un ricatto che fa traballare la candidatura di Roberto Occhiuto.

giovedì 31 maggio 2018

Sergio Mattarella, grande saggio

Mattarella, il grande saggio.


Pacatamente, il presidente della repubblica Sergio Mattarella sta riportando nell'alveo costituzionale le intemperanze di Salvini e Di Maio.

I due hanno lavorato al contrario rispetto alle direttive dettate dalla nostra costituzione. Cioè, hanno prima stilato la lista dei ministri e designato il premier piuttosto che lasciare il compito al presidente della repubblica che ne ha diritto e modo istituzionale nel conferire incarichi e ruoli.

Come si è visto nella giornata di ieri, il Capo dello Stato, che continua a ripetere: "governo politico o urne" ha incontrato nel pomeriggio il leader del M5s. Poi ha visto anche il premier tecnico in pectore, Carlo Cottarelli, per un incontro "informale" dopodiché è stato deciso che il presidente del Consiglio incaricato non sarebbe tornato in serata per sciogliere la riserva.
In questo lasso di tempo le notizie si sono rincorse e rimbalzate l'una sull'altra.
Salvini gioca le sue carte. Continua a parlare degli italiani e del come siano stati messi alla porta ma dimentica di dire di avere stralciato il cerimoniale dettato dalla Costituzione.
Di maio non parla più di sfiduciare il Presidente e aprire un procedimento d'accusa (assurdo) nei suoi confronti ma sta in stand by.
Anche la Meloni aspetta. E Berlusconi pare sia possibilista nonostante i rumors azzurri.

Insomma Mattarella sta pazientemente tessendo le trame per un probabile governo tra i vincitori delle ultime elezioni. Sta, si suppone, rivedendo i ministri suggeriti dal precedente incaricato Conte che ne è stato un semplice “commesso” latore di decisioni prese altrove.
Non credo che il nodo principale sia legato al nome del prof. Savona, già ministro nel governo Ciampi, bensì Salvini.
Salvini che non vuole governare adesso con dei numeri risicati ma spera in imminenti elezioni per potere sbancare imputando colpe a quanti gli hanno interdetto il cammino.

sabato 12 maggio 2018

Berlusconi è candidabile

Nuovi scenari si aprono nel teatro della politica italiana.


Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha concesso la riabilitazione a Silvio Berlusconi cancellando di fatto tutti gli effetti della condanna subita nell'agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset. Lo scrive il Corriere della Sera.
Questo significa che, essendo immediatamente esecutiva la decisione del tribunale, il Cavaliere torna a essere candidabile in quanto decadono anche gli effetti della legge Severino che prevedevano l'esclusione dalla vita pubblica di Berlusconi per sei anni.

Un nuovo capitolo si apre per il “nascente” governo lega-m5s. A questo punto si potrebbe anche ipotizzare il ritorno in pompa magna e, perché no, l'investitura di Silvio a presidente del consiglio visto che ormai non ha più pendenze che possano ostacolare i veti pruriginosi moraleggianti di Gigino Di Maio. D'altronde il posto è vacante!😁😁

lunedì 5 marzo 2018

Di Maio, adesso governa

I commenti sui risultati elettorali del 4 marzo 2018 erano prevedibili anche a chi è lontano dalle strategie politiche dei partiti.


Volano due schieramenti erroneamente definiti populisti mentre quelli blasonati e stantii crollano.

Non si può parlare e mettere in un cantuccio l'esito minimizzandone la portata sociale quando i partiti storici, per i cittadini comuni che hanno contribuito al loro crollo, sono stati lontani dai problemi quotidiani di quanti campano alla giornata.

La mossa di Grasso & Boldrini non ha ottenuto gli effetti sperati.
Non sono riusciti a catturare l'attenzione e la fiducia della sinistra che non si sentiva rappresentata da Renzi e compagni pur superando lo scoglio del 3% resta un movimento amorfo privo di personalità e programma. Il solo taglio delle tasse universitarie non è stato sufficiente ne cataclisma sociale in cui annaspano le famiglie.

Renzi ha sbagliato. Ha insistito e nel suo fare ha portato alla disfatta il pd con operazioni ritenute lontane da pensiero dalla sinistra italiana.

Berlusconi ha rivinto con la coalizione dei partiti di destra. Salvini ha ottenuto un certo successo ma no so se la sua tracotanza potrà essere smaltita nel prossimo governo.
Al di là delle parole, la legge Fornero non può essere eliminata. Le finanze non lo consentono. I dati e le cifre fornite dall'INPS parlano chiaro.

Comunque, secondo i dati usciti dalle urne, Di Maio dovrebbe essere investito dal presidente Mattarella per formare il governo. Con chi? A questo punto, data l'apertura dei 5stelle, la patata bollente passa in mano della coalizione di sinistra se non si vuol tornare alle urne ma con una legge diversa. Il rosatellum è stato progettato per garantire l'ingovernabilità in caso di vittoria dei 5stelle.
Questo allo stato attuale dei fatti.

venerdì 1 dicembre 2017

Povero Silvio

Non c'è pace per nonno Silvio. Non appena “scende in campo” qualcuno o qualcosa tenta di inibirlo. Lui, Silvio, sperava nella riabilitazione della corte europea ma...

Per superare l'insindacabilità dovuta alla legga Severino, Berlusconi, deve attendere che si pronunci la Corte di Strasburgo.
La riabilitazione, che prevede l’aver tenuto una buona condotta e non aver commesso altri reati in tutto il corso dei tre anni successivi all’espiazione, è messa in discussione dall'inchiesta “Ruby ter”.
Infatti l’ex presidente del Consiglio è stato rinviato a giudizio dal gup Roberta Malavasi che ha accolto la richiesta della Procura di Siena.


Il capo di imputazione riguarda dei pagamenti fatti a Danilo Mariani, il pianista delle serata di Arcore che spesso accompagnava le cene e i dopocena a villa San Martino con la musica.

Secondo l'accusa per dichiarare il falso il musicista avrebbe incassato 117 mila euro in bonifici da tremila euro al mese quali rimborsi spesa per prestazioni professionali.
Secondo l'avv. che assiste Berlusconi, quello toscano “rischia di essere un processo ancora più inutile di tutti gli altri perché già il materiale probatorio che era all’attenzione del gup era inconsistente”. E assicura: “Quanto prima arriveremo a una sentenza di assoluzione”.

Si deve aspettare, però, la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano che dovrà verificare se i vari procedimenti sulle corruzioni di testimoni, specie quelle “nuove”, possano influire negativamente. Potrebbe anche dire di no ritenendoli tutti connessi a un’unica vecchia vicenda.  

martedì 14 novembre 2017

Mondiali 2018, l'Italia è fuori

La nazionale di calcio italiana non va ai mondiali. Delusione e scandalo per il mancato appuntamento degli azzurri nel 2018.

Più che di delusione a parer mio si dovrebbe parlare di scandalo. Scandalo per i contratti milionari per l'allenatore e gli ingaggi da favola dei calciatori.

Considerando che Oggi la parola d'ordine per i comuni lavoratori è: "se vuoi lavorare, tu, mi firmi che percepisci una busta paga di 1300€ e io te ne do 700. e, per le donne, c'è l'aggiunta delle dimissioni volontarie anticipate: queste me le firmi caso mai rimani incinta..."

Chi è vessato, e pare che siano in parecchi ad esserlo in Italia, passata l'ubriacatura sportiva, guarda al proprio ombelico e s'accorge che non vale la pena di arrabbiarsi per la squadra e l'intera organizzazione per la mancata opportunità di portare l'italianità dorata in giro per il mondo.
Tra sponsor e prodotti che sarebbero andati in giro per ill mondo insieme agli azzurri si è perso parecchio denaro. Questo brucia veramente alle organizzazioni sportive. E alle imprese.
Peccato! Sarebbe stata una opportunità per tutti, bagarini e venditori di sciarpe davanti e dentro gli stadi.In compenso non abbiamo perso i salotti sportivi coi suoi tecnici. come non abbiamo perso la pulciosa attenzione mediatica riservata alle abusate e agli abusati dello spettacolo. Teorie vecchie quanto il mondo e note a chiunque. Insomma niente di nuovo.
Ciò non toglie l'amarezza provocata dal fallimento di un sogno nazionale. L'orgoglio di quanti amano lo sport e il calcio in particolare è ferito dall'insuccesso di questi professionisti che non sono riusciti a qualificarsi e fare sognare gli italiani e magari fare anche dimenticare gli affanni e i problemi quotidiani causati dall'economia globalizzata.

Sì. la qualificazione avrebbe fatto dimenticare, almeno per un breve periodo, i dolorosi rompicapo che affligono gli italiani.
Avremmo sospeso l'attenzione sulle eterne questioni politiche che decidono e governano il welfare, il lavoro, la sanità, il diritto alla salute e alla dignità, le pensioni, il clima e l'eco-sostenibilità ciclica dei prodotti della natura.
Partecipare ai mondiali sarebbe stata una botta di sana adrenalina. Un'euforica ubriacatura collettiva che avrebbe messo col naso alla tv un'orda affamata di gol e pronta a imprecare contro l'arbitro, l'allenatore e i tecnici. dimenticando Renzi, Gentiloni, Berlusconi, Salvini Meloni etc etc etc

mercoledì 8 novembre 2017

Alleanze

In Sicilia ha vinto la destra.

Musumeci è presidente!

Dietro le elezioni siciliane sembra esistere un laboratorio politico e tra gli alambicchi gli scolari ben educati vestono grembiulini con tanto di sponsor: lega nord, guidata da Salvini, fratelli d'italia capitanata da Meloni e tanti altri partitelli chiamati da Silvio Berlusconi a dimostrazione che la destra unita può governare l'Italia e sconfiggere la sinistra litigiosa.

L'esperimento è riuscito! Anche grazie alla poca memoria dei votanti. Alla dimenticanza dei governi precedenti e alla assurda discesa della lega in Sicilia.
E gli editti di Bossi Maroni Borghezio& c. che fine hanno fatto? E le strategie?

Davvero che la lega di Salvini non voglia più staccarsi dal resto d'Italia e tenere per sé i vantaggi economici e sociali ottenuti nel tempo dalle politiche nazionali che nel territorio padano hanno trasferito risorse?

Comunque sia il laboratorio ha dimostrato che sì, si può raggiungere l'obiettivo. Basta non litigare subito e aspettare i tempi giusti per presentare il conto.

martedì 25 aprile 2017

Alitalia, una storia infinita

Alitalia,
i lavoratori, chiamati ad esprimersi con il referendum, hanno detto NO al preaccordo per il salvataggio.
Il "no" al preaccordo per il salvataggio di Alitalia ha vinto nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 sì, vale a dire con il 67%.

E sembra una nota giusta e gistificabilissima se andiamo indietro nel tempo e rivediamo le agevolazioni statali elargite dai governi per favorire il risanamento e il rilancio della compagnia di bandiera.

Per Gentiloni e compagni hanno espresso rammarico e sconcerto per l'esito del referendum. È, secondo i ministri del governo Gentiloni, un risultato che mette a rischio la ricapitalizzazione della compagnia.

Una storia già vista e pagata da noi contribuenti e dai lavoratori ma non dalla dirigenza.
A osservare attentamente il piano bocciato dai lavoratori ma accettato e consigliato da sindacati e governo non c'è menzione alla dirigenza che avrebbe dovuto salvare l'azienda già dai tempi di Berlusconi.

È la sintesi delle politiche attuali, asservite alle lobby di potere, che guardano con occhi attenti agli interessi economici di una certa elite lasciando alla deriva gli anonimi popolani che andranno a gonfiare le fila dei nuovi poveri.

C'è qualcosa che non funziona nella società. La rotta che segna i destini della gente comune è senzaltro sbagliata. I pensierosi timonieri se ne saranno accorti?

giovedì 5 gennaio 2017

Davanti casa di Quirino

Davanti casa di Quirino.



Vi sono altri punti di riferimento chiari come la chiesa, il macellaio e persino il mio vecchio studio eppure la prima cosa che è venuta alla mente è la casa di Quirino. Un appartamento in cooperativa edilizia costruita in economia popolare a tasso agevolato ed a società indivisa.
È uno di quei palazzoni sorti agli inizi degli anni ottanta a sud di Catanzaro in una zona di campagna: un terreno argilloso coltivato a ulivi e ortaggi, destinato, dal piano regolatore cittadino, a zona di edilizia popolare.

Il nuovo quartiere avrebbe dovuto essere la Catanzaro due, nome preso in prestito da qualche politico di allora dalla più conosciuta zona del nord: la Milano due di Berlusconi.

Le cooperative erano costituite per lo più dai vari organismi legati alle realtà consociative sindacali e politiche, nonché da privati cittadini che inseguivano il sogno della casa di proprietà a prezzi accessibili.

Fu qui che scoprì il lato privato del “compagno” Quirino. Prima, un sindacalista conosciuto in cgil, dirigente stimato e in seguito un politico indipendente di sinistra eletto nelle fila del pci per la politica regionale della Calabria.

giovedì 13 ottobre 2016

Dario Fo, esempio di coerenza

Dario Fo l'ultimo giullare e re dei menestrelli è andato nel regno dei morti a rivisitare e mettere in scena il mistero buffo insieme alla sua compagna di vita e di spettacolo Franca Rame.
È stato compagno, adesso si dice “virtuale”, di provocazioni culturali di più generazioni e con la sua gestuale mimica ha saputo dare corpo e rafforzare la cadenza enfatica delle contrapposizioni verbali messe in scena. Sbeffegiava i potenti per dare voce ai deboli.
Amava dipingere e disegnare. Preparava bozzetti e quinte dei suoi spettacoli. Come sappiamo.
È andato via sorridendo. Così lo immagino. E forse avrà anche fatto l'ultimo sberleffo in punto di morte.

Ha detto sempre ciò che pensava in politica e nei rapporti sociali. Sovversivo? Forse! Coerente di sicuro.
La sua nomina nel '97 a nobel per la letteratura è stata una sorpresa. Anche quella conferita a Bob Dylan adesso lo è. Piacevoli sorprese entrambe.
Vuol dire che qualcosa sta cambiando. E lui che era un innovatore è stato il precursore.

Critico nei confronti di una politica inconsistente e poco chiara, Dario Fo si era definito "sconvolto" e "terribilmente stupito" per l'annuncio di Benigni a favore del Sì al referendum costituzionale.
Parole dure quelle utilizzate da Fo nei confronti di Benigni: l'ha accusato di tradire se stesso e di "cedere davanti alle lusinghe".
Da tempo vicino al Movimento 5 Stelle, Fo, ha chiarito: "La questione non è votare questo o quello, ma lasciarsi andare alla deriva. C’è qualcosa del ‘dare e avere’. Non c’è dubbio che questa posizione favorisce il governo e il potere. Sarà ripagato. Però mi stupisce terribilmente".
"A Dario Fo non si risponde, è come la mamma", aveva replicato Benigni nel giugno scorso.



Ed io che sono niente in confronto a loro come devo comportarmi davanti a quesiti simili?

C'è troppa bagarre attorno ad un referendum che, all'inizio, avrebbe dovuto essere un test per Renzi e il suo governo. Poi ha capito o qualcuno glielo ha fatto capire che non era il caso di personalizzare un affare costituzionale.

mercoledì 12 ottobre 2016

GB, Italia: Referendum destabilizzanti

CAMBIAMENTI. Pericolosamente Inutili


Secondo alcune teorie di pensiero i riformisti sono per il cambiamento mentre i conservatori preferiscono i processi consolidati.

Molti avvenimenti inusuali sono accaduti in questi ultimi tempi.
Dapprima, sembrava, che, finalmente, prendesse corpo la tanto desiderata storia dell'Europa Unita. Fiduciosi nelle parole di Prodi e quanti hanno lavorato perché ciò accadesse abbiamo accolto con favore i cambiamenti. Tutti, quindi, sotto la stessa bandiera blu con le prime 28 stelle, una per ogni nazione che la componeva.

Abbattute le frontiere siamo cittadini europei senza più bisogno di passaporti per circolare negli Stati Membri. Unica moneta, l'€. ma differenti politiche, di questo ce ne siamo resi conto cammin facendo. E qualche Stato come la Grecia ha pagato un eccessivo castigo per colpa della politica dissennata interna che l'ha portata al fallimento. E, l'Europa Unita, l'ha aiutata per davvero? Ha mantenuto l'equilibrio tra i ceti sociali oppure ha preteso rigorose azioni per contenere il debito pubblico?

martedì 7 giugno 2016

Matteo, da che parte stai?


Oggi due notizie hanno ottenuto reazioni immediate e mi hanno indotto a scrivere questo post. 

La prima fonte, relativa alla questione dell'emigrazione di massa dai Paesi africani che invadono l'Europa,  mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo e esclamare: Bene! Era ora! Finalmente in mezzo a tanta stupidità umana si muove il pensiero positivo a favore della gente che chiede aiuto e per sopravvivere cerca approdi sicuri.

Federica Mogherini ha avanzato al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la richiesta di una condivisione globale della gestione dei flussi migratori.
Oggi presenta agli europarlamentari il piano Ue sui migranti e sulla partnership con l’Africa al quale ha lavorato insieme al collega Frans Timmermans. Il numero uno della diplomazia Ue è ottimista, sa però che ostacoli sono nascosti anche nelle pieghe del funzionamento della Ue.

“Per governare insieme i flussi migratori, migliorare la vita delle persone nei Paesi di origine e l’accoglienza nei Paesi di transito. A questo serviranno i fondi del Trust Fund, e anche quelli che mobiliteremo con una grande piano di investimenti che vale miliardi di euro basato su un mix di risorse comunitari, privati e garanzie di istituzioni finanziarie internazionali”.
Queste le parole del ministro Federica Mogherini a cui va un plauso stratosferico. Bene! È un buon viatico e speriamo che vada a buon fine.

domenica 22 maggio 2016

Renzi e la personalizzazione della politica in 1/2 ora

lucia annunziata
Lucia Annunziata nella sua “inmezzora” di oggi non è stata aggressiva. Verbalmente decisa e tenace come al solito. È stata Maria Elena Boschi a tenere il ritmo. Un ritmo sostenuto e forse preventivamente concordato con il suo capo Matteo Renzi.

Nel ricordare che gli attuali governanti sono tutti stati nominati e consacrati dal Presidente emerito Giorgio Napolitano, quindi in teoria e in pratica non rappresentano il popolo italiano, e che Parlamento e Senato sono l'espressione di una vecchia negativa mentalità politica che, per farla breve, mischiati insieme non ne esce fuori uno buono (Verdini che lascia Berlusconi e va con Renzi, forza italia che prima stende porcellum e varianti su tutti i fronti e poi si ritira, lega nord che gioca sulle disgrazie altrui, i cinquestelle che ancora non sono voluti crescere ma che sono gli unici che si sono tagliati gli stipendi mentre gli altri stanno incollati alla sedia fino a fine mandato per assicurasi la pensione, e che pensione!), insomma, in questo quadro di desolazione più nera Renzi personalizza, come ha sempre fatto finoa d oggi, l'esito del referendum sulle riforme Costituzionali volute da lui e da re Giorgetto.
Renzi e la Boschi sono certi di vincere. Logico. Giocano facile. Puntano sulle paure dei nominati, ché se il governo scioglie le camere anzitempo vanno a casa con un pugno di mosche e addio vitaliazio se non arrivano ad ottobre del 2018.

lunedì 27 aprile 2015

Deludente Perfidia

La frase di Gianfranco Fini “che fai mi cacci?” rivolta a Berlusconi è diventata il tormentone della trasmissione televisiva “Perfidia” condotta da Antonella Grippo.
È stato un po' come assistere alla sagra dei “trombati”. Tra questi M.C. Lanzetta che ancora non ha convinto con le sue motivazioni politiche. Wandiceddha Ferro, così l'ha introdotta apostrofandola affettuosamente la Grippo e poi gli altri, chiamati a reggere il talk che, a mio modestissimo parere è risultato oggettivamente un tantino scarso come format e deprimente dal punto di vista politico.

La telefonata introduttiva con Gianfranco Fini è bastata per comprendere il verso della puntata.
Ho resistito mezz'ora. Nulla di nuovo.
Unica mia personalissima considerazione, diventata certezza nei circa trenta minuti persi ascoltando le analisi della conduttrice e dei suoi collaboratori:
trasmissione partigiana schierata a destra nel gioco delle parti. (e pensare che Lei dice di essere stata in passato una militante di lotta continua).

E non è di queste cose che la società calabrese ha necessità e bisogno.

giovedì 19 marzo 2015

A sud di Catanzaro tra teorie e bisogni reali

periferia
Non che a Milano si stia bene o si viva meglio che a Catanzaro ma quando la città si espanse a sud, tra i quartieri di Santa Maria e Catanzaro lido, gli amministratori di allora presero ad esempio l'edificazione di Milano 2, quella costruita da Berlusconi, tanto per capirci.

Si parlava di piscine, scuole, banche, ufficio postale, parco giochi, un centro commerciale e tantissimo verde.

A distanza di 35 anni, salvo l'edilizia popolare e lo spazio verde naturale, niente di quanto enfatizzato progettualmente è stato realizzato. No no, ora che ci penso negli ultimi anni è stato realizzato il parco giochi, è stata fatta persino pulizia laddove dovrebbe essere un luogo sociale d'incontri e riposo: il giardino pubblico!, e tagliato le canne che infestano i marciapiedi senza però togliere la terra che la pioggia accumula ai bordi, sui marciapiedi e nelle strade.

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