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lunedì 6 luglio 2020

Calabria chi scende chi parte e chi resta

Pippo Callipo. Io resto in Calabria ... ma non nel consiglio regionale!
Strano modo di reagire alle increspature ampiamente note che sorgono una dietro l'altra laddove c'è da organizzare e gestire la macchina pubblica calabrese.

I media hanno dato ampia voce alle contraddizioni del nuovo esecutivo in merito a nomine di commissioni e quant'altro.

I problemi non mancano. Dalla questione sollevata dagli investigatori nei confronti della nominata Catalpamo, cooptata nel consiglio regionale come assessore alle infrastrutture e accusata di corruzione, alla protesta di ogni giorno condotta dalle varie categorie di settore davanti al palazzo regionale impropriamente definito “casa dei calabresi”, Jole Santelli ha poco da ridere.

Oggi è stata la volta dei precari della sanità quelli che negli ultimi giorni sono stati definiti i nuovi eroi. Persone che hanno dovuto fare turni massacranti per potere dare sostegno e cure agli infettati italiani. Beh, ci voleva un evento drammatico come lo è stata la pandemia da covid per ridare dignità al comparto sanità eliminato scientificamente nel tempo dai politici che si sono susseguiti alla guida delle regioni e dell'Italia.

Eroi! Ma di cosa? Si possono chiamare eroi i lavoratori costretti a turni massacranti per la stupidità dei dirigenti che li hanno decimati? E se è sì, come si dovrebbero definire i tagliatori di teste che hanno pensato al costo economico della sanità pubblica?

Nella piazzetta della cittadella regionale di Catanzaro c'è sempre qualcuno che rivendica diritti sacrosanti sanciti dalla costituzione e urlati dai venditori di fumo.
E Pippo che fa? Se ne va!

Ma se uno è un “guerriero” che vuole lottare per il bene del suo paese, uno che pretende la correttezza nelle azioni politiche e nella gestione sociale, può gettare la spugna come un pugile suonato appena al secondo round?

mercoledì 6 maggio 2020

No ad app e restrizioni delle libertà, Sì a fondi alla ricerca scientifica

Troppe notizie girano attorno al problemone che tiene in ostaggio la quasi totalità del mondo.


Esperti a non finire.
Titolati e non si ergono dietro cattedre più o meno istituzionalizzate ma rese credibili dai mass-media per pontificare teorie, spiegare, sviluppare teoremi. Verità assolute! Per certi aspetti inconfutabili dal resto della platea. I saggi diffondono saperi avvalorati dai test e dalle statistiche, fanno le pulci e proiettano scenari catastrofici sul domani.
Volano stracci tra gli "scienziati". Virologi più o meno affermati si contraddicono l'un l'altro.

E che cazzo!

In questi mesi abbiamo sentito e visto di tutto.

Abbiamo subìto, attanagliati dalla psicosi del contagio, l'isolamento. L'uso delle mascherine, dei guanti e dell'igiene minuziosa personale. Adottato la distanza sociale! E visto sull'uscio di casa, di chi condizionato dall'overdose mediatica sulla contagiosità dell virus, le scarpe contaminate!, lasciate lì, sullo zerbino al rientro dopo avere fatto la fila al supermercato per la spesa settimanale!

Sanificazione! È un imperativo categorico assoluto, trasformatosi in terrore sociale.

Tra le molteplici, eccessivamente inutili tavole rotonde attorno al tema covid-19, si son fatti strada emeriti sconosciuti diventati familiari per la frequentazione assidua nei programmi tv a larga diffusione popolare.

I Nomi degli scienziati si sono srotolati nei palinsesti insieme a quelli degli esperti che muovono domande e provocano dubbi che rimangono spesso tali perché prive di risposte esaurienti.

E' Giusto tutto questo?

La giostra mediatica continua la sua frenetica corsa. Tra girandole di notizie e gli affari correlati alla pandemia si alimenta il vortice dell'instabilità sociale.

Le paure sono tangibili.

Basta ascoltare le opinioni della gente in attesa durante le file che si formano davanti agli ingrassi delle attività consentite dalle restrizioni.
E' una psicosi collettiva! che rasenta paure psicologiche indotte dall'eccessiva e massiva dis-informazione.

Buon senso! Buonsenso! non psicosi si deve diffonfere… meno parole e più fatti. Provvedimenti seri che vadano al di là delle semplici proposte d'intenti degli agitatori che dimostrano più attenzione alla cura del proprio orticello politico e di potere piuttosto che al bene comune.

Libertà! Quindi! e se necessario anche defenestramenti di inetti e cerchiobottisti.

Libertà e attenzione per i deboli. 
Attenzione e cura dell'ambiente, rispetto delle norme elementari del vivere comune che sono alla base delle civiltà. Non app o altre diavolerie traccianti ma buon senso e educazione nel rispetto delle libertà. E indirizzare le risorse verso tematiche serie e importanti per debellare il virus.
Risanamento e potenziamento del comparto sanità nazionale e la relativa elargizione di fondi alla ricerca scientifica.

Buon lavoro Conte! le persone serie e concrete sono al tuo fianco!


sabato 25 aprile 2020

Coronavirus, come sarà la fase due?


LA PESTE.
Il primo grande flagello che lascia tracce indelebili nella storia, nella letteratura, nel dna e negli atteggiamenti di molti si chiama peste.

La peste bubbonica decimò corpi e indebolì le menti già precarie. La paura fece confinare gli appestati in apposite aree e impose, in barba al garante della privacy che ancora dovevano inventarlo, un segnale sonoro: il campanello! E guai a toglierlo di dosso.

Il campanello degli appestati doveva essere udito non da uno o due metri ma molti di più. Doveva avvertire l'avvicinarsi del morbo e attorno a lui si creava il vuoto.

La scienza era ai primordi.

L'immunità di gregge era d'obbligo ed anche l'unico modo per uscire dal terrore. Non c'erano i tuttologi e, grazie a Dio, gli internauti neppure. Al massimo si navigava a vista. Si millantavano visionari untori. E le accuse si fermavano sulle porte dei potenti. A farne le spese erano i derelitti senza tutele. Ma oggi no! No?

Il pericolo reale odierno sono, non i contagi di ritorno ma, i comandanti delle flotte imperiali. Gli ammiragli che suggeriscono con certezza determinate soluzioni:
immunità di gregge; iniezioni disinfettanti, esposizione ai raggi uv e la ripresa urgente delle attività produttive.

L'isolamento rimane in piedi! Come nel 1630, campanellini a parte, l'isolamento si è dimostrato uno strumento sicuro per arginare i contagi.

Un atteggiamento necessario, quindi. Non c'erano fasi inerenti la libera circolazione. O si guariva i no. E non c'erano tamponi o altro che riuscisse a diagnosticare anzitempo il virus.

I nostri scienziati, se pur con differenti analisi, e gli esperti chiamati nei gabinetti dei ministri interessati al contenimento del contagio pandemico hanno suggerito un piano d'azione che deve essere svolto in fasi.
La fase uno, quella di maggior contagio, sembra essere agli sgoccioli.
L'astinenza è quasi finita. Liberi tutti?

Non proprio. Pare che qualche esperto scienziato abbia suggerito di fare attenzione all'età anagrafica dei cittadini ancora in vita.

La fase due è attenta agli ultra 60enni. Chi ha più di 65 anni deve continuare la quarantena!

E l'evoluzione scientifica? I test? I tamponi? La rilevazione della temperatura?

Beh è più economico tenere a casa i vecchi piuttosto che prestare loro le giuste e adeguate attenzioni sancite dal protocollo medico.

mercoledì 22 aprile 2020

Privacy e coronavirus

C'è ancora chi crede alle favole?


Sembrerebbe di sì! Nonostante il marciume mediatico che catechizza gli ingenui. Eppure, volendo, le fonti serie non mancano. Anzi abbondano, persino nel web dove ogni click semina cookie, spie infettanti e traccianti delle nostre ricerche, virus invadenti che catalogano e mettono in pila i nostri interessi, le curiosità.
Le abitudini di naviganti internauti sono pane e linfa vitale per i siti che raccolgono, schedano i dati di chiunque passi a visionare un prodotto. Gli affari adesso si fanno nel negozio virtuale e la fonte di guadagno siamo noi e le nostre abitudini che pesano forse più dell'oro.

Tranquilli! Siamo tutti tracciati. Controllati fin dalla nascita dai canali istituzionali canonici, ed è giusto che sia così in una società organizzata.

L'anagrafe comunale è un servizio pubblico. In questo ufficio c'è la storia dei censiti. E poi ci sono i permessi che fanno capo ai servizi dell'ordine pubblico. I permessi di caccia e porto d'armi. Passaporto e ufficio immigrazione.

Tessera sanitaria. Stato di esistenza in vita. Certificati di famiglia, di residenza; patente; e la sequela delle carte di credito senza dimenticare quelle che davvero sono ritenute nei fatti “ricerca di mercato”, ovvero le card rilasciate dalle grandi catene di distribuzione al pubblico di prodotti alimentari e high tech.

Le tessere associative di ogni genere da quelle culturali alle palestre, beauty farm etc.

Non dimentichiamo le piattaforme sociali che, paparazzi a parte che lo fanno per campare e spesso col consenso dei paparazzati, stuzzicano i pruriti dei guardoni e dei perditempo ignoranti.
Insomma che dire? Il nostro cammino non passa inosservato.


Siamo perennemente tracciati.

Perché ci ritraiamo come ricci davanti a una proposta governativa di usare una applicazione per tracciare i casi del covid19?

Google sa tutto di noi! Quanto dormiamo e che cibi preferiamo. Con chi chattiamo. Dove ci troviamo etc etc.
D'accordo: la privacy è sacrosanta! Ma purtroppo è corrotta da tempo. È andata in crash. E noi lo abbiamo concesso con una certa leggerezza. 

Il grande fratello ha vinto! basti guardare all'uso indiscriminato che facciamo dell'appendice telematica personale: il telefonino.

mercoledì 8 aprile 2020

Operatori del s.s.n. lavoratori o eroi?

Lavoratori abbandonati a sé stessi non eroi! Questa è la dizione giusta. 

Non sono eroi i lavoratori del comparto sanità. Eroi si è per altre azioni. Azioni in cui si rischia la vita per empatia e non per esigenze contigue createsi per inadempienza o dabbenaggine. E qui siamo davanti alla punta nascosta dell'iceberg formatasi egli anni dalle decisioni sbagliate della politica manovrata dalle lobby di potere.

Che poi i lavoratori attuano, deontologicamente, con rigore e serietà le giuste prassi per portare a termine nel modo più congruo le ore di lavoro in sintonia alle mansioni di ognuno, questo è gioco forza. Lo dimostrano le immagini della oss della casa di cura colpita dal virus e dalle sue parole rotte dal pianto.

Assurdo. Inumano chiedere di più al personale medico sanitario di tutta Italia. Mancano gli ausili? Che questo episodio rimanga tale! Appunto, un episodi sporadico.

 I dirigenti politici e amministrativi devono farne ammenda e programmare misure idonee affinché non accada mai più. Perché è vomitevole vedere mascherine fai da te assemblate coi salva-slip delle donne. O ipotetici e improbabili caschi dal riciclo di bidoni di plastica . Va bene che siamo un popolo di creativi ma quando necessita un ausilio serio specialmente in ambito sanitario che salva la vita non si può e non si deve delegare alla creatività dei singoli operatori sanitari.

Non eroi ma lavoratori costretti a espletare le proprie mansioni con ausili improvvisati. E per questo è da premiare l'appassionata propensione al lavoro svolto cui sono chiamati a espletare nonostante tutto.


sabato 14 marzo 2020

A metà strada

Ore 18. flash mob dai balconi.

Esorcizziamo? Va beh, esorcizziamo. E poi? Finito di cantare a squarciagola l'inno d'Italia. Abbassato il volume dell'amplificatore girato verso l'esterno. Smorzato il ritornello di Celentano. Appesa la bandiera dell'Italia, il tricolore, ai fili del bucato. steso al sole e all'aria come un panno appena strizzato e messo lì per asciugarsi. Insomma, Smorzati i toni che si fà?

un'altra considerazione è d'obbligo per capire il mio sbalordimento, la mia sorpresa davanti a scene simili:

A dire il vero non pensavo di avere dei vicini così chiassosi. Eppure nel mio quartiere la gente, di solito, è molto riservata. Ma questa sera no! Quelli del palazzo di fronte al mio sono tutti, la maggior parte, per essere precisi, nei balconi. Ballano. Si sbracciano in saluti mai esternati, anzi quando ci si incontra per strada a tu x tu neanche ti guardano in faccia. E adesso sono lì e lanciano saluti. Si aspettano risposte. Un cenno. Qualche cenno che li faccia sentire meno soli, probabilmente.

Vuoi vedere che la paura della morte ci ha reso un po' migliori, più umani? Almeno noi italiani, che siamo un popolo di filosofi, pensiamo spesso al dilemma della vita e della morte. E spesso nei momenti critici pensiamo:
chi ce lo fa fare ad essere egoisti e stronzi coi nostri simili. D'altronde abbiamo sempre pensato da generosi e sviluppato un sistema nazionale sanitario che guarda con occhi benevoli anche i poveri. Cioè a noi stessi, che siamo la maggior parte, quelli che non possiamo pagare una botta di soldi per essere curati. Lo sapevano bene i Padri Costituzionalisti che hanno scritto la Carta della Repubblica. Anche se dopo il benessere economico, il cosiddetto boom economico, alcune forze politiche si sono impegnate tantissimo a tagliare e cancellare i successi ottenuti dai lavoratori e dalle forze di sinistra.

Voglio sperare che questa ondata di terrore che ci fa guardare al prossimo come una opportunità di vita e di stimoli sociali,
Che questa situazione sanitaria e sociale sia la spinta per recuperare il terreno perso! Speriamo!
In barba ai sovranisti che guardano alla fuga della Gran Bretagna dall'Europa e inneggiano alla brexit che deve fare i conti con le demenzialità dei leader che l'hanno voluta fuori.

Boris Johnson.

Questa volta l'hai detta davvero grossa! un po' di più rispetto agli inglesi che ti hanno seguito come pecore al macello. Adesso hai fatto un teorema assurdo!
Devono morire i deboli a costo sociale zero per rafforzare chi è lontano dalle fatiche e dalla fame.
Hai teorizzano un'ipotetica reazione antibatterica di gregge al covid-19. Hai detto ai tuoi: preparatevi al contagio. Preparatevi a morire!

Boris Johnson non si preoccupa di esortare alla cautela gli inglesi. Invitarli di stare a casa, proteggersi dal virus. No! Lui teorizza un contagio doveroso affinché si possa sviluppare l'immunità di gregge. E affinché ciò avvenga devono infettarsi almeno il 60% degli inglesi.

Ma chissu è scemu 'nta capu!


lunedì 9 marzo 2020

Coronavirus. che fare in caso di contagio

C'è in gioco la salute pubblica! La vita!

Gli anziani sono i soggetti maggiormente esposti al virus della pandemia che sta mietendo vittime in ogni parte del mondo. Il contagio è immediato mediante le vie respiratorie. E le persone anziane o debilitate sono i primi ad essere a rischio contagio. Facili prede del covid-19 risultano essere gli over 75, i bambini e le persone con problemi cronici debilitanti.

Il momento è delicato!
Non si può pensare che sia una cosa da niente! Non si deve esasperare o minimizzare il problema e neanche farsi prendere dal panico. È necessario assumere un atteggiamento consapevole nel rispetto della propria incolumità e nei confronti di chi amiamo, parenti, genitori, figli, nipoti, conoscenti, ma anche essere solidali.

Lo sport. La movida. L'aperitivo. Le cene al ristorante. La pizza. Se davvero vogliamo continuare in seguito a potere godere dei piccoli piaceri della vita dobbiamo, adesso, nell'immediato, essere prudenti. Vigilare. Monitorare e correre ai ripari.

Seguiamo i consigli del ministero della salute!


Con la speranza che questo caso sia di monito per le future azioni della politica che guarda alla borsa. Una politica che sia attenta alla tutela della salute e al benessere pubblico. Una politica che pensi alla qualità della vita quale diritto imprescindibile dei cittadini come sancito dalla Carta Costituzionale






domenica 8 marzo 2020

Sanità in trincea, medici e operatrici ss nuovi eroi

Catanzaro, 10 h al pronto soccorso. Emergency.


In dieci ore se ne vivono di storie! Giovani e meno giovani che costretti alle prime cure mediche nei vari pronto soccorso sono in balìa di codici rosso, giallo, verde o bianco; colori che determinano il grado di urgenza sanitaria a cui si è ascritta la sintomatologia dei casi da gestire.

La sanità è sofferente. Lo dicono le stime e le ripetute gestioni messe dal governo centrale in regime di commissariamento.
Da una parte le cifre, che detto in soldoni, impongono la gestione economica, il fatturato al primo posto nella scala dei valori sociali. In secondo viene, per forza di cose, la salute pubblica e quindi il benessere del cittadino gravato da una serie di piccoli handicap strutturali che mettono la qualità della vita in ultimo piano.

Questo modello ha frantumato le certezze dei singoli e messo in “quarantena” i bisogni primari correlati al benessere psicofisico degli italiani abituati alla prodiga assistenza del presidio sanitario nazionale.

L'epidemia, perché ormai di questo dobbiamo tenere conto, denominata dal ss mondiale covid-19 ha evidenziato le pecche scaturite dall'avere anteposto il fattore economico al benessere sociale, in sintesi avere salvaguardato la spesa pubblica ma mortificato la qualità della vita dei popoli colpiti dal fenomeno emergenziale sanitario è stato davvero proficuo?

In tempi di epidemia come lo è il corona-virus gl'ingranaggi s'inceppano facilmente. E il presidio di pronto soccorso ne fa le spese.

Carenza di personale. Metodologia farraginosa che allunga i tempi d'attesa in modo disumano.
Ecco, in 10 ore di ps sembra di essere in prima linea. È come vivere in trincea e non sai da chi o cosa difenderti mentre arrivano missili da chissà dove sotto forma di tosse o starnuti e sbuffi.

Scene di panico, ieri nel pronto soccorso del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
Scene da film dell'orrore. Paure amplificate dalla psicosi del coronavirus. Mascherine introvabili. Personale inadeguato all'emergenza. Pazienti e accompagnatori sul chi va là. Dispencer presi d'assalto. E poi, la squadra per la sanificazione che blinda le aree, senza, però, munire di mascherine e guanti le persone in attesa. “Uscite. Spostatevi. Dobbiamo disinfettare”.

E poi la violenza improvvisa:

Il giovane salta dalla barella. Non vuole farsi toccare dai sanitari. Qualche oss cerca di calmarlo. La sua risposta è irrazionale, violenta! “cacciami i mani e coddhu. Tu fazzu vidira. T'ammazzu...”.

È stato un attimo di panico per le operatrici. La violenza del paziente, forse scaturita da una qualche forma di crisi emotiva, ha devastato una porta e fatto piangere e tremare una giovane oss mentre un'altra si premurava di spostare altrove i pazienti in terapia con molto garbo.

E poi la signora giunta in vestaglia da casa già pronta per il ricovero che chiedeva a chiunque di telefonare al marito. “Sì, vedete dotto' questa volta è 'na cosa seria! Mi sento il cuore, no il respiro ho l'affanno sì stavolta è 'na cosa seria da ricovero...”.

Indubbiamente il posto di prima accoglienza è difficile da gestire, ci vuole passione. Dedizione. E come si diceva un tempo: amore per chi soffre.

E ieri sera ho avuto la certezza che gli angeli esistono anche nel presidio Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.

martedì 25 febbraio 2020

Corona virus e strumentalizzazioni

Sgarbi leghista vecchio stampo?

Che del virus influenzale covid.19 se ne sia fatta una questione di terrorismo psicologico non v'è dubbio. I dati tracciano una linea in netta ascesa nel diagramma delle probabilità che fa la differenza tra il più domestico raffreddore, che miete più vittime tra la popolazione esposta e con difese immunitarie più deboli, e il corona virus.

Detto ciò, per invitare alla calma e razionalizzare il momento che stiamo vivendo mettendo in atto le dovute e corrette norme igieniche, ieri nella trasmissione di Lilly Gruber il prof Vittorio Sgarbi ha fatto il punto della situazione elargendo consigli e improperi a destra e a manca.

In parte ha detto bene! Si è demonizzato troppo, eccessivamente, l'aspetto contagioso del virus che ha fatto la prima comparsa tra popolazioni orientali. Ovviamente è saggio non prestare il fianco, esporsi al possibile contagio. Insomma comportarsi come quando si è di fronte a persone portatrici di malattie. Quindi raffreddori e malattie contagiose come il morbillo, la rosolia etc. senza lasciarsi prendere dal panico e fare incetta di derrate alimentari, mascherine e disinfettante.

Allarmismo inutile? Sì!

Mettere in quarantena paesi, regioni, ha fatto crollare gli impianti produttivi ed economici di intere nazioni. E questo dato Sgarbi l'ha colto. E anche se non ci voleva una lungimiranza da veggente lui è andato oltre. Ha ipotizzato la caduta, il crollo economico delle regioni del nord a favore delle regioni a sud di Roma. Cioè ne fa una questione di supremazia territoriale, economica e culturale tra nord e sud.
E se ricordiamo a noi stessi le immense ricchezze ambientali che la natura ci ha donato, il mare trasparente, le montagne salubri e il clima mite, il cielo che sta sopra immensi giacimenti storici e archeologici, beh, volendo fare il gioco dei campanilisti possiamo affermare che al sud c'è ricchezza sempre e comunque. Peccato che la nostra terra sia stata da sempre terra di conquista.

Le nostre bellezze sono rimaste alla mercé dei faccendieri locali e forestieri. Noi calabresi non abbiamo saputo difendere e valorizzare la cultura nostrana fatta di gente buona, tradizioni, natura, storia e, perché no, miti e leggende cantate e narrate da menestrelli di tutto rispetto e da poeti antichi e moderni.

venerdì 21 febbraio 2020

Coronavirus, 14 casi in Lombardia

Corona virus, 14 casi in Lombardia.

In Cina il mercato dell'auto ha una perdita del 90% circa.


Il virus decima persone e economia. Fabbriche, strutture connesse l'un l'altra. Bar, punti ristoro, supermercati, piazze d'incontro e socializzazioni, per sicurezza sociale sono messe in quarantena.

In Lombardia il cerchio sanitario si chiude attorno ai comuni del lodigiano.

Un'ordinanza che vieta ogni attività di aggregazione in 10 comuni del Lodigiano. La ha annunciata l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera durante la conferenza stampa sulla diffusione del coronavirus. I comuni interessati sono Codogno, Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda, Maleo, Fombio, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, San Fiorano, Castel Gerundo. Per una settimana i residenti sono invitati a restare in casa.

Nessun allarmismo!
Siamo preparati e ci stiamo muovendo per contenere il contagio. Lo assicura il ministro Speranza presente al vertice lombardo.

martedì 22 maggio 2018

Giuramento di Ippocrate e etica nelle nuove leve

Allora, com'è la situazione?
Radici scoperte! Ci sono due molari e due premolari. La gengiva si è ritirata e questo provoca il fastidio agli alimenti freddi o troppo caldi.
E qual è il rimedio? -chiedo preoccupato-
Si devono ricoprire.
Facciamolo! Quanto ci vuole?
Guarda, “lui” chiede 100€ a dente ma siccome sei tu ti faccio il 50%.
D'accordo. Lo puoi fare adesso?
Sì. due te li faccio adesso e gli altri due giovedì prossimo.

È così che inizia il mio tormento provocato dall'insipienza di uno pseudo “professionista” che, guarda un po', volevo aiutare nella sua nascente avventura.

Lo conosco da quando è nato. Perché non dargli una mano? -mi son detto- Non l'avessi mai fatto!
A seguito del suo intervento il fastidio si è trasformato in dolore lancinante che andava a toccare persino l'orecchio. Faccia gonfia e mandibola dolorante inducono a chiamarlo di domenica ma nessuna risposta al telefono e neppure al messaggio scritto.
Quattro giorni di inimmaginabile dolore causato dal processo infiammatorio.

Il lunedì mattina arriva la risposta tramite sms: oggi sono allo studio fuori città. Questi sono gli orari. Ti aspetto.
Alle nove sono lì. Chiamo per avvertire che sono arrivato ma niente. Aspetto. Chiedo. Il dottore è impegnato. Aspetto. E mentre aspetto altri entrano. Dopo circa un'ora si affaccia l'assistente e mi chiama. -dall'espressione del suo volto mi accorgo che è contrariata- Entro e lui è girato di spalle. Quando si volta gli espongo i problemi che sono sorti da quando mi ha messo le mani in bocca. E che se sono andato da lui era perché spinto da stima oltre che del rapporto parentale.
Risposta: la domenica non lavoro! 
Come non lavori!!! mi hai devastato! Mi hai provocato dolori lancinanti e tu dici che la domenica non lavori!
Adesso mi hai fatto innervosire, siediti lì che completiamo.
No no tu sei nervoso e io dovrei mettermi sotto le tue mani. Calmati che poi ne parliamo.
Il clima è teso.

In breve. Pago e vado via. Deluso, mortificato. Incazzato e dolorante prendo un appuntamento da un altro dentista. Questo mi visita dopo che l'ho messo al corrente della disavventura.
Non c'è traccia di rivestimento dei molari.
Come non c'è traccia?!
Guardi anche lei. E mi fa guardare nello specchio.
Facciamo una panoramica, venga di là.
Vede: i denti sono sani, unico problema questa piccola macchia alla base della radice che dovrebbe scomparire con dell'antibiotico. Lo prenda per una settimana. È un peccato devitalizzare un molare sano.
Ma allora ho subito ignaro l'intervento di un sadico? O cos'altro?
L'infermiera mi fa accomodare in segreteria e dopo pochi secondi riappare: "non c'è stato intervento e non deve nulla, il dottore la omaggia della panoramica, per il resto rimaniamo a sua disposizione".

Esco. Sempre dolorante corro in farmacia. Prendo l'antibiotico e un antidolorifico e finalmente trovo un po' di sollievo.

Che dire: l'errore ci può stare. È ammissibile! Ma non è ammissibile l'arrogante presunzione di chi dovrebbe prestare i suoi servigi al prossimo in ossequio al giuramento di Ippocrate. Ma forse questa è un'altra cosa. Una forma mentis antica, ormai superata.

mercoledì 4 aprile 2018

Governo, 1° giorno di consultazioni

Altro che operai o dipendenti, tanto per dirla con Corona. Questi sono dei dirigenti esperti nell'azione politica e nel mantenere il potere.
Perlomeno questa è la conclusione che mi faccio dopo aver sentito i primi esponenti dei gruppi politici dopo l'incontro col presidente Mattarella.

Gli incontri al Quirinale si dimostrano rituali già visti. Tra propensioni al dialogo e veti, pur dichiarando apertura alle possibilità di un governo aperto alla soluzione dei problemi in campo, i leader sciorinano il loro sale politico.
La Lorenzin si dice preoccupata (adesso è nel gruppo misto, in seno alla sinistra) e come ministro della sanità uscente si dice preoccupata per le finanze dello Stato. È lei che ha tagliato i cordoni consolidati nelle aziende sanitarie nazionali ed è sempre lei che ha imposto il commissario Ed è sempre grazie alle misure sue e quelle di Scura che curarsi in Calabria è diventata un'impresa impossibile.
Scura in Calabria.

Il vecchio ora fa i conti col nuovo, anzi con le nuove intenzioni che i 5 stelle mettono al primo posto nelle loro azioni.

I tagli nella sanità hanno forse messo in pari i bilanci ma hanno decimato lo stato sociale di diritto alla salute dei cittadini poveri e annullato concorsi e assunzioni. Mentre sulle persone che devono per forza decidere se comprare l'aspirina o fare la spesa pende la famigerata spada di Damocle Ma questo non è problema della Lorenzin e neanche dei politici in generale che, con circa 5/6mila euro al mese possono comprare aspirine a quintali.

Difficile fare previsioni anche sui tagli ai costi della politica, tema caro a Di Maio e Salvini.

La lega “noi con salvini” inizia a perdere pezzi: in sicilia il suo rappresentante di spicco è agli arresti domiciliari per voto di scambio. E se ciò dovesse risultare verità come potranno i 5stelle formare un governo con loro?

Questa legge elettorale ha dimostrato in pieno l'inadeguatezza della stessa, difficile governare! Anche chi ha raggiunto consensi importanti non può governare senza alleanze. E Matteo Renzi coi suoi si arrocca e sta in difesa. “Noi stiamo all'opposizione; così hanno voluto gli elettori” , dice.
E Napolitano?

sabato 16 dicembre 2017

Sala d'attesa

 Aspettando la visita.

Prima o poi capita a tutti.

Essere costretti su una sedia in una sala d'attesa per ragioni di salute. Aspettare che qualcuno chiami  ed entrare doloranti ma fiduciosi di porre fine alla causa del malessere. Capita a chiunque, prima o poi.

Capita anche di dovere condividere gli spazi con altri pazienti e con i familiari dei pazienti. Bambini compresi.

In questo variegato mondo di doloranti membra, almeno una volta si stava in rigoroso silenzio o al massimo si parlava a voce bassa per non disturbare il lavoro dei sanitari e anche per evitare ulteriori disagi agli ammalati in attesa. Adesso non è così!

I costumi e l'educazione sono cambiati:
Cellulari che lanciano allarmanti note. Persone che gridano al telefono. Bambini che giocano rumorosamente coi tablet. Gente che interroga internet e suggerisce analisi strumentali e terapie mediche specifiche per il malanno del congiunto in attesa.

Un mercato! Sembra di essere in un mercato della frutta dove chiunque si sente autorizzato a imporre la propria mercanzia e non in un luogo adibito a scienza sanitaria.

“ Il clisma opaco. Ecco mamma. Questo devi fare”. Dice perentoria la figlia mostrando il cellulare all'anziana donna. “Questo ti sblocca. Rompe il tappo di cacca...”. “Che ne so! Risponde la signora mamma. Sono otto giorni che non vado al bagno. Mi hanno fatto i clisteri e niente. Solo un'acqua gialla. ...”.

Dall'altro angolo del corridoio il bambino in braccio al padre parla con lo schermo. Con quello che vede nello schermo! “Pensi di fregarmi ah! Brutto minions. Ma non mi freghi. Tieni prendi questo e questo...”.

Intanto la sala continua a riempirsi di pazienti. Arrivano i parenti della signora costipata e ognuno dice la sua soluzione certa e sicura, personale o suggerita da qualche illuminato conoscente. Qualcuno si sposta. Va in perlustrazione negli altri reparti con la speranza di incontrare e coinvolgere parenti e conoscenti impiegati all'interno dell'asp per risolvere velocemente e bene il problema intestinale della signora che non caga da diversi giorni.

Che gabbia di matti.  

giovedì 9 novembre 2017

Aiuto

Le tante facce della Calabria.


Tra le tante vicende che si snocciolano in Calabria, tra 'ndrangheta e malaffare, la politica autoreferenziale e ossequiosa è la più odiosa.

Le notizie cattive, quelle che fanno salire magoni in gola e rabbia, non sono poche. E quasi tutte determinate dalla cattivissima gestione della cosa pubblica, cioè dalla regione calabria.
Molti puntano il dito accusatore contro dirigenti politici e amministrativi. Li accusano di lassismo e incapacità.

L'accusa più cruda e senza giri di parole la lancia Grazioso Manno presidente delle bonifiche catanzaresi che chiede alla politica da diverso tempo la ripresa dei lavori della diga del Melito. Un'altra, ancora più drammatica corredata da immagini shock è legata alle case residenziali per anziani e disabili: dipendenti senza stipendio da diversi mesi privati dalla dignità di lavoratori e genitori senza soldi che non possono comprare il pane e mandare i figli a scuola.

E poi c'è la Calabria che inaugura nuove sedi di fondazioni e dona diplomi ad ambasciatori a uomini e donne illustri per divulgare oltre confini le eccellenze.

Dicotomie irriverenti. Benessere e povertà!
I dirigenti calabresi hanno perso di vista la realtà. Non conoscono la guerra quotidiana di mamme e padri costretti alla fame da scelte scellerate.

La dirigente di una casa di cura per anziani accusa la gestione Scopelliti e denuncia la mancata erogazione da parte regionale di diversi anni di contributi economici dovuti ma mai ricevuti dalla struttura. Sofferenza economica che ha indotto i vertici aziendali a non pagare i dipendenti per mantenere gli ospiti- inutile entrare nei particolari. In linea di massima è evidente che in Calabria si cammina a due velocità

giovedì 5 ottobre 2017

Malasanità

Davanti ad un evento come la morte non ci sono se o ma. Quando giunge l'ora fatale si è inermi. Impauriti, forse. Malati e parenti, disarmati già al pronto scoccorso dai codici che inducono tutti all'attesa prima del verdetto.

Ma quando la macchina perfetta s'inceppa qualcosa non va nell'organismo. Inutile correre in ospedale e affidare le proprie ansie alla scienza specialmente quando questa è commissariata e condizionata dal piano di risanamento economico.
La malasanità accoglie con fredda diffidenza malati e congiunti. Non sempre chi sta oltre il vetro comprernde o intuisce l'origine del malessere che fa piegare in due il paziente. La decodificazione dei sintomi è banalizzata dai sanitari del pronto soccorso forse perché temperati da grandi traumi quali incidenti stradali, infarti, ictus. Ma questo no! Non ha vistose ferite.
L'anamnesi non lascia dubbi.
Lamenta solo un maldipancia. Codice verde! E lunghe ore di attesa si prospettano per i malcapitati.
Niente esami complessi. Costano troppo!
Qualche pasticca e il paziente ritorna a casa.
Trascorre la notte nel proprio letto. Dorme. Lentamente l'energia vitale cessa d'irrorare la carne e le ossa. I tessuti sono avvelenati dalla parte in necrosi dell'intestino. Blocco intestinale! Si saprà dopo.
Intanto, a causa del troppo lavoro emergenziale e dell'elevato costo sanitario che ha bloccato sulla sedia del prontosoccorso in codice verde un “banale caso di maldipancia” una vita si è spenta.

Fatalità? No! Malasanità.

venerdì 14 aprile 2017

Rip, quando il dolore è insopportabile

Quel suo sorriso pacato, ad un attimo dalla morte assistita, e i suoi occhi sereni. Le sue parole e gli auguri di serena vita a noi che npon abbiamo lontanamente coscienza delle sue sofferenze ce l'ho ancora dentro.
Le sue parole e i gesti pacati frullano nei miei pensieri e inducono a chiedere: perché è dovuto andare a Basilea e pagare novemila euro per porre fine alle sue sofferenze? Perchè ha dovuto soffrire così tanto fino ad oggi?

Non è il primo e non sarà l'ultimo a decidere di andare incontro alla morte in maniera dolce.
Lo capisco!
Capisco che arrivati al limite della sopportazione umana l'unica soluzione è l'autanasia.
Ho avuto lo stesso impeto nei confronti del mio cane quando ogni possibile cura sembrava risultare ininfluente.

Il nome non conta e neanche l'appartenenza politica. Conta che alcune persone abbiano preso a cuore il problema posto da Davide. Conta che abbiano rastrellato in rete le risorse adeguate per portarlo in Svizzera nonostante possano passare guai in Italia con la magistratura vista l'illegalità dell'operazione. Da noi non è tollerata l'eutanasia...

buon riposo a quanti sono stati costretti, dalle malattie incurabili, a porre fine al loro dolore e decidere liberamente l'etremo attimo.

E mentre c'è chi combatte guerre che minano da dentro il proprio corpo e non vede altra via di scampo se non l'autanasia, c'è chi decide di uccidere persone in perfetta salute fisica e psichica in nome del dio denaro e degli affari connessia alle fabbriche delle armi. Azione resa legale dalle insulse decisioni di capi di stato discutibili.

Rip. Quando il dolore è insopportabile e la vita non è degna di essere vissuta

lunedì 4 luglio 2016

Sanità, quando c'era l'INAM

E funzionava l'assistenza sociale.


La sede centrale dell'inam (l'istituto nazionale assicurazione contro le malattie) è ancora lì, nel centro storico di Catanzaro.
La cassa mutua, come si diceva una volta, erogava servizi sanitari ai cittadini e risolveva i problemi di piccola entità, il più delle volte, nell'immediatezza, subito dopo gli esami di routine fatti nei laboratori annessi e prescritti dai medici.

storica sede INAM, via Acri, Catanzaro


La specialistica in offerta era semplice: otorinolaringoiatria. Quindi orecchio naso e gola. E poi, ostetricia, ginecologia. Andrologia. Oculistica. Ortopedia.
Toglievano anche il gesso e prescrivevano i forni da fare nella stessa struttura di via Acri per accelerare e migliorare la calcificazione delle fratture ossee. Fu lì che m'ingessarono un braccio e feci la prima conoscenza della struttura medica. Ma il dato traumatico non fu questo. Bensì un altro:

mercoledì 14 ottobre 2015

Welfare addio!

C'era una volta la tutela della salute Pubblica.


C’era una volta la sanità pubblica che si prendeva cura della salute dei cittadini, tutti i cittadini senza distinzione di razza religione o credo politico! E c’erano delle malattie ritenute a rischio che erano esenti da ticket e quando comparivano dei campanelli d’allarme quali il sangue nelle feci o forti dolori al petto avevano la precedenza sulle altre patologie anche in pronto soccorso.
E poi venne l’austerità che si mangiò il buon senso e il rispetto delle persone. Da Monti in poi non ci furono altro che tagli. Tagli alla sanità e alla scuola. Tagli alle pensioni, sì ma a quelle piccole perché quelle d’oro dei manager e dei politici non sono state toccate per cavilli legati a tutele particolari che però non tutelano i deboli.
estratto dal portale medico
della colonscopia

Tornando al diritto alla salute che non c’è più, chiunque ha un reddito o possiede un autoveicolo deve obbligatoriamente pagare la tassa al servizio sanitario. E ancora non basta. Non è sufficiente per coprire le spese e risanare i fondi pubblici destinati alla sanità. Ci impongono di pagare il ticket! Un ticket che varia a seconda della patologia.
Facendo una veloce ricerca su internet  la malattia che accomuna molte persone risulta essere quella relativa ai disturbi del colon, fino a qualche anno addietro esentata da ticket che oggi, a seconda di quello che occorre fare per diagnosticarla, il paziente deve preventivare una spesa variabile che va dai 150 ai 500 euro.
Con la crisi che c’è … 

lunedì 28 settembre 2015

Cara Beatrice Lorenzin auguri ... ma

Bene. La Lorenzin è mamma di due gemelli: Lavinia e Francesco.

Solitamente si pensa che essere mamma amplifichi la sensibilità e che la maternità in sé oltre a creare una rivoluzione nel corpo femminile induce a guardare con occhi nuovi il mondo: si è più protettive e inclini alla comprensione. Ma Stando alle notizie diramate dai giornalisti pare che dopo il parto Beatrice si sia vestita con una corazza d’acciaio spessa chilometri dai bisogni reali della gente che vive di stipendio o sopravvive barcamenandosi tra mille espedienti per arrivare a sera e portare un pasto ai figli, comprare qualche jeans e, perché no ormai non ne possiamo fare a meno, regalare una carica da 5 euro.
Sia ben chiaro: Vivere lo stato materno non significa essere forzosamente caritatevole o commiserevole ma quantomeno ricordarsi di essere lì al governo per salvaguardare lo stato sociale dei cittadini.
Invece, l’ultima pensata del ministro alla salute getta scompiglio nelle classi sociali (che la costituzione dice di essere abolite, nella realtà dei bisogni esistono) che hanno problemi di salute fisica e mentale.
Il ministro dice a sua discolpa che le analisi, alcune analisi sono inutili, quindi impone per legge ai medici di non prescriverli.
Non sottoporre i pazienti ad analisi che potrebbero salvare la vita o migliorarne la qualità?
Ma dove siamo arrivati! Già in condizioni “normali” quando si è costretti ad entrare in farmacia tra ticket e medicine definite da banco si lasciano tra 10 e 20 euro. Certo, per chi incassa oltre tremila euro al mese non è una spesa eccessiva ma quando si è costretti ad eseguire analisi di una certa rilevanza e il ticket sale oltre i duecento euro anche a chi incassa cifre importanti inizia a pesare se sommate alle tasse.
E fin qui siamo nella “normalità”!
Non è normale sconvolgere i meccanismi studiati e messi nella Carta Costituzionale dai Padri per la tutela della persona, nell'espressione ampia del termine, lo stato sociale, il welfare, per una mera questione economica imposta dalle lobby economiche. 

mercoledì 4 marzo 2015

Calabria, Mario Oliverio alla riscossa

Oliverio dice: non mi interessa assumere l'incarico di commissario ma esigo che il commissario risponda a me sulle problematiche della sanità calabrese che sono stato eletto con oltre il 6o% dei voti dai calabresi per fare il presidente della Calabria e tutelare il territorio.

E fin qui non fa una piega. Quindi, volendo prendere per buone le sue motivazioni che ha ampiamente spiegato in conferenza stampa, affiancato dai sub commissari Pezzi e Urbani nominati dal governo Renzi che hanno appogiato la sua richiesta di aprire il concorso nella sanità per evitare di trovarsi davanti a casi drammatici come è già successo in altre regioni, s'intuisce che c'è in atto una guerra interna al PD. E il silenzio di Renzi lo conferma

Lui. Matteo, il re dei cinguettii, che smanetta anche quando è in consiglio dei ministri, è difficile immaginarlo immobile, salvo che non abbia infiammati i tendini … ma no!, uno come lui attiverebbe la funzione vocale e trasmetterebbe messaggini vocali pur di smentire o mettere all'angolo i nemici.

Battute a parte, c'è la necessità di capire come stanno le cose.
Capire se Oliverio è davvero il paladino buono senza macchia e senza vergogna che non accetta compromessi e non asseconda gli interessi dei gruppi di potere come ha lasciato intendere oppure se sta giocando un ruolo politico all'interno del suo partito.
Ribadisco. Lui ha detto di no. Che è interessato solo al bene della Calabria. E ci voglio credere, perché ne ho bisogno.
Ho bisogno di credere che ancora c'è qualcuno onesto intellettualmente e che ha abbracciato la politica per il bene della comunità.
Se Mario Oliverio è tutto questo, e ribasdisco ci voglio credere, deve fare attenzione!, perché il malaffare, la doppiezza si annida anche nelle formazioni blasonate che non si fanno mancare i titoli, che sanno vendere bene la loro mercanzia affiancate dai comitati scentifici e dai media.

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