Sacralità ed etica del lavoro creativo nell'800.
Nel
1845 un gruppo di
pittori, riunitosi a
Londra, decide di
rifiutare ogni
forma accademica in pittura e per sviluppare la loro tesi prende come punto di riferimento i pittori precedenti a Raffaello, portatori, secondo il loro modo d’intendere l’arte e la vita stessa, di una freschezza poi contaminata dalle varie scuole successive a Raffaello, compreso. Perciò furono
definiti Preraffaelliti.
In Italia qualcosa di analogo prende il nome de
I Nazareni, un ristretto gruppo di artisti appartenenti al movimento romantico tedesco, attivi a
Roma agli inizi del
1800, che incoraggiati in un primo momento dalle
teorie di
Wilhelm Heinrich Wackenroder e di Wilhelm August von Schlegel si staccano dallo schema
classico-accademico, orientandosi verso una nuova arte, fondata su patriottismo e soprattutto sulla religiosità con un linguaggio che conferisce caratteristiche arcaicizzanti riscontrabile nell’impiego di un forte tratto dal cromatismo crudo fatto di pennellate uniformi.
I giovanissimi artisti
Franz Pforr (1788-1812) e
Johann Friedrich Overbeck (1789-1869), nel 1809, istituiscono nella città di
Vienna, la
Confraternita di San Luca (la
Lukasbund), giurando di prestare sempre fedeltà alla verità, di contrastare gli schemi accademici e di far risorgere l’arte impiegando ogni mezzo.
A
Roma, dove soggiornano l'anno seguente, grazie alla conoscenza del direttore dell'
Accademia di Francia ottengono il consenso di riunirsi nel
convento di Sant'Isidoro del Pincio, insieme a nuovi seguaci.
La confraternita andò a vivere nel
monastero al Pincio e lì gli adepti cercarono d’intraprendere, attraverso la
sacralità del lavoro, un percorso
etico-pittorico che affondasse le radici nel
piacere primitivo e sacrale della manualità e del lavoro inteso come preghiera autentica.
Insomma una pittura in netta antitesi con quell'arte che, per realizzare "la bellezza", ha tradito "la verità".
C'è, quindi, il ritorno allo studio di un albero, del gambo di un fiore, di una massa nuvolosa; si ricercano anche i dettagli più trascurabili del disegno, per esempio di una fronda, per riscoprire a fondo la struttura della natura e dialogare con lo spirito ormai svanito dell'animo umano.
Ma le
contraddizioni non mancano; il tono sentimentale dell' "
Ecce Ancilla Domini" (1850) di
Rossetti, (Dante Rossetti, nonostante il suo nome, autenticamente italiano, è un pittore inglese nato a Londra il 12 maggio 1828 e morto a Birchington, 10 aprile 1882) con una successione di piani tracciati in modo quasi immaturo, come un atto di riverenza al
Beato Angelico e l'invocazione del candore cristiano, per il critico d'arte
John Ruskin, si spegnerà presto nelle imminenti passionali e provocanti dame; e così anche
Hunt si perderà in una snervante ricerca del particolare e nella raffigurazione simbolica; mentre il dotato
Millais trasgredirà, sempre secondo il critico d'arte, la
causa preraffaellita per indirizzarsi alle richieste di
ricche committenze: il messaggio incomincia a perdersi e verrà del tutto sostituito dai contenuti dall'
estetismo che dilagherà dagli anni cinquanta, per tutto l'Ottocento.