Visualizzazione post con etichetta percorsi culturali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta percorsi culturali. Mostra tutti i post

sabato 14 gennaio 2023

Calabria, Stalettì scogliera di Cassiodoro

 

Un pugno di scogli gettati nello jonio affiorano tra le acque cristalline e sembrano tenere ben salda la collina di Stalettì alla cui sommità scorre la ss 106 delle Calabrie.



La strada è esposta e inserita strutturalmente nel paesaggio aspro e consente allo sguardo di librarsi oltre l'orizzonte mentre i pensieri cattivi volano via e s'inchiodano negli aculei dei fichi d'india, eterni guardiani abbarbicati sul pendio.

Da qualche ventennio la strada è resa comoda. Il nuovo tracciato comprende un lungo viadotto che lascia sul costone la vecchia sede ancora percorribile.

La piazzola di sosta invita prepotentemente a sostarvi. E bere di quella bellezza che ispirò Omero e indusse il monaco statista Cassiodoro a eleggerla a dimora.

venerdì 19 marzo 2021

Verso Cosenza, nel cuore della città bruzia

Mancavo da diverso tempo da Cosenza. Dall'ultima volta sono cambiate molte cose e tra queste il senso di marcia. Non lo sapeva neanche il sistema di navigazione dell'automobile!, che mi ha portato nella zona pedonale. Tra divieti e sensi di marcia obbligati raggiungere la meta è stato un po' problematico.

L'autostrada è sempre la stessa, inutile cambiarle il nome e la sigla, non è cambiato nulla da quando era definita “A3, l'autostrada del sole!”. Cantieri, deviazioni e neve!

La neve, nonostante i possibili pericoli che potrebbe causare agli automobilisti sprovveduti, col suo manto biancastro, riesce sempre ad emozionare.


"Cosenza"

Nel cuore della città, Piazza Bilotti, l'area destinata all'arte contemporanea è transennata: vietato avvicinarsi alle opere d'arte installate e, naturalmente, anche il parcheggio è off-limits.

Ho tempo! Aspetto in macchina. Osservo la gente passare. Tutti con la mascherina e con un itinerario ben prefissato.

Le casalinghe hanno buste con verdure. Alcune giovani mamme trascinano carrozzine e bimbi accompagnate dai papà. 

Alcuni pensionati, pochi, non più di dieci o quindici, sfilano con le bandiere di una sigla sindacale.

Il cameriere di un bar porta due coppe gelato in vetro da qualche cliente. Andata e ritorno. Sempre con mascherina incollata diligentemente sulle vie respiratorie.

Conto tre, quattro attività commerciali chiuse. Sulle saracinesche abbassate c'è affisso il cartello “vendesi” “affittasi”. Uno di questi esercizi andati in malora cattura la mia attenzione: l'insegna dai caratteri datati, in netto contrasto con le attività commerciali limitrofe, sembra uno scherzo: Pasticceria Quirinale, dal 1955.

Colpa del covid?

sabato 6 settembre 2014

Se anche i bagnini fossero dei promotori culturali

Calabria. Ieri e oggi. Storia. Turismo. Luoghi

La ripresa economica in Italia non c'è. E, diciamo la verità, non c'è neanche nel resto d'Europa.

Il boom economico è imploso con l'avvento della politica dell'euro che ha l'assurda, prepotente tendenza di rimettere i conti in ordine laddove la classe politica (che ha consentito ai meno abbienti di coltivare il miraggio dell'uguaglianza e dei diritti allo studio e al lavoro) ha elargito costantemente nel tempo risorse pubbliche in cambio di lavoro e voti.

Il tanto auspicato boom culturale non c'è mai stato. E chi ha ancora qualche soldo da spendere cerca su internet le offerte migliori per fare un fine settimana a prezzi da grandi saldi nei bed & breakfast, negli agriturismo e negli alberghi che, in funzione della crisi, abbattono i prezzi e anche i servizi.

In certi ambienti, gli operatori turistici sono talmente depressi da limitare consigli e suggerimenti ai villeggianti. Capita, quindi, non di rado, di sentire gigantesche corbellerie svolazzare tra gli ombrelloni che, ignoranza a parte, fanno sprofondare ulteriormente l'economia del territorio.

vasche di Cassiodoro. Scorcio, ph dai ruderi della chiesetta di S. Martino, Stalettì, Caminia

Nonostante la letteratura classica e turistica esistente sulle coste calabresi, per esempio, può capitare di sentire argomentare negativamente, con sufficiente apatia, il noleggio di un pedalò o la gita in barca nel golfo di Squillace perché, secondo la villeggiante “non c'è niente da vedere”.

“Non c'è una scogliera. Non ci sono cose da vedere. Non ci sono piattaforme con giochi in mare”.

È vero!, non ci sono giochi in mare ma la signora non sa, e forse non lo saprà mai, di avere fatto perdere al figlioletto un'escursione che, accompagnato da un operatore turistico ben documentato, gli avrebbe fatto vivere mille emozioni e lo avrebbe arricchito culturalmente.

E, rimanendo nella quotidianità del turismo di massa, la signora mamma ha negato al figlioletto la possibilità di stupirsi per i panorami a strapiombo sul mare, scialarsi nel fare il bagno nelle acque cristalline della scogliera dove Cassiodoro praticò il primo allevamento di acquacoltura per sfamare i monaci e gli studenti del Vivariense, prima università europea istituita proprio nella terra dei Bruzi.

Scogli contro i quali s'infransero le navi di Ulisse per risalire, in un secondo tempo, un po' più su, nella terra ferma, dove Ulisse e i suoi marinai costruirono un villaggio con i resti delle navi e vedere un sovrapporsi di popoli e storia nel parco archeologico Scolacium.

Ma non è mai troppo tardi. Confidiamo in un futuro prossimo migliore.

lunedì 23 novembre 2009

i signori dei feudi nell'Italia contemporanea


I signori dei feudi nell’Italia di oggi

La mia puerile visione del mondo non riesce a comprendere i segreti di stato, le strategie della politica e tantomeno quelle dell’alta finanza che, di fatto, cozzano con gli interessi quotidiani dei cittadini. Ora, col massimo rispetto per le cariche parlamentari e verso tutti gli organismi dello stato, sarei veramente grato se qualcuno dei signori che sbraita e vuole a tutti i costi imporre la propria idea di giustizia pubblicasse seriamente una spiegazione che facesse comprendere a chiunque l’attuale gestione politica e sociale del Paese Italia. E, nello specifico, se il Popolo è Sovrano, per quale motivo deve essere messo al giogo da un manipolo di amici che intende gestire la cosa pubblica secondo personalissimi criteri difformi dagli interessi comuni del Popolo?

Secondo le notizie divulgate dalla carta stampata e dai reportage televisivi, eminenti rappresentanti degli Organi Istituzionali asseriscono fermamente l’inutilità e la pericolosità di alcune leggi volute fortemente dalle maggioranze di governo.
In base alle informazioni, documentate e rese pubbliche in ottemperanza all’ideale di libertà sancito dalla Carta Costituzionale vigente, si ha la sensazione che il potere politico voglia perseguire interessi privati, eliminare la controparte non attraverso la dialettica ma mediante escamotage che lasciano presagire la beffa oltre che l’arroganza del potere esercitato. D'altronde, non si riesce a capire la necessità di:
1. Privatizzare un bene comune come l’acqua;
2. Imporre il processo breve;
3. Programmare la costruzione di centrali nucleari;
4. Nascondere il malgoverno dei rifiuti urbani e tossici;
5. Dividere l’Italia in feudi…

Questo è quanto arriva a noi, persone lontane dalle strategie politiche alte, costrette a vivere nella bufera mediatica e nell’instabilità sociale contemporanea.

mercoledì 18 novembre 2009

arte contemporanea in Calabria, spazio open al parco

©archivio M.Iannino


Tra le opere d’arte disseminate nel parco della biodiversità, dopo “l’uomo che misurava le nuvole” lavoro in bronzo e silicone di Mimmo Paladino, alcuni esemplari dei cento ferrosi dissacratori replicanti nudi di Anthony Gormley che per fargli segnare una fantomatica linea d’orizzonte è stato necessario interrarli in entrambi i luoghi espositivi e nel sito archeologico alcuni pezzi sono stati tumulati fino al collo; le sculture di Cragg, i giochi meccanici di Delvoye, e, le altre opere acquistate che ben s’inseriscono nel parco catanzarese, ora è la volta dei “baci caduti” di Oppenheim: due enormi ampolle composte di tubi fluorescenti che rimandano la mente all’architettura delle cupole arabe. Installazioni da vivere che, munite di varco d’accesso, sembrano invitare gli osservatori a entrare, esplorare dall’interno le gocce di luce e aria, seguirne le sinuose verticali fino all’apice, punto di unione di forze esoteriche catalizzatrici di energie creative.


Decisamente è un bel vedere! Specie di notte.

Comunque, corre l'obbligo ricordare ai dirigenti locali che i progetti denominati “Intersezioni” e allestiti nel parco archeologico di Roccelleta sembra non abbiano contribuito a rilanciare quel turismo culturale pronosticato dai dirigenti politici, ciò dovrebbe far riflettere ed eventualmente escogitare nuove strategie, mirate a far decollare appieno l’area Scolacium di Roccelletta di Borgia alla periferia sud di Catanzaro e la costa jonica compreso l'imminente entroterra presilano che vide i natali di Mattia e Gregorio Preti .

martedì 17 novembre 2009

dal parco archeologico al giardino botanico di Catanzaro



Nel “parco della biodiversità”, giardino botanico calabrese di recente fondazione, Catanzaro, ha istituito una location d’arte visiva aperta a quanti non hanno mai avuto la possibilità di avvicinarsi all'arte e agli artisti noti contemporanei.
©arch.M.Iannino
parco archeologico, installazione Staccioli
l’amministrazione provinciale di

Al variegato mondo che popola i parchi verdi e i relativi giochi è stata data l’opportunità di incontrare, attraverso i lavori artistici inseriti nel parco botanico, gli autori delle installazioni effettuate nel parco archeologico di Roccelletta di Borgia dal 2005 a oggi.

Incuriosirsi ai linguaggi dettati dall’arte contemporanea; documentarsi per comprendere le motivazioni che spingono gli artisti a giocare e proporre il proprio fare; contestualizzare il tutto con la macchina economica che gira attorno agli interessi economici e culturali di critici, galleristi e mercanti.

Considerare pacatamente senza demonizzare niente e nessuno se le operazioni messe in atto dai progettisti culturali siano riuscite nell'intento che si erano prefissati, ovvero, di apportare ricchezza al territorio oppure no!
Chiedersi se è indicato puntare sempre sullo straniero oppure dare opportunità all’indigeno; valorizzare i talenti locali, stimolarli e far sì che la creatività diventi strumento propulsivo dell’economia calabrese.
©arch.M.Iannino

Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea




Catanzaro, esposizione permanente di arte contemporanea nel parco delle biodiversità
©arch.M.Iannino


Il parco delle biodiversità, realizzato dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha stravolto positivamente 114.200mq di campagna urbana annessa all’istituto della scuola agraria per le attività pratiche e sperimentali di docenti e studenti. Dal 21 marzo del 2004, giorno dell’inaugurazione, il sito è diventato un bellissimo polmone verde che contiene piante da siepe, tappezzanti, di alto fusto e arboree; due laghetti popolati da cigni, anatre, papere e piante acquatiche precedute da allegre e sinuose panchine in stile Gaudì, il tutto sottolineato dal percorso Jogging che invita a continuare la passeggiata fino alla valle dei mulini; e ancora, piste ciclabili e da pattinaggio; aree giochi, anfiteatro, area ristoro, servizi igienici; enormi voliere che ospitano pennuti autoctoni e migratori; gabbie con rapaci e prati recintati per inibire la fuga agli scoiattoli che popolano i centenari pini mediterranei. Strutture in legno a forma di castello, gazebo, vecchi tronchi incisi da artigiani locali. La clinica per gli animali selvatici o abbandonati; il museo delle armi e, dulcis in fundo, tra tanto tripudio alla natura e al fare dell’uomo è visibile l’elogio alla creatività degli artisti ospiti nelle edizioni culturali estivi attuati nel Parco Nazionale Archeologico Scolacium denominate “Intersezioni”:
ben inseriti nel contesto paesaggistico del giardino botanico mediterraneo, le opere di Cragg, Paladino, Fabre, Balkenhol, Delvoye, Quinn, Gormley e Hoppenheim conferiscono quel tono culturale importante, necessario all’inserimento del sito nei canali culturali mondiali.

martedì 27 ottobre 2009

mecenatismo o morte dell'arte?



L’assenza del mecenate è sinonimo di libertà intellettuale?
O siamo tutti, indistintamente, asserviti al potere dei soldi?


Il concetto filosofico astratto che dà spazio a mere disquisizioni intellettuali non raccoglie larghi consensi nella massa se non è ritenuto immediatamente produttivo.
Teorie e pensieri, destano attenzione nei ceti sociali se ritenuti utili e realizzabili per migliorare la quotidianità dei popoli in termini di prodotti che servano al sostentamento fisico o mentale. Ciò spiega in parte l’assenza dei grandi mecenati dell’arte e della fabbrica produttiva in voga fino a qualche decennio addietro. Oggi l’artista è qualcosa di diverso: una via di mezzo tra il filosofo, l’artigiano, il sociologo, il webmaster che vive e osserva, analizza e propone.
Un tempo gli artisti erano sostenuti e indirizzati nella realizzazione delle grandi opere dalla classe dominante. Non a caso, i maggiori tesori artistici appartengono al clero, ai nobili e alla borghesia.
Le rappresentazioni prettamente figurali indirizzano gli osservatori a seguire visivamente quanto divulgato verbalmente per avvalorare il proselitismo della classe dirigente.
Oggi la funzione d’immagine è ottemperata dalla pubblicità, dalla visibilità che la classe dirigente si ritaglia nei mezzi di comunicazione di massa e non dalla maestria pittorica di un Raffaello, Leonardo, Delacroix, Tiepolo… Anche perché sarebbe da sciocchi spendere energie artigiane che richiedono tempi lunghi e fondi, spesso consistenti, per immagini meglio eseguite dai nuovi media.
L’arte, quindi, come linguaggio libero di un essere contemporaneo affrancato dalla dipendenza del mecenate. Ma quanti tra gli operatori della comunicazione visiva artistica sono affrancati dal mercato?
Sembra che un nutrito numero segua le tendenze della massa e la incoraggi ubbidendo alla richiesta dell’immagine shock, originale e dissacratoria a qualsiasi costo.
Il pubblico cerca in un quadro o in un’immagine divulgata dai mass media il tonfo emotivo, qualcosa che lo acchiappi alla gola o frulli nella testa anche per poco tempo, vista la durata della comunicazione mediatica contemporanea. Il messaggio, qualora ce ne fosse uno, deve essere un contenitore polivalente di ossimori, meglio se dissacranti, ambigui, fobici: purché produca ricchezza! raccolga proseliti e dia visibilità al narciso.

mercoledì 30 settembre 2009

senza rancore: mors tua vita mea


I bisogni del III millennio


C’è stato un tempo in cui anche le aziende serie divulgavano il verbo dell’amore conviviale.
Ricordo ancora la frase di un docente aziendale negli anni ‘90: perché sopraffare il collega, la concorrenza, intraprendere gare e affannarsi per arrivare primi: non è più bello tagliare il traguardo insieme? Se guardiamo il prossimo come un fratello, tutte le velleità si frantumano…
Se poi, questa espressione, la estendiamo alla società intera, abbiamo realizzato il sogno idilliaco dell’amore universale! Ebbene, ci ho creduto! Ho creduto che l’uomo debba fidarsi del prossimo; minimizzare gli affronti; le discussioni chiassose; le beghe di parte, collaborare alla crescita collettiva, ma non è così. Specie oggi che, di fatto, la disoccupazione è uno stato endemico per la grandissima maggioranza della popolazione adulta. Oggi, purtroppo si assiste impotenti alla scalata sociale di quanti hanno necessità più o meno reali di sostentamento. Vediamo quindi ragazzine dal cervello corrotto che ostentano sfacciatamente corpi acerbi per aprirsi comode strade; donne di plastica; uomini e donne che non accettano la naturale evoluzione temporale; personaggi cinici che dalle disgrazie altrui ricavano guadagni. Inquinano l’ambiente, avvelenano la natura per guadagnare di più, avere profitti maggiori. Insomma, l’idea contemporanea della solidarietà è rivolta solo ed esclusivamente alla solidità del proprio conto bancario, comodamente protetto nelle banche dei paradisi fiscali esteri così da non pagare le tasse e partecipare, secondo le proprie energie al mantenimento dello stato sociale, come recita la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Che dire, poi, delle persone che gestiscono gli istituti della pietà solidale? E poi, perché pietà?
Solidarietà è spendersi affinché nessuno viva nelle ristrettezze economiche. Creare presupposti seri di lavoro, instituire forme di sussidi economici laddove la tecnologia ha soppiantato le vecchie forme di attività economiche-lavorative.
Nel III millennio, era di malattie contagiose, pandemie, cataclismi naturali, politici e di pensiero, l’unico elemento adeguato alla sopravvivenza individuale sembra essere la prevenzione strumentale del proprio orticello. A ciò ha portato l’involuzione di pensiero degli ultimi tempi! Non a caso, l’azione eloquente, che si vede esternare spesso per le strade, nei salotti televisivi anche a certa classe dirigente, racchiude la sintesi della pochezza di pensiero condensata nel popolare gesto riprodotto, affianco.

venerdì 11 settembre 2009

dalle opere di Oppenheim al Siddharta di H. Hesse



In Siddharta, Hermann Hesse, racconta la storia di un uomo che cerca. Cerca di vivere interamente la propria vita passando di esperienza in esperienza. Passa dal misticismo alla sensualità; dalla meditazione filosofica alla vita frenetica degli affari senza fermarsi mai presso alcun maestro poiché non considera definitiva nessuna esperienza acquisita. Siddharta vuole comprendere, penetrare il misterioso tutto dai mille volti cangianti; e alla fine lo trova nel sorriso costante e tranquillo di Gotama, il Buddha.
Ma prima di arrivare a tanto, Siddharta gioca tra gli uomini-bambini, diventa ricco col commercio adoperando le stesse furbizie dei mercanti e indossa molteplici maschere che dismette nel momento in cui ritiene di avere concluso l’esperienza. Esplora povertà e ricchezza; mendica cibo ed elargisce ricchezze.
Infine, la ruota ingannevole delle apparenze rifluisce dentro il perfetto sorriso di Siddharta allorché intuisce il vero senso della vita e lo esterna con lo stesso impenetrabile sorriso visto centinaia di volte sul vecchio rugoso volto di Gotama.
La vita è il risultato di un gioco serio; la somma di esperienze accumulate nel tempo che traducono in metafore la mutevolezza dell’essere.
Davanti alle maschere rovesciate di Oppenheim -che il suo delirio giocoso trasforma in chiglie con vele- adagiate tra gli ulivi del parco archeologico della Roccelletta di Borgia, considerando, appunto la mutevolezza umana, non si può evitare di pensare ai molteplici aspetti della vita cui ogni essere è costretto o, meglio, tenuto a sondare liberamente.
(mario iannino)

martedì 11 agosto 2009

installazioni di Oppenheim nel parco archeologico della Calabria



Dennis Oppenheim (Electric City, USA, 1938) fa parte di quella generazione di artisti americani che ha contribuito in modo determinante a rinnovare l’idea e i linguaggi dell’arte contemporanea.
Nel 1968, in riferimento ai suoi primi “earth-works”, Lucy Lippard conia il termine “dematerializzazione”sottolineando una caratteristica dominante e originale nel lavoro di Oppenheim, vale a dire la trasmigrazione di una forma da un materiale o un oggetto all’altro, divenendo simbolo del fare, comunque segno fisico di un divenire che non ha fine.
Le sue opere, dalla fine degli anni sessanta a quelle più recenti, testimoniano il piacere corporale del fare in cui sono coinvolti il tatto, l’idea epidermica della forma, l’oggetto, il gusto della rivisitazione giocosa, goliardica delle cose. Il trasferimento di una forma da un contesto all’altro (idea non manipolatoria) si intreccia con quella di impronta che richiama pur sempre la mano e il toccare. Nel 2004 struttura l' Oggetto allargato per illuminare tra le dita dei piedi, opera dotata di una forte carica ironica, come è nello stile dell’artista, opera fuori scala, pantagruelica e assolutamente visionaria, nella quale il tatto si concentra sulla sensibilità dei piedi.
Ma la sua goliardia creativa non si esaurisce, è il filo conduttore di tutta la sua produzione artistica. La dimensione tattile viene esperita in diverse situazioni: Oppenheim traccia un segno sulla schiena del figlio che ripete sul muro e viceversa; ricopre di pietre la propria mano o, ancora, affila la propria unghia, dipinge di un unico colore denti e unghie, registra i movimenti trasmessi alla pelle della mano da un getto di aria compressa, varia con le mani il suono emesso da una donna, trasferisce l’impronta del pollice destro a quello sinistro e al palmo della mano. L’aspetto ludico è evidente!, però, in questo caso compone una sorta di teoria applicata che rivela quanto e come la visionarietà dell’artista sia legata a un aspetto “somatico”. E, la sequenza fotografica di "Reading Position for Second Degree Burn" realizzata nel 1970 alla Jones Beach di New York, che testimonia il tempo d'esposizione di Oppenhei steso al sole a torso nudo per cinque ore con un trattato ottocentesco di artiglieria a cavallo aperto sul petto, lo conferma. La somatizzazione del fare si manifesta attraverso l'assurdo calco epidermico (la parte del corpo coperta dal libro) impresso dal tempo di esposizione alla luce.
Nella Body Art il corpo si sottopone alle forze fisiche dell’aria o della natura, come in “Parallel Stress” del 1970, dove Oppenheim si sdraia nel punto di incontro di due dune di terra e prende la forma ad U delle pendenze, riproponendola poi artificialmente appendendosi a due muri in cemento ai quali si sorregge alle due estremità con mani e piedi. Sono opere in cui l’esperienza corporea della forma scultorea è centrale: il contesto storico-artistico post minimalista spinge gli artisti verso la dematerializzazione dell’oggetto, in favore dell’oggettivizzazione del fare arte, dove il concetto e il corpo dell’artista rimangono le uniche armi utilizzate. L’immaginazione di Oppenheim rielabora il mondo fino a darne una visione allucinata e ironica, inaspettata anche per lui stesso, infatti afferma di intravedere a poco a poco gli scenari che sta per rivelare con le sue opere, a priori non avrebbe mai pensato di raggiungerli, ma è il suo concreto fare arte che lo porta verso terre sconosciute, dopo aver percorso quelle reali negli anni della Land Art. La natura di Dennis Oppenheim, di scultore e costruttore di elementi simbolici nello spazio, riaffiora in queste costruzioni bizzarre, dove l’estetica dell’oggetto,alterato nelle proporzioni o capovolto e irriverente, ritorna con prepotenza.
le installazioni sono visibili nel Parco Nazionale Archeologico di Scolacium, a Roccelletta di Borgia, subito alle porte sud di Catanzaro lido, fino al 3 novembre 2009.
mario iannino

lunedì 10 agosto 2009

oppenheim tra i resti archeologici di scolacium








Tutte le opportunità sono da sfruttare, specie se consentono il recupero e la conservazione dei beni archeologici. Anche la commistione tra contemporaneo e antico può essere un ottimo mix e volano divulgativo di luoghi, a condizione che, la parte debole dell'anello culturale, vale a dire reperti recuperati, portati alla luce da mani sapienti, e quelli da recuperare vengano preservati e tutelati in ogni loro aspetto.

Le opere dell'artista statunitense Dennis Oppenheim, sparse nel Parco Archeologico di Scolacium a Roccelletta di Borgia, dovrebbero essere utili allo scopo; attrarre pubblico, fare discutere e divulgare.

Oggi, 10 agosto 2009, munito di macchina fotografica, dopo una lunga attesa causata dall'intasamento della ss 106, finalmente m'inoltro nell'area archeologica.
I resti rossicci della basilica medioevale di S. Maria della Roccella proiettano la mastodontica ombra sull'ingresso. La strada lastricata in pietra funge da percorso e guida i pochissimi visitatori (ne ho incontrato 6) tra gli ulivi, gli scavi e le installazioni di Oppenheim. A destra del percorso, tra gli ulivi, spuntano ipotetiche strutture plastiche che, proprio per le caratteristiche insite dei materiali, mettono in gioco tutto: ambiente, reperti, storia, opere. Sembra il paese dei balocchi: coni stradali giganteschi arredati con finestre; alberi di metallo, che se fruttassero avrebbero già a disposizione i contenitori di plastica per r/accogliere i frutti; capanne trasparenti, corone di re regine e cappelli da giullare; mappamondi, sfere; enormi maschere trasformate in barche a vela e angeli frantumati, decapitati, tarpati, appesi agli ulivi come ad indicarne la caduta e la sporcizia terrena...
Sì! Dennis gioca! Gioca con i materiali, li decontestualizza; conferisce nuove valenze ai prodotti dell'uomo, alla storia.
Unica nota critica: l'installazione dei lavori all'interno del foro e del teatro romano.
A mio avviso, per sottolineare le strutture archeologiche sarebbe bastato posizionare i lavori di Oppenheim lungo il loro perimetro. Ma questa considerazione è marginale considerando che gli anni precedenti alcune opere erano interrate o munite di basamenti in cemento e posti sui resti archeologici. Ma forse sbaglio, visto che il tutto avviene col benestare della soprintendenza archeologica della calabria ed il ministero per i beni e le attività culturali.

mercoledì 8 luglio 2009

LaborArt, spontaneità espressiva e socialità nella gestualità primordiale





Non c’è dubbio che a causa della velocità con cui i mezzi di comunicazione propagano le notizie, i messaggi visivi sviluppano un linguaggio ibrido, caotico, che annulla valenze estetiche, sociali, etiche e sovverte le implicazioni psicologiche di quanti sono investiti dall'onda mediatica.
L’assenza spazio temporale, a cui ci ha abituato l'evoluzione mediatica, ha il potere di livellare le realtà etniche mondiali; contaminare le culture e modificare la naturale evoluzione dei popoli attraverso l’ingerenza culturale del popolo “evoluto”, che, nel tentativo di erudire il resto del mondo coi propri proselitismi danneggia quei “primitivi” costretti alla “scolarizzazione” politica, sociale, religiosa.
È abnorme pensare ad un aborigeno, accovacciato sulle gambe col teschio/amuleto del caro estinto affianco, mentre estrae un pugno di larve da un tronco in decomposizione che, prima di cibarsene, guarda la telecamera e si segna con i simboli cristiani. O, che dialoga col mondo attraverso il palmare. O, peggio, essere assediati da enormi pannelli pubblicitari che costringono alla visione di violenze e sopraffazioni per esaltare e imporre un dato prodotto commerciale.
In simili circostanze è assurdo pretendere valori etici universali. Viviamo in giungle cementificate dall’arrivismo e dall’odio. Chi non possiede ricchezze materiali non esiste. Tutto è lecito! Questo è il messaggio che sovrasta la comunicazione. Spaccia la volgarità iraconda per spettacolo, la crosta per opera d’arte; così facendo, i padroni dell'etere e della carta stampata tarpano le ali di quanti non hanno mai avuto la possibilità di confrontarsi col grande pubblico; cosicchè, la verbosità incontrollata, tende a valutare il dato estetico secondo parametri superficiali; disconoscendo, magari, l'importanza della simbologia magica conferita ai manufatti nelle epoche antecedenti o, quella contemporanea delle realtà non verbali, ingenue, come, appunto, potrebbe essere qualche ipotetico gruppo aborigeno isolato dal frastuono dei mass media oppure di quanti prediligono il segno ingenuo della poetica infantile non contaminata dai saperi eruditi.

mario iannino

venerdì 22 maggio 2009

Catanzaro,interventi di riqualificazione su edifici d'interesse storico




C’era una volta… un castello dai merli di vetro

©archivio M. Iannino

Fino a qualche decennio addietro, il complesso monumentale del San Giovanni, in Catanzaro, soffriva d’incuria. Probabilmente, secondo alcuni, non necessitava di servizi di prima qualità poiché adibito a carcere.
Poi, il terremoto fece crollare una parte e ne pregiudicò altre. Fin qui nulla da obiettare; anche perché, si sa, le finanze per il mantenimento dei beni culturali sono esigue; ma continuiamo a conoscere il sito:
Originariamente, l'area dell'ex castello di Carlo v, vanto della fedeltà dei catanzaresi al re, comprendeva anche la chiesa di San Giovanni da cui prende il nome tutta l’area monumentale.

Dopo anni di abbandono, finalmente l'amministrazione comunale rifà il look grazie ai piani urban. Diventa museo; centro per convegni culturali e sedi di uffici comunali. Fin qui tutto bene; ma... a che servono quelle strutture di cristallo intelaiate sovrapposte? Cos'è una corona di cristallo? Forse un’installazione in omaggio al tempo passato; se è così allora è meglio toglierla in fretta, al più presto: stravolge la struttura normanna… l’impatto visivo è devastante.

sabato 25 aprile 2009

nei luoghi dell'anima: quattro passi in Calabria

Nei luoghi dell’anima
aore12


©mario iannino

Centodieci chilometri orari; và bene così! Il viaggio è lungo, meglio non forzare il motore. Dice tra sé Vittorio. Oltretutto, deve prestare attenzione al carico. Un carico estremamente delicato, costato anni di travagliato e intenso lavoro. Un lavoro fuori dal normale, esigente, che implica dedizione e onestà intellettuale, doti poco conosciute nella sfera del generico impegno per cui è sbagliato definirlo “lavoro”. Diciamo piuttosto che è un’attività che non lascia alternative anche perché non sei tu a condurla è lei che ti possiede. E Vittorio lo sa bene. A dire il vero, lui, avrebbe fatto a meno d’intraprendere l’ennesimo infruttuoso viaggio, suo malgrado sta lì, a contare le buche e le deviazioni della Salerno Reggio Calabria. Ma, il più è fatto. Ormai è questione di poco. Sta per arrivare alla meta.
“Sì pronto…no sono ancora in viaggio…sì, va bene, ti richiamo appena arrivo”. Pensare che all’inizio non sopportava il telefonino ed ora… “Sì…pronto chi parla? No ha sbagliato …Ah, è lei sì sono in viaggio. Tra qualche ora dovrei essere a Roma. Non si preoccupi a presto”. Click
“Se non mi avesse assillato con le sue telefonate avrei già chiuso da un pezzo con le fiere! Comunque questa è l’ultima!, l’ultimo canto! Poi tumulerò definitivamente teorie e illusioni! Ecco ci sono quasi... Finalmente! Adesso affrontiamo la bolgia del raccordo anulare…i divieti d’accesso, gl’immancabili lavori in corso; il traffico di via Nazionale, Piazza Venezia… Dovrei esserci: eccolo là! Sì è lui”.
“Maestro! Venga da questa parte, venga. Giri a sinistra, oltre il cancello c’è l’entrata secondaria.”
“Grazie! (l’inizio sembra buono! Almeno non sto col patema d’animo dell’intralcio al traffico…)”
“Si accosti ancora un po’…così! A posto! Ben arrivato! Ha incontrato difficoltà nel viaggio?” “No! Grazie. Tutto bene! Comodo questo cortile…anche l’ambiente interno è ben strutturato.” “Sì è una gran comodità! -Incalza il gallerista- Vedrà, qui è diverso. Abbiamo dei clienti esigenti, come le dicevo al telefono; non per invogliarla a venire, d'altronde, stasera se ne renderà conto: i nostri collezionisti hanno il palato fine.” “Non lo metto in dubbio, ma ora posizioniamo i lavori.” “Non si preoccupi Maestro, tra poco arriverà il nostro critico insieme a due operai, sarà lui a curare il montaggio della mostra! Venga, andiamo a mangiare un boccone, ha bisogno di ritemprarsi non vorrà crollare durante l’inaugurazione, spero. Venga! Proprio qua dietro c’è una trattoria niente male, noi ci andiamo spesso…”.

Il rituale si ripete: dopo il lavoro manuale per concretare attraverso il mestiere i suggerimenti dell’anima, Vittorio, si ritrova all’ennesimo appuntamento espositivo non più con l’entusiasmo giovanile ma con l’amara esperienza di chi ha cozzato più volte contro il muro delle lobby pilotate e l’indifferenza della collettività massificata. La realtà quotidiana, quella che fa i conti in tasca, ha avuto il sopravvento, ha sussurrato, urlato, imposto la sua logica, e vittoriosa ha asservito le intelligenze alla cruda indolenza dell’evoluzione tecnologica e mercantile: nel sibilo ringhioso degli affari non c’è spazio per la crescita poetica: è il denaro che conta che rende forti e potenti che muove le platee mondiali e apre a crociate mistificatrici . È ancora presto per la città del sole; è pura utopia caro Fra’ Tommaso! Chissà se mai si avvererà il tuo sogno.

sbirciando qua e là

sbirciando qua e là
notizie e curiosità
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
AMBIENTE CULTURA TERRITORIO EVENTI e elogio della BELLEZZA ...appunti di viaggio... at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress
non vendiamo pubblicità. Divulghiamo BELLEZZA ...appunti di viaggio...at 12 o'clock post in progress

Post suggerito

Le seduzioni dell'arte

Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...

a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress ... analisi e opinioni a confronto
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

Sulle tracce di Cassiodoro

Sulle tracce di Cassiodoro
Flussi e riflussi storici

SPAZIO ALLA CREATIVITA'

SPAZIO ALLA CREATIVITA'
La creatività è femmina

un pizzico di ... Sapore

Un pizzico di ---- cultura --- folklore --- storia --- a spasso tra i paesi della Calabria e non solo. ---Incontri a ore 12 Notizie & ...Eventi ...at 12 o'clock... Opinioni ... works in progress, analisi e opinioni a confronto
Itinerari gastronomici e cucina mediterranea

Cucina Calabrese

Cucina Calabrese
... di necessità virtù
a ore 12 ... ...at 12 o'clock ... post in progress, analisi e opinioni a confronto

post in progress

a ore 12 ...accade davanti ai nostri occhi e ne parliamo...at 12 o'clock post in progress
e-mail: arteesocieta@gmail.com
...OPINIONI A CONFRONTO ...

...OPINIONI A CONFRONTO ...

POST IN PROGRESS

Dai monti al mare in 15' tra natura e archeologia

A spasso tra i luoghi più belli e suggestivi della Calabria

Da un capo all'altro

Da un capo all'altro
Tra storia, miti e leggende

UN PONTE

UN PONTE
SULLA IR/REALTA'

Per raggiungere le tue mete consulta la mappa

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA

ALLA SCOPERTA DELLA CALABRIA
PERCORSI SUGGERITI

Translate