Fair play. Correttezza. Rispetto delle regole e dell'avversario. Consapevolezza dei propri limiti e della superiorità dell'avversario.
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Questo era lo sport al tempo delle trasmissioni in bianco e nero.
Strana architettura … un soffitto a forma di gradini non è cosa che si vede tutti i giorni. Mastro Ciccio abitava lì, Sotto i “distinti” del “militare” aveva casa. Dimorava insieme alla sua famiglia nell'alloggio ricavato sotto gli spalti e si prendeva cura dello stadio, spogliatoi compresi.
Le divise dei giocatori appese ad asciugare al sole dalla signora Maria dopo ogni allenamento gocciolavano sui ciuffi d'erba. E sulle magliette c'era cucito il numero col rispettivo ruolo, dal n°1 al n°11. Portiere, terzino destro e sinistro, libero, mediano, ala, centrocampista, attaccante, punta.
Sasà Leotta giocò nella catanzarese, fu punto di riferimento del settore giovanile e anche futuro allenatore. Una parte di storia! Dunque. Come lo è stato l'avvocato Nicola Ceravolo, il presidentissimo che seppe contornarsi di allenatori quali Gianni Di marzio, Seghedoni e giocatori come Mammì; Bui, Gori; Spelta; Banelli, Braca, Ranieri, Silipo; Palanca, Maldera e tanti altri che hanno fatto la storia e restano impressi nelle menti e nel cuore dei tifosi che hanno vissuto quegli anni.
Gli anni '70 del Catanzaro in serie A!
i pacchi diseducativi di Max Giusti e del dottore |
Mario Iannino, 2007, a scuola di seduzione C'è un universo abitato da più categorie di persone che lascia spazi a gestualità inusu...