Ricostruzione dei siti devastati e bisogni.
Dopo 15 mesi di nefandezze pare che inizi il tempo della
ricostruzione nei territori distrutti dalla follia supportata dalla volontà di
vendetta per l’eccidio del 7 ottobre del governo israelita in carica.
La stima? 50 milioni le tonnellate di macerie nella
Striscia di Gaza rasa al suolo dalla furia di Netanyahu.
Ci vorranno 14 anni per liberarsene.
I numeri dei morti sono noti: circa 47 mila, i feriti oltre
110 mila, molti dei quali bambini con mutilazioni che non consentiranno una
vita normale. Senza contare i danni psicologici per chi ha vissuto questi 15
mesi sotto i bombardamenti, in preda alle violenza e alla ricerca di qualcosa
per nutrirsi.
Civili. Anziani. Bambini. Gente che forse neppure sapeva del
brutale assalto dei terroristi di hamas ma che, comunque, hanno subito la furia bestiale
di ritorsione sferrata dal governo guidato da Netanyahu .
Ritorsione cruenta, in-comprensibile, non giustificata o giustificabile, la reazione degli ebrei alla carneficina del 7 ottobre, anche se supportata dalle vicende storiche ben note, la vile azione sarebbe potuta essere governata diversamente.
Adesso è d'obbligo un solo convincimento e sostenere, fermamente come se fossimo una sola persona, univocamente:
Mai più eccidi! Sotto nessuna bandiera. Basta violenze! Senza
retorica o ingenui sentimenti buonisti, facciamo nostri i suggerimenti di papa
Francesco: costruiamo ponti; accogliamo e prima ancora lavoriamo per debellare
l’ignoranza; offriamo aiuti umanitari laddove necessitano, senza pretese e
convinzioni. La vita è sacra! Nessuno può ergersi a giudice supremo e
annichilire l’altro, il povero e il diverso.
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