È soddisfatto di sé l'uomo: 80 anni;
magro, fisico ancora atletico parla delle sue giornate presenti e
passate e non nasconde un pizzico di orgoglio nella voce squillante ma non, alta,
da infastidire gli astanti.
Ho visto la pubblicità sul corsera e
mi è piaciuta subito. Però prima di comprare e investire i venti
milioni della liquidazione che mi ero preso appena da pochi giorni ho
chiesto in giro. Ho chiamato parenti e amici che mi hanno
rassicurato.
Poi, un giorno, siccome facevo la
consulenza con una azienda che aveva dei lavori qui al sud, visitai
il cantiere: fango, fango ovunque! E come fanno a consegnarmela per
giugno? Vuoi vedere che è la solita storia? E mentre pensavo questo
e mi rabbuiavo vedo in lontananza un ometto basso. Mi avvicino e gli
chiedo; “sapete se … “ non finisco la frase che il piccoletto
mi fa: “Uhè Fra' e tu che ci fai qua?”. Era un mio vecchio
compagno di scuola che lavorava al cantiere.
Ho comprato sulla carta a Milano e mi
hanno assicurato che per questa estate avrei fatto le ferie qui. E le
farai! Mi rispose convinto. Vedi quel materiale accatastato? La tua
casetta è là. Sono moduli abitativi prefabbricati e in un baleno si
montano. Tranquillo. Avrai la tua casa nei tempi stabiliti.
Infatti, le ferie dell'81 li feci qui e
da allora non mi sono spostato. Ogni anno inizio da giugno-luglio e
finisco a settembre.
Qua c'è tutto quello che serve.
Abbiamo il centro commerciale. La rosticceria che cucina i piatti
tipici calabresi: melanzane ripiene, peperoni ripieni, polpette,
arancini con la 'ndujia. E poi ci sono i campi da tennis e quelli di
bocce. L'anfiteatro. E quattro ingressi sulla spiaggia coi punti
doccia e le rastrelliere per lasciare le biciclette. Io arrivo in
bici. La lego per evitare sorprese e vado al mio solito ombrellone.
Siamo otto amici e ogni anno facciamo quadrato.
Insomma; inizio la stagione col
costume, pantaloncini corti e maglietta e finisco allo stesso modo..
indosso i pantaloni lunghi e la camicia il giorno che devo prendere
l'aereo per ritornare a Milano.
È soddisfatto della propria vita, dei
figli, ormai grandi, che vivono in giro per l'Europa con incarichi di
prestigio. Se non ho capito male sono dei manager. Gente del sud che
si è fatta una posizione su al nord ma che non taglia col passato.
Le radici sono conficcate saldamente nella propria terra anche se
aspra.
Storie comuni. Storie di persone che
hanno tentato la fortuna altrove e che sono riuscite a coronare i
propri sogni durante il boom economico degli anni 60 e 70 quando il
nord cercava mano d'opera qualificata e da qualificare; giovani
diplomati e laureati disposti a sacrificare qualcosa pur di arrivare
all'apice delle carriere. E anche se adesso è qui a raccontare con
piglio spavaldo la sua ascesa sociale, il tono della voce tradisce un
attimo di incertezza, subito motivata da impossibilità naturali o da
scelte private, di uno dei figli ancora senza prole. Però, aggiunge,
col sole negli occhi e un sorriso smagliante, quando arriva il mio
piccolo Niccolò ci facciamo delle interminabili passeggiate in bici
e delle partite a tennis memorabili. Ha cinque anni, il figlio di
Fabio. Mio figlio. Gli ho fatto fare una racchetta su misura apposta
per lui. E quando grida: “Nonno nonno” mi sento felice come non
mai.
Credo che questa sia la vera gioia.
Senza gli entusiasmi ingenui dei bambini la vita non ha senso! Solo
questi ripagano dei sacrifici fatti.
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