L'invito.
(...)
Su dai fatti vedere. M'invita con voce
gioviale Pino. Lo so fa caldo ma qui in montagna si sta bene e poi con la
trasversale delle serre si arriva in pochissimo tempo. Venti minuti
al massimo. Ti aspetto e sei mio ospite. Ceniamo insieme questa sera.
D'accordo. A stasera.
È seduto nel patio insieme ad un altro
signore il mio ospite. Parlano mentre sorseggiano qualcosa nei
bicchieri di vetro. Mi dirigo verso di loro e noto che mi guarda con
occhi interrogativi.
È trascorso molto tempo. Circa
vent'anni se non di più. È chiaro; non mi riconosce
nell'immediatezza. Qualche attimo di titubanza e mi viene incontro:
Oh, carissimo. Scusa. Esclama Pino
salutandomi con trasporto. Siediti. Prendi qualcosa? È stato
difficile trovarmi?
Questo è un mio carissimo, vecchio
amico. Stasera è mio ospite! Cena con me.
Mi raccomando. - dice rivolgendosi al
gestore del B&B. Un antipastino come al solito, casareccio.
Olive, melanzane, zucchine e salame nostrale. Il vino. E la minestra,
quella che mi fai solitamente, come si faceva un tempo.
Allora. Torniamo a noi. Mi dice mentre
si accomiata dall'ospite e dà gli ultimi suggerimenti al colono che
ha in uso gratuito la proprietà.
Vieni, ti faccio vedere la mia casa di
campagna. Il mio rifugio estivo. Entra! Io sto qua. È la vecchia
casa dei contadini che ho adattato alle mie esigenze. La mia l'ho trasformata in casa d'accoglienza. Le
camere le ho dedicate ai miei.
L'antico casolare immerso tra i
castagni mi affascina. È un'oasi di pace. Lo sguardo vaga sereno tra
il verde cangiante della macchia mediterranea accarezzata dal sole
pomeridiano fino all'orizzonte, dove si stagliano le montagne delle
serre calabresi. Il verde e l'azzurro predominano nell'ambiente
esterno mentre l'ossigeno dell'aria penetra fin dentro le mura e
corrobora.
Ecco; questo è il mio tavolo da
lavoro. Siediti! -Mi fa accomodare sulla sedia impagliata e si
avvicina alla finestra. Tira la tenda-. Che spettacolo! La veduta sul
bosco è semplicemente incantevole! Una favola a portata di mano!
L'ampio tavolo è invaso da libri in pile ordinate e da fogli con
appunti. Sulle pareti, tra la libreria che ne occupa quasi l'intero
spazio, le foto dei genitori e le sue in compagnia di studiosi e
ricercatori noti nel mondo scientifico e accademico completano
l'arredamento.
Usciamo all'aperto. La tenuta è un
laboratorio per le nuove generazioni che hanno vissuto solo la città.
Un pezzetto di mondo antico da far conoscere.
Lontano dal frastuono tecnologico.
Lontano dal rumore dei motori. Nell'assoluto silenzio, intervallato
dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse da un
lieve venticello, giunge gradevole il salto dell'acqua che va a
rimpinguare l'antico abbeveratoio fino ad adagiarsi quietamente nel
laghetto delle papere, a valle.
Il piccolo mondo antico sta tutto lì.
Nell'appezzamento di terra tra i boschi delle preserre calabresi. In
cui si coltiva frutta autoctona, si cucinano i prodotti dell'orto e
si servono le carni allevate in loco.
A pochi metri della casa padronale
adibita a b&b, saliti pochi gradini, in un corpo staccato in
pietra si contano pochi tavoli, un bel camino e, in fondo, la cucina.
Sono tornati dopo vent'anni dalla
Germania, -mi fa sapere Pino gettando uno sguardo oltre il vetro che
separa la sala dalla cucina in cui una coppia di mezza età traffica
tra i fornelli- sono bravi e ottimi lavoratori. Ho concesso loro in
forma gratuita la tenuta. Conoscono il tedesco e per l'inglese
intervengo io.
La cena frugale sprigiona i sapori
della terra. Nei piatti che precedono la minestra, c'è il giusto
apporto calorico dalle tipiche caratteristiche qualità
organolettiche locali: Una fetta di mozzarella tutto latte; tre olive
nere; una fetta di zucchina grigliata; una fettina di capocollo e una
di salame; una ricottina; un po' di funghi sottolio; ortaggi in
salamoia; e in tavola una brocca d'acqua fresca della sorgente, una
bottiglia di vino e del buon pane casareccio. La minestra vegetale,
servita in ciotole di terracotta, è un'armonia per il palato:
zucchine, carote, cime e fiori di zucca, sedano e aromi.
La coppia di emigranti è davvero
brava. Marito e moglie conoscono le ricette calabresi e preparano i
piatti secondo la tradizione.
Come si usava fare un tempo... tra i
contadini della Calabria, rapporti umani inclusi.
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