Femminicidio, due parole in merito
Femminicidio!
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courtesy: mario iannino© |
Mai fu coniato un termine così brutto.
Femminicidio! Racchiude in sé odio e
possesso da parte di entrambi i sessi, anche se intende la morte
violenta della femmina per mano “nemica”.
Il femminicidio (che fino all'altro
ieri avremmo definito uxoricidio o, in mancanza di legami affettivi
consacrati, assassinio) è una devianza dello stalking portata
all'estremo, termine inglese usato per definire l'azione fastidiosa e
coartante subita dall'uomo o dalla donna da parte di un ex.
L'uno, perché incolto e ammalato,
ricorre a estremismi impensabili. L'altro, impaurito e turlupinato
dai concetti mediatici, si lascia pilotare e prendere alla pancia
dalle brutture del momento gridate ai quattro venti dagli organi
d'informazione e dalle organizzazioni che hanno a cuore le vicende in
quanto schierate.
Dalle intenzioni e dagli editti
rumorosi di piazza manca la cosa più importante, quella che, se
applicata, avrebbe ragione delle menti bacate o deviate dalla
sottocultura imperante, cioè: la cultura sensibile; quella,
per intenderci, non praticata o imposta nelle scuole che vede negli
assunti imparati a memoria e in sintonia con chi li somministra, ma,
la Cultura che ha per componente basilare il rispetto per l'altro/a,
il rispetto e la tutela delle libertà altrui, concetti che spesso
s'imparano vivendo in un clima sano, non asettico, ma che sa
razionalizzare i fatti, che sa fare sue le istanze di quanti vivono,
pur sbagliando, modelli di vita differenti, indirizzando nei
rigagnoli dell'esistenza collettiva le singole esigenze epurate dalle
negatività.
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