Lettera ai figli privi di memoria ma anche ai compagni e alle compagne di vita.
Nel giorno in cui Papa Francesco fa un
viaggio penitenziale in nord America per chiedere perdono ai nativi
per gli abusi perpetrati dagli invasori e anche dai religiosi che
hanno imposto i loro credo mortificando le culture autoctone ricorre
anche la giornata, sempre istituita da Francesco, per ricordare il
bene dei nonni e degli anziani.
Persone deboli, i nonni, gli anziani,
gli emarginati in generale che subiscono l'arroganza dei tempi tout
court. Penso a quanti sono lasciati ai margini da una società
indaffarata e condizionata dalle situazioni immediate e agli impegni
lavorativi.
In nome del lavoro e delle rispettive
aspettative di vita spesso si è difronte a delle scelte estreme o
comunque a delle scelte che al momento sembrano essere le più
confacenti.
Si tagliano legami ritenute zavorre.
Gli anziani e i non autosufficienti
sono parcheggiati in pensionati, strutture socio-sanitarie e case
famiglia che di familiare non hanno nulla!, strutture voraci che
costano un occhio della testa dove i ricoverati vivono lontano dagli
affetti gli ultimi giorni della loro vita.
Ed ecco che ancora una volta si alza
l'unica voce commiserevole: Francesco parla di “anziani a
chilometro 0!”. che, in parole povere significa: nonni e anziani
tenuti in casa. Nella stessa casa che hanno vissuto! Cresciuto figli,
amato, sognato e pianificato il futuro della famiglia e dato i
principi fondamentali a figli e nipoti in assenza dei genitori.
Ma i giovani oggi sembrano essere
distratti dagli affetti. Anzi, li vivono come delle restrizioni.
Anche i pensieri della quotidianità come accompagnare i figli a
scuola e persino al mare o in montagna diventano impegni che limitano
il proprio stile di vita votato alla spensieratezza.
La famiglia tipo del 2022 preferisce,
se non ha eccessive spese gestionali, mangiare fuori, non cucinare,
non usare gli elettrodomestici non per evitare o limitarne i consumi
ma per poter dedicare il tempo libero per la cura della propria
persona: oziare!, spettegolare al telefono, chattare, sbirciare nei
profili social, esprimere dissenso o solidarietà a qualche post con
un emoticon ma mai impegnarsi seriamente con una analisi costruttiva.
È consuetudine sentire qualche giovane
mamma mentre parla al cellulare, al cellulare non si sussurra: si
grida!, con qualche conoscente, reale o virtuale conosciuta solo sui
social, ma questo è irrilevante. In un luogo qualunque. In coda alla
cassa del supermercato. Per strada. In pizzeria. Dal medico. In
ambulatorio.
I panni sporchi non si lavano più in
famiglia ma sono sciorinati al sole e al vento.
In questo clima gli anziani
specialmente non autosufficienti sono ritenuti una palla al piede.
Zavorre da parcheggiare altrove, lontani dalla propria vita.
La giornata dedicata ai nonni è stata
trasformata in una ennesima occasione commerciale dalla società
mercantile e dalla pochezza di pensiero di quanti guardano e badano
all'economia, al conto in banca e alle leggi della finanza.
Qualcuno ha detto che tenere i nonni a
casa, a km 0, è un affare. La loro presenza per le giovani famiglie
e per la società sono l'equivalente di una finanziaria.
Ecco, tutto ruota attorno all'economia
e non agli affetti.
Si antepone, insomma, il fattore
utilitarista alla corretta qualità della vita degli anziani o,
peggio, si associano teorie qualunquiste cucite addosso al momento,
caso per caso. Per intenderci: non voglio soffrire insieme a te. non intendo perdere tempo per curare il tuo corpo, le tue ferite, la tua vecchiaia...
I figli hanno dimenticato. E saranno dimenticati a loro volta. D'altronde non hanno scelto loro di nascere, ci potrebbe anche stare quando si troveranno dall'altra parte del cancello.. E i compagni o le compagne di vita? con cui si è sofferto e gioito e che dimenticando (peggio se cristiani sposati in chiesa) il patto di solidarietà e mutuo soccorso reciproco giurato nel giorno più bello, decidono di recidere l'ultimo anelito di speranza scaricando l'infermo in una qualche struttura "d'eccellenza". Lasciare oltre il cancello lo scarto di una esistenza---