SANREMO 2014.
Come d'obbligo, nel periodo della
canzone italiana, non si può non parlare di Sanremo e di quanto gli
gira attorno.
Pif è stato, come al solito, molto
simpatico e con la sua aria disincantata ha fatto del passe un
tormentone esilarante.
“Ce l'ho e posso andare ovunque. Vedi
c'ho il pass e posso stare con un piede fuori e uno dentro”.
Il suo Sanremo è stato, tra il serio e
il faceto, chiarificatore. Ha finalmente fatto capire che sanremo si
scrive tuttoattaccato che non è il santo patrono della città dei
fiori e che è la contrazione linguistica di san Romolo, patrono di
Sanremo.
Per il resto calma piatta. La
Littizzetto, noiosa come le sue prevedibili battute. E Fazio...
sarebbe tempo che si mettesse da parte e fare largo a qualcuno di
talento: le sue scenette con la Casta, neanche per le recite della
scuola materna le avrebbero proposte...
Sì! il prefesival è stato migliore
del festival. (e Pif non mi ha dato niente in cambio per scrivere
queste sensazioni se non la sua leggera pungente sagacia).
Ah dimenticavo la jella, purtroppo, l'effetto
collaterale del festival induce astenia. Si perché senza
dubbio Fazio avrà pensato al malocchio degli invidiosi quando
all'inizio non si è aperto il sipario.
Ed eccolo pronto, come un pesce fuor
d'acqua, a spiegare quanto avrebbero dovuto narrare le immagini che
non si sono viste sullo schermo delle quinte per colpa del sipario che non s'alzava.
E poi, che dire di quei due lavoratori
disperati che sono andati a rovinargli l'inizio del festival?
Per lui e quelli come lui lo show
continua al di là di ogni catastrofe...
beh, sì; tutto è perfettibile ma,
vuoi, per le congetture tutte italiane, nulla sembra portarci verso
la “bellezza” declamata dallo scolaretto Fabio.
E sempre facendo ricorso ad uno sforzo
mnemonico non indifferente vedo riaffiorare il Grillo urlante che sul
red carpet gesticola e mima che vuole un gelato. Qualcuno
prodigalmente glielo dà e giù a prendersela con la RAI quale male
maggiore per l'Italia.
È vero. Molte cose le fa con
superficialità. Perlomeno questo sembra a noi dall'esterno. Ma lui,
il Grillo, ce l'ha con i partiti che la lottizzano e fanno
dell'azienda pubblica orticello per curare i propri interessi e
sistemare le clientele.