Quasi tutti gli esponenti dei partiti e
delle istituzioni nonché personaggi della cultura si sono sentiti in
dovere di essere a fianco della dottoressa Maria Carmela Lanzetta
sindaco di Monasterace da qualche tempo sotto la mira della
'ndrangheta. Dopo varie pressioni intimidazioni e attentati la
dottoressa decide di dimettersi dalla carica di sindaco. ma ecco la
svolta, lo scatto civico che fa anteporre alla donna madre di
famiglia il bene comune della collettività monasteracese alle paure
e persino alla tranquillità sacrosanta che dovrebbe regnare nelle
case, dopo una assennata riflessione la sindaco ritira le dimissioni!
E proprio ieri mentre lei presenziava una conferenza stampa con il
segretario del PD Pierluigi Bersani, riceve una telefonata dal marito
che la rende partecipe dell'arrivo di una lettera minatoria. Minacce
rivolte a le ai suoi familiari: ai suoi figli! E neanche questa volta
ha ceduto!
Solidarietà doverosa a parte, che può,
sì, dimostrare solidarietà e fortificare emotivamente la Lanzetta e
la sua famiglia, c'è da chiedersi: quali interessi ha toccato e a
quale famiglia 'ndranghetista, se di 'ndrangheta si tratta, ha
pestato i piedi?
Un dato sembra essere certo:
La signora Lanzetta prima di assumere
la carica di sindaco risulta essere stata una farmacista stimata e
benvoluta da tutti a Monasterace.
Viene da sé che tutto il male che le
sta cadendo addosso dipende esclusivamente dall'avere operato secondo
i criteri e i poteri conferitegli dalla legge nell'espletare il ruolo
di sindaco. È altrettanto ovvio, quindi, che al di là delle
solidarietà di rito, lo Stato si faccia carico del problema
'ndrangheta o malavita come dir si voglia, ed estirpare il cancro
sociale che ammorba e rovina l'immagine della Calabria con i mezzi
consoni al caso.
Noi calabresi siamo stufi di essere
associati dai media alla malavita e non alle bellezze della Calabria!