La Svizzera si barrica e chiude le frontiere. Stop ai frontalieri e alla libera circolazione.
Vince la paura.
La crisi economica ha scassinato le
ultime barricate ideologiche. La paura di restare senza lavoro in
casa propria ha indotto gli elvetici (non è la prima volta) ad
indire un referendum sulle immigrazioni nel loro territorio. E
disattendendo gli accordi europei sulla libera circolazione dei
cittadini negli stati membri lasciano passare l'isolamento nazionale.
I più agguerriti sono nel Canton
Ticino, quello, per capirci, di lingua italiana, che
riceve quotidianamente 59310 lavoratori frontalieri italiani per
lo più provenienti dal varesotto e, guarda un po', questa volta a
protestare è la lega nord. “Gli svizzeri fanno i loro interessi
accogliendo le imprese italiane e i nostri capitali, salvo poi
chiudere la porta in faccia ai nostri frontalieri quando la crisi
comincia a farsi sentire fra i lavoratori d’oltreconfine – dice
il senatore Stefano Candiani– Il problema è che il nostro
governo non sa e non vuole fare altrettanto, tutelando veramente le
migliaia di lavoratori delle province di confine”.
Matteo Salvini, il nuovo
segretario della lega lancia un cinguettio e giura battaglia: “presto
un referendum anche in Italia”.
La guerra tra i poveri di cervello è
iniziata da un bel po' tanto è vero che ce li siamo trovati al
governo in Italia e grazie alla loro enorme ignorante supponenza
stiamo ancora pagandone lo scotto.
In Italia siamo alle prese con la legge
Bossi/Fini e col famigerato “porcellum” di Calderoli.
E fin quando non cambia la mentalità
degli italiani che guardano al proprio ombelico come se fosse il
centro del mondo e degli europeisti forzati dalla paura di perdere le
ricchezze territoriali perché invasi dalle orde barbariche
sottosviluppate e affamate dalle lobby affaristiche mondiali, fino a
quando non ci sarà emancipazione culturale e accettazione fraterna
dell'altro, la paura farà da padrona e guiderà le azioni bieche del
nostro vivere, per dogmi, la quotidianità.