Inibire meglio che curare?
La conservazione e la valorizzazione ambientale è una roba
costosa.
E siccome siamo costretti a porre freni alle spese, lo
impone la politica dell’austerità, poco importa s’è più importante la
salvaguardia della salute pubblica oppure mantenere in ordine i conti dei
comuni, delle province, delle regioni e dello Stato .
Dopo avere speso allegramente e male i soldi destinati al
servizio sanitario nazionale l’emergenza pandemica impone per decreto un
certificato che dà la possibilità di potere circolare liberamente alle persone
interessate nei vari settori sociali quali il lavoro e le altre attività
socializzanti che, se sprovvisti, inibisce persino il semplicissimo passeggio
per le vie delle città ma non ferma il covid e le sue varianti.
Eppure, senza intenzione di polemiche e dietrologie
scontate, sarebbe bastato un normale termoscanner per potere accedere nei
luoghi di lavoro e le mascherine, anche se si è visto un proliferare di
commerci assurdamente famelici.
Insomma sarebbe bastato fare della normale prevenzione! Piuttosto
che arrivare a decisioni estreme.
Idem per gli allarmi meteo.
Basta una nota della protezione civile definita di colore
arancione tendente al rosso per dare la possibilità ai sindaci che danno
importanza alla contabilità per chiudere le scuole. Eppure un tempo a scuola si
doveva andare anche se sarebbero piovute dal cielo le classiche pietre di
mulino!
Catanzaro, inibito l’accesso nelle scuole causa allarme
meteo! Per ben due giorni che, ringraziando il Padreterno, nonostante sia
piovuto di continuo non si sono visti danni tranne quelle causate dall’incuria
ambientale.
Qualche ramo rotto di alberi che si potano da soli e s’inchinano alle intemperie; ringraziano il giardiniere Eolo per la sfoltita. E poi
Tombini e canali
delle acque reflue intasati dalla melma e dalle erbacce… va be’ tutto nella
norma… inutile fare allarmismi. Per adesso è andata bene.