domenica 17 novembre 2024

Idealità e idealismi

 


 

 

1978. fermenti

 

La politica così com’è concepita non mi piace. Preferisco occuparmi di civismo. Del ruolo che ognuno di noi dovrebbe occupare in società. E testimoniare l’impegno posto al servizio della collettività bandendo i personalismi. Impegnati a migliorare la qualità della vita e non lasciare nessuno indietro a pietire opportunità e diritti legittimi.

I costumi attuali dicono ben altro. 

Osservando il rumore attorno ai social media e alle diverse piazze mediatiche si potrebbe essere indotti a credere che non ci siano enormi differenze tra noi e che non ci sia differenza tra le classi sociali, ormai, definitivamente debellate dai sistemi comunicativi di ultima generazione.

Ci è stato dato, parafrasando un cantautore (Lucio Dalla) attento e sensibile ai problemi sociali, uno specchietto diabolico, narcotizzante per certi aspetti e per altri micidiale e ossessivo. un universo parallelo fatuo, impalpabile per curare le nostre nevrosi simile a quello interrogato dalla strega cattiva e noi, parimenti, lo interroghiamo: specchio, dimmi chi è il più figo o la più figa del reame? 

Una scorciatoia sociale priva di corpo razionale ma che dà la sensazione di essere fianco a fianco con le persone importanti. Politici innanzitutto. Seguono, nella scala della vanagloria i personaggi pubblici dei programmi televisivi, gli influencer, cantanti e attori che ben volentieri si mettono in posa abbracciati ai fans per un autoscatto, un selfie da postare in rete sugli account e dimostrare così familiarità effimere dalla durata di un nano secondo.

Certi politici sono diventati popolarissimi!

Ci hanno fornito uno strumento diabolico e dato modo di penetrare mondi inimmaginabili. Ci concedono di dialogare, scaricare le nostre proposte, entrare in sintonia con loro.

Personaggi impensabili e irraggiungibili fino a qualche anno addietro, sono alla nostra portata: basta un click! ed eccoli a disposizione (?).

L'area sacra della vita privata non esiste.

Quando il privato rimaneva tale. Sacro e impenetrabile. E la persona nota, dismessi i panni pubblici, si rifugiava in casa circondato dai familiari, non aveva bisogno di guardie del corpo. Il suo scudo era la famiglia, i valori veri dell'etica garantivano certezze.

Soltanto le persone veramente vicine vantavano familiarità con l’artista o il politico, lo scienziato, il letterato. E le vicende intime erano custodite gelosamente.

 Le paparazzate, quando volute, erano studiate. 

Notizie e immagini pubblicate sui rotocalchi scandalistici, pettegolezzi stupidi, gossip:

Spazzatura mediatica programmata a tavolino insieme ai cronisti e fotografi, finti paparazzi, appostati nei luoghi più impensabili per rubare fotogrammi intimi alle subrettine in vena di scalate.

I mondi non si confondevano. Lo spartiacque, profondissimo, divideva i ricchi dai poveri. I padroni dalle maestranze.

Non c’erano confusioni di ruoli! All’ora. In quel lontano 1978. Non c’era tempo da perdere. 

La povertà mordeva le chiappe alla classe costretta a lavorare per due soldi.

C’era voglia di cambiare. Aggiustare le distonie esistenziali. Porre un argine all’arricchimento illecito dei predatori dii fatiche altrui.

Non necessariamente si dovevano conoscere gli scritti dei filosofi presi in prestito dai partiti per argomentare lo sfruttamento della classe operaia. 

Era lampante da quale parte pendeva il piatto.

Il piatto della bilancia colmo di ogni ben di dio. E per comprendere la differenza tra chi sudava sangue per un tozzo di pane e chi trovava sempre la tavola imbandita non c’era bisogno di leggere Marx.

Il plusvalore è un dato di fatto concreto.

 


La ricchezza prodotta dal lavoro non era è divisa equamente tra lavoratore e datore di lavoro. Oggi più che mai! Se pensiamo ai precari occupati nei nuovi nascenti lavori attorno alla telefonia e ai servizi alla persona, costretti a prestare l'opera per meno di 5euro l'ora, saltando a pie' pari l'atavica questione dei braccianti e le atre categorie di lavoratori vittime del caporalato, tocchiamo con mano lo scottante e scabroso concetto del puls valore e chi ne beneficia.

In sintesi, per chi non l'avesse capito, il lavoratore produce più valore di quanto riceve sotto forma di salario. E quel di più, il plusvalore, appunto, lo intasca e beneficia il predatore; il padrone.

 Oggi, la cattiva politica svende per pochi spiccioli interessi sociali impensabili. L’etica si avvale di eloquenti figure, padroni della retorica sui social per sovvertirne i significati reali. 

Siamo diventati tutti indistintamente sapienti leader enciclopedici. Tuttologi onnisapienti. Dipendenti ebeti di un sistema sociale basato sulla fuffa, sul niente!

I pochi che sono riusciti a salire nell’ascensore sociale costruito con la sapiente azione intellettiva dei padri costituenti hanno abdicato i valori. Si sono svenduti alle lusinghe dei poteri consolidati presenti nelle istituzioni lottizzate.

 

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