Br€xit. Quello che avrebbe
dovuto essere e per certi aspetti sembrava un “matrimonio” tra
gente civile accomunata da passioni per la pace e la convivenza
solidale inizia a dimostrarsi per quello che è realmente: un
agglomerato tenuto insieme dagli interessi economici e finanziari
L'Europa, così come l'abbiamo vissuta
giorno dopo giorno e crisi dopo crisi, ha dato la sensazione di
essere stata lasciata in mano alle lobby che hanno tessuto accordi e
curato affari. Si è dimostrata una Unione tra matrigne coalizzate
per favorire il benessere ai pochi figli legittimi: banche,
finanzieri, multinazionali e industrie trainanti dei settori più
disparati.
Dopo il referendum che decreta
l'indipendenza della Gran Bretagna, nonostante la schiacciante
volontà espressa dagli elettori di Scozia e Irlanda per rimanere, il
cui esito del voto apre altri interrogativi sociali e quindi
politici, i maestri pensatori che sono alla guida di quello che si è
dimostrato un mostro politico, l'Unione Europea, si riuniranno a
breve per valutare, analizzare e decidere quale comportamento
adottare in merito all'esistente e agli sbocchi futuri che sono il
frutto delle attuali leggi europee.
In particolare delle categorie di
persone e aziende piccole e grandi, enti pubblici e privati,
università etc etc fino ora rette dagli accordi comunitari, nonché
i fondi comuni e tanto altro ancora che possiamo sintetizzare in
obblighi e doveri degli Stati Membri.
Davanti a uno scenario simile non ci si
deve fasciare la testa ma trovare soluzioni e magari, anzi
certamente, rivedere alcune tesi che hanno portato alla disgregazione
sociale dopo la voragine che ha annullato il welfare per favorire il
grasso grosso capitalismo.
A Bruxelles sono al lavoro per contenere i danni e mentre chiedono un'uscita immediata del Regno Unito dall'Unione europea mettono a punto delle misure di flessibilità necessaria per non perdere altri Stati membri.
I precedenti non sono favorevoli.
L'UE non è stata in grado di reagire coerentemente alle aspettative dei cittadini durante la crisi economica generata dai mutui subprime. Non ha fatto meglio quando si è trovata a gestire il default greco o l'emergenza immigrazione. Insomma, tutte le volte che c'è stato bisogno di un atto di solidarietà ha dimostrato di non essere all'altezza della situazione.
Insomma, non è questa l'Europa che vogliamo e Bruxelles rischia un nuovo flop nel gestire l'uscita della GB dopo la Brexit.
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