L’espansione delle sardine è un fenomeno naturale.
La pochezza di pensiero politico induce i ragazzi alla ribellione.
Li porta nelle piazze per dissentire, contestare le banali dichiarazioni di
guerra volte a esorcizzare le paure comuni di quanti versano in povertà
intellettuale oltre che economica.
È vero, lo spirito di conservazione induce a lottare per la
sopravvivenza. E se aggiungiamo un “prima gli italiani. Prima i belli con gli
occhi verdi e i capelli biondi. Prima chi è nato da noi ed ha un pedigree di
rispetto” i soldati pronti a lottare sotto la guida di un capo si fa presto a
reclutarli. La ciurma è in attesa di un qualcuno, uomo o donna che sia, che
faccia da traghettatore verso la tranquillità.
Il fenomeno delle “sardine” vede in piazza gente di tutte le
età, sesso, estrazione sociale che dice basta alla soverchiante parola gettata
per stordire le già instabili situazioni che si sono venute a creare nel corso
degli anni.
Le assurdità a cui abbiamo assistito e costretti a subire
sono inspiegabili secondo la visione del pensiero “sociale”.
C’è stato, ed è ancora tra i “dirigenti” nazionali, chi ha
fatto in modo che venisse depennato l’art. !8 dello statuto dei lavoratori;
Chi ha imposto un mercato del lavoro buono solo per chi ha
accumulato ricchezze e amministra forza lavoro, ricordiamo le vicende delle
aziende che hanno sfruttato gli aiuti statali, ammodernato le imprese sulla
pelle dei lavoratori;
Chi ha decentrato, delocalizzato le imprese risanate in
paesi europei per non pagare le tasse dovute in Italia, etc etc.
L’elenco sarebbe lungo ma non cambierebbe lo stato sociale
attuale.
Assurdo, invece è, pensare che quanti hanno fin ora gestito
malissimo la cosa pubblica possano gridare stracciandosi le vesti contro
qualcuno o qualcosa d’immaginifico.
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