mario iannino, pagine in/utili, 2007-2012, |
La mostra, nelle intenzioni di
Pietromarchi, diventa un’occasione per leggere criticamente alcune
linee di ricerca dell’arte italiana dal 1960 in avanti non più
come contrapposizione tra movimenti e generazioni ma come un atlante
composto, nel tempo, con linguaggi e temi riconducibili alla
antropologia storica e culturale italiana. Come, ad esempio, il
rapporto con il paesaggio, la città e l’architettura, i
riferimenti alla storia e al mito, la spiritualità, l’immaginario
e la cultura popolare, i temi del doppio e della maschera, del
rapporto tra realtà e finzione.
Il resto sarà reso noto dopo
l'incontro di Gioni con tutti i curatori dei Padiglioni nazionali,
previsto per il 25 ottobre.
Comunque. È confortante leggere tra le
righe la volontà di sottoscrivere una dichiarazione d’amore per
questo Paese più che l’idea di mettere in scena “fenomeni”.
L'esposizione, sempre nelle intenzioni
di Pietromarchi, presterà attenzione ai giovani ma senza cedere al
giovanilismo. Sarà una mostra che guarda alla Storia per
sottolineare come e quanto questo Paese sia in grado di reinventare
il presente. “Il progetto espositivo è concepito come un viaggio
ideale nell’Italia di oggi e di ieri attraverso lo sguardo
dell’arte.
Traducendo: senza maestri i giovani non
vanno da nessuna parte. E allora ecco gli artisti del XX secolo
consacrati a livello mondiale: Boetti, Michelangelo Pistoletto, Penone, Kounellis,
etc etc.
Proseguire, quindi, “sulla strada di
una promozione e un sostegno alle nuove generazioni per affermare la
centralità nel panorama artistico contemporaneo, riconoscendo, al
tempo stesso, il valore della tradizione artistica e culturale
italiana, dalla quale proveniamo".
In questo senso, il Padiglione Italia è
l’occasione più importante e il contesto più adatto per far
conoscere a una platea internazionale artisti, tenuti fino ad ora, fuori dalla
“filiera culturale visiva istituzionale”.
Promuovere artisti, quindi, non necessariamente già "scoperti o portati per mano da firme più o meno prestigiose" riconosciuti in ambito museale ma, quantomeno, si spera, che, Gioni e Pietromarchi, finalmente, dopo avere ampliato lo sguardo e sbirciato criticamente nelle periferie, arrivino nel Padiglione Italia alla 55ma Mostra Internazionale di Venezia con nomi nuovi di validi artisti italiani. Me compreso!
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