L’attentato terroristico, anche se rivendicato dai fondamentalisti islamici, si presta a una duplice lettura e da spazio a motivazioni meno “nobili” di quelle divulgate dalla propaganda religiosa dei mullah. È difficile accettare una motivazione così palesemente blasfema. L’Islam è storicamente sinonimo di cultura e il Corano di pace e amore. I Mussulmani praticano una religione sentita, pregano e osservano le Sacre Leggi del Corano. Ecco perché, l’attentato, anzi, la strage non può essere il frutto di un concetto religioso, ma la conseguenza del delirio di un singolo che ha inculcato, per motivi personali, l’odio razziale, l’ha fatto germogliare e crescere e infine l’ha sparso come cenere al vento. Ha plagiato giovani menti, li ha addestrati, allevati e spediti in una missione che ha come premio finale 100 giovani vergini. Ma questo signore ha dimenticato di dire ai kamikaze che le 100 giovani vergini sono destinate solo a chi ha l’anima pura, non contaminata dall’odio e insozzata di sangue umano.
Di fatto, il delirio di chi ha organizzato l’attentato e continua a spargere sangue innocente, ha amplificato il clima d’incomprensione e gonfiato l’odio interetnico tra religioni e popoli che da sempre si osteggiano vicendevolmente, non per difendere alti e nobili concetti ma per tutelare miseri interessi privati che, in pratica, fanno moltiplicare gli zeri nei conti correnti bancari dei burattinai.