racconti di vita in Calabria. 1
La disinformazione e l’ignoranza sono elementi che aiutano fortemente a cadere negli errori di valutazione di fatti e persone perché deformano i concetti e l’immaginario collettivo di quanti si fermano alla sensazione superficiale dei fenomeni che sfiorano i sensi.
Infatti, per apostrofare lo stato accidioso dello scansafatiche spesso si sente dire “m’ncrisciu si fhicia pecuraru”! ma quanti conoscono le fatiche di chi governa le greggi e prepara con maestria i ricoveri, munge le bestie e ricava formaggi e ricotte?
Molte persone, purtroppo si soffermano alla scena del pastore che sonnecchia sotto l’albero mentre le pecore pascolano, e ciò basta a confermare la saggezza antica del detto popolare, ma se seguissero le fasi della mungitura, la lavorazione dei latticini, la cura nell’aiutare le femmine a partorire, tenere buono il montone; e, cosa non da poco, governare con suoni onomatopeici il gregge e le singole bestie, allora si renderebbero conto che non è tutto oro quello che luccica al sole! I vari giudici dovrebbero essere più attenti, non soffermarsi alle apparenze, scandagliare i problemi e magari trarre momenti poetici dalle esperienze altrui come ha fatto il maestro Mimmo Rotella che ha tradotto i richiami dei pastori in poesie epistaltiche conferendo valenze artistiche a rumori e suoni gutturali usati dalla notte dei tempi.
(segue)