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domenica 12 maggio 2019

al Presidente Sergio Mattarella

Sembra che la storia si ripeta. C'è stato un altro trascinatore di popolo che portò l'Italia alla seconda guerra mondiale. Invase l'Etiopia. Promulgò le leggi razziali. Inneggiò all'italianità e mise in ginocchio le classi deboli che lo seguirono ammaliati dalla sua oratoria e dal piglio deciso.

Diceva di proteggere i deboli e le famiglie. Convinceva a fare figli per la patria. Induceva la gente a denunciare i “nemici della patria”. Insomma fece tesoro delle paure dei deboli che non conoscevano pace ed erano soggiogati dalla povertà, costretti al duro lavoro dei campi e delle miniere senza speranza per un futuro migliore.

Seppe, non c'è dubbio alcuno, fare leva sulle esigenze primarie dei singoli e, peggio, sui nuclei familiari che si passavano, quando andava bene, i vestiti dal più grande all'ultimo nato. La giacca del padre si trasformava in cappottini per i piccoli. Il “vancale” delle donne anziane poteva essere riciclato in mantelle per i piccoli.
L'educazione sull'economia domestica era una materia che si insegnava nelle scuole alle femmine.

Oggi, nella repubblica democratica italiana abbiamo un ministro degli interni che sparge bile nei comizi delle piazze e risponde alle contestazioni con insulti verbali a chi dissente.
Prima gli italiani! Dice. Disconoscendo la parità suggerita dalla Carta Costituzionale redatta dai Padri Costituenti nell'immediato dopoguerra.


Può un ministro della Repubblica comportarsi in questo modo?
Può essere di parte?
Eppure fino a poco tempo addietro apostrofava quanti nati al sud “terroni”. Voleva la secessione, costruire un muro per dividere l'Italia in due. Gridava “Roma ladrona” e nel frattempo scomparivano 49milioni di fondi pubblici quale finanziamento alla lega nord dalle casse del suo partito originario.

No! un Ministro della Repubblica deve essere ineccepibile es la piazza lo contesta deve chiedersi perché, non andare allo scontro per nessun motivo al mondo men che meno per fini elettoralistici.

Un personaggio così, che comunque, ha fatto giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica quale servitore dell'Italia, nella sua nuova veste di Ministro deve essere sopra le parti e osservare i dettami della Costituzione più bella del mondo.

sabato 13 ottobre 2018

LA FAME DEGLI ALTRI

È un caso che da nord a sud soffi il vento della paura? E che qualcuno la cavalchi, faccia la voce grossa e imponga atteggiamenti irriguardosi verso il prossimo?

Secondo quanto riportano i mass-media pare che da Lodi a Riace valga il concetto manicheo della “legalità” ad ogni costo. Vale a dire: “l'osservanza incondizionata delle leggi scritte dalla classe politica alla guida del governo temporaneo” dell'Italia. Che, guarda caso, cozza contro il pensiero liberale degli italiani.
Eppure, come ha ricordato il Presidente Mattarella, affinché nessuno possa sentirsi “padrone assoluto” dei destini comuni, i padri costituenti valutarono e misero nero su bianco tutta una serie di discipline e figure istituzionali a salvaguardia della Repubblica democratica in cui viviamo: l'Italia.

Nonostante ciò un pensiero si insinua nelle teste insicure e si nutre delle paure inconsce di quanti fanno fatica a tirare la giornata.
La rabbia dei poveri e dei nuovi poveri cittadini italiani si manifesta e diviene azione coercitiva violenta verso il diverso che viene da oltre confini e rasenta la xenofobia.

A Lodi i bambini extracomunitari non possono più accedere alla mensa scolastica e ad altri servizi se non dopo la presentazione di documenti forniti dagli Stati di provenienza dei loro genitori che attestino lo stato di povertà e nullatenenza.
(???)

Mentre per il caso Riace, con una circolare il Viminale ha disposto il trasferimento dei migranti accolti nei centri del Comune calabrese preso ad esempio e studio sull'accoglienza da mezzo mondo, ha chiesto all'amministrazione comunale la rendicontazione di tutte le spese sostenute, sollecitando "ad inviare la relativa documentazione secondo le modalità previste dal manuale di rendicontazione Sprar".
Secondo quanto si apprende, già dalla scorsa estate il Viminale aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall'amministrazione di Riace. Nel 2018, il Comune calabrese non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco Mimmo Lucano - agli arresti domiciliari proprio per l'inchiesta che riguarda la gestione del “modello Riace” era stato avvisato della revoca dei finanziamenti ufficializzata all'inizio di questa settimana. "Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell'uso di fondi pubblici, nemmeno se c'è la scusa di spenderli per gli immigrati", dice in proposito il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
… e i fondi pubblici intascati dalla lega? 49Milioni di rimborsi elettorali spesi arbitrariamente ma non per scopi umanitari? Non che questo episodio giustifichi qualcuno o qualcosa ma quando i soldi sono spesi per scopi umanitari e manca qualche pezza giustificativa è tutta un'altra storia.
La vita umana vale ben più dei diamanti...
È senz'altro per questo motivo che il Viminale dispone il trasferimento dei migranti gestiti dal comune di Riace e chiede la rendicontazione di tutte le spese sostenute. Una decisione, contenuta in una circolare del 9 ottobre e che arriva a pochi giorni dall’udienza del tribunale del Riesame prevista per il 16 ottobre che dovrà decidere su Mimmo Lucano, sospeso dal 2 ottobre, da quando è ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio.


mercoledì 8 novembre 2017

Alleanze

In Sicilia ha vinto la destra.

Musumeci è presidente!

Dietro le elezioni siciliane sembra esistere un laboratorio politico e tra gli alambicchi gli scolari ben educati vestono grembiulini con tanto di sponsor: lega nord, guidata da Salvini, fratelli d'italia capitanata da Meloni e tanti altri partitelli chiamati da Silvio Berlusconi a dimostrazione che la destra unita può governare l'Italia e sconfiggere la sinistra litigiosa.

L'esperimento è riuscito! Anche grazie alla poca memoria dei votanti. Alla dimenticanza dei governi precedenti e alla assurda discesa della lega in Sicilia.
E gli editti di Bossi Maroni Borghezio& c. che fine hanno fatto? E le strategie?

Davvero che la lega di Salvini non voglia più staccarsi dal resto d'Italia e tenere per sé i vantaggi economici e sociali ottenuti nel tempo dalle politiche nazionali che nel territorio padano hanno trasferito risorse?

Comunque sia il laboratorio ha dimostrato che sì, si può raggiungere l'obiettivo. Basta non litigare subito e aspettare i tempi giusti per presentare il conto.

domenica 22 maggio 2016

Renzi e la personalizzazione della politica in 1/2 ora

lucia annunziata
Lucia Annunziata nella sua “inmezzora” di oggi non è stata aggressiva. Verbalmente decisa e tenace come al solito. È stata Maria Elena Boschi a tenere il ritmo. Un ritmo sostenuto e forse preventivamente concordato con il suo capo Matteo Renzi.

Nel ricordare che gli attuali governanti sono tutti stati nominati e consacrati dal Presidente emerito Giorgio Napolitano, quindi in teoria e in pratica non rappresentano il popolo italiano, e che Parlamento e Senato sono l'espressione di una vecchia negativa mentalità politica che, per farla breve, mischiati insieme non ne esce fuori uno buono (Verdini che lascia Berlusconi e va con Renzi, forza italia che prima stende porcellum e varianti su tutti i fronti e poi si ritira, lega nord che gioca sulle disgrazie altrui, i cinquestelle che ancora non sono voluti crescere ma che sono gli unici che si sono tagliati gli stipendi mentre gli altri stanno incollati alla sedia fino a fine mandato per assicurasi la pensione, e che pensione!), insomma, in questo quadro di desolazione più nera Renzi personalizza, come ha sempre fatto finoa d oggi, l'esito del referendum sulle riforme Costituzionali volute da lui e da re Giorgetto.
Renzi e la Boschi sono certi di vincere. Logico. Giocano facile. Puntano sulle paure dei nominati, ché se il governo scioglie le camere anzitempo vanno a casa con un pugno di mosche e addio vitaliazio se non arrivano ad ottobre del 2018.

lunedì 26 maggio 2014

Europee, la moderata paura degli italiani

L'astensionismo è alto in Italia e dagli elettori che si sono recati alle urne esce una volontà di moderato ottimismo. Vogliono credere nelle promesse di Renzi e del nuovo volto che ha dato al PD. Anche se sarebbe riduttivo dire che le 80 euro in busta paga dell'impiegato medio che non supera i 26mila euro annui abbiano influito nella scelta non ci si può esimere dal pensarlo.

Forse avrà influito l'ottimismo e il nuovo linguaggio del fare a tarpare le ali ai gufi. Oppure è stata la tracotanza di Grillo a terrorizzare l'elettore medio e non fare prendere quei voti al m5s necessari per attuare la rivoluzione a Bruxelles e la caduta di Napolitano in Italia? E quanto avrà influito la paura di una sconfitta tra i dipendenti del pd tra cooperative e indotto (stessa cosa vale per FI)?

Il Pd prende il 40% dei votanti e M5S, pur risultando il secondo partito, non supera la rosea previsione sperata da Grillo. Il distacco è enorme! 20 punti a favore di Renzi. E terzo, non l'enfatico Alfano ma il partito di Berlusconi mentre restano al palo gli altri.

Il NcD supera appena la soglia del 4%. anche Tsipras è lì lì per non farcela. Mentre Salvini con le sue idee contro l'euro si ritaglia un bel risultato: il 6%

ad ora superano la soglia di sbarramento per l'assegnazione dei seggi al Parlamento europeo il Nuovo centrodestra, 4,36%, alleato di governo del Pd, e la sinistra riunita nell'Altra Europa con Tsipras al 4,03%.
Tiene la Lega Nord con il 6,2%, mentre i montiani di Scelta europea scivolano allo 0,7%.
Ma è la sfida di testa che dà la dimensione del successo Pd. I Democratici, a risultati quasi definitivi, prendono il 40,89%, mentre il partito di Beppe Grillo si deve accontentare del 21,11%.
Il selfie è servito. L'italiano medio ha moderatamente paura.

lunedì 10 febbraio 2014

Svizzera, vincono i sì, prigionieri della paura

La Svizzera si barrica e chiude le frontiere. Stop ai frontalieri e alla libera circolazione.


Vince la paura.

La crisi economica ha scassinato le ultime barricate ideologiche. La paura di restare senza lavoro in casa propria ha indotto gli elvetici (non è la prima volta) ad indire un referendum sulle immigrazioni nel loro territorio. E disattendendo gli accordi europei sulla libera circolazione dei cittadini negli stati membri lasciano passare l'isolamento nazionale.

I più agguerriti sono nel Canton Ticino, quello, per capirci, di lingua italiana, che riceve quotidianamente 59310 lavoratori frontalieri italiani per lo più provenienti dal varesotto e, guarda un po', questa volta a protestare è la lega nord. “Gli svizzeri fanno i loro interessi accogliendo le imprese italiane e i nostri capitali, salvo poi chiudere la porta in faccia ai nostri frontalieri quando la crisi comincia a farsi sentire fra i lavoratori d’oltreconfine – dice il senatore Stefano Candiani– Il problema è che il nostro governo non sa e non vuole fare altrettanto, tutelando veramente le migliaia di lavoratori delle province di confine”.

Matteo Salvini, il nuovo segretario della lega lancia un cinguettio e giura battaglia: “presto un referendum anche in Italia”.

La guerra tra i poveri di cervello è iniziata da un bel po' tanto è vero che ce li siamo trovati al governo in Italia e grazie alla loro enorme ignorante supponenza stiamo ancora pagandone lo scotto.

In Italia siamo alle prese con la legge Bossi/Fini e col famigerato “porcellum” di Calderoli.

E fin quando non cambia la mentalità degli italiani che guardano al proprio ombelico come se fosse il centro del mondo e degli europeisti forzati dalla paura di perdere le ricchezze territoriali perché invasi dalle orde barbariche sottosviluppate e affamate dalle lobby affaristiche mondiali, fino a quando non ci sarà emancipazione culturale e accettazione fraterna dell'altro, la paura farà da padrona e guiderà le azioni bieche del nostro vivere, per dogmi, la quotidianità.

giovedì 6 febbraio 2014

Azione dovuta quella di Grasso


Grasso con la sua decisione ridà fiducia agli Italiani onesti.
Avranno avuto dei buoni motivi per votare contro e astenersi dal dichiararsi parte civile nei confronti di Berlusconi nel processo sulla compravendita di deputati e senatori. E così, con dieci voti contrari e otto favorevoli, il Consiglio di Presidenza ha dato parere negativo.

La senatrice di scelta civica Linda Lanzillotta; l'esponente del partito popolare Antonio de Poli, insieme a forza italia, gal, ncd e lega nord si sono messi al fianco di Berlusconi.

A favore della parte civile, invece, i componenti del consiglio di presidenza del Senato che fanno parte del centro sinistra Alessia Petraglia di sel, cinque senatori del pd: Valeria Fedeli, Rosa Di Giorgi, Silvana Amati, Luciano Pizzetti e Angelica Saggesi; Laura Bottici del m5s, e per il gruppo autonomie Hans Berger.

Qualcosa non quadra!
(Gasparri, e pensare che lo manteniamo noi)

Eppure è un atto dovuto, dopo una condanna simile costituirsi parte civile. La già traballante democrazia e il più forte distacco dalla politica nei pensieri degli italiani monta e si fortifica di pari passo con la sfiducia nei confronti degli invasori dello stato di diritto.

Ma ecco arrivare, finalmente, il parere di Grasso a sovvertire la decisione irresponsabile che ha avuto la meglio in seno al Consiglio di Presidenza.

Grasso dice si, da mandato all'avvocatura dello Stato per rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla compravendita dei senatori che inizia il prossimo 11 febbraio a Napoli e Gasparri si sente calpestato. Cosa dovremmo dire noi cittadini che fino ad ora abbiamo dovuto sopportare la vergogna delle scelte di Gasparri e della destra tutta?

Noi siamo con Piero Grasso! La sua decisione ci rappresenta! Ed è assolutamente ineccepibile. Risponde alla richiesta di dignità e prestigio delle istituzioni e degli italiani. Con buona pace di Gasparri & c.

martedì 4 febbraio 2014

Strasburgo show della lega contro l'euro


Quattro scalmanati, si fa per dire (erano solo in tre), contestano il Presidente Giorgio Napolitano al Parlamento Europeo.



Fazzolettoni verdi al collo, non per ripararsi dal freddo di Strasburgo ma, per ostentare fieramente l'appartenenza ad una invenzione di nome “padania” e dei cartelli con su scritto “Basta Euro”, così si sono presentati tra i banchi del Parlamento Europeo gli esponenti della lega nord e hanno interrotto il discorso di Giorgio Napolitano alla maniera dei venditori di strada.

L'interruzione è durata un attimo tra i fischi degli altri europarlamentari che hanno criticato l'interruzione.
Per i contestatori si ipotizzano sanzioni. Matteo Salvini, Mara Bizzotto, Mario Borghezio, secondo il regolamento europarlamentare rischiano di essere puniti con ammonizioni, la sospensione del mandato e dell'indennità di soggiorno.

Il Grande Vecchio,Giorgio Napolitano, dal canto suo ha minimizzato educatamente l'accaduto definendole “proteste marginali e modeste” e nel dire no alla fine del sogno europeo ha ribadito che è necessario vincere i nazionalismi aggressivi e le vedute ristrette fatte di calcolo e convenienza di alcune classi dirigenti nazionali. Consapevole, comunque, che non può essere più portata avanti una politica di austerità fine a sé stessa pur di mantenere i costi in ordine.

Di sicuro, le elezioni europee di maggio, risentiranno del malumore dei cittadini, causato, oltre che dalla austerità imposta dalla Merkel, anche dalle decisioni della politica nazionale e dall'incomprensibile forma d'incostituzionalità adottata per garantire stipendi e pensioni d'oro alle classi dirigenti mentre si passava la ghigliottina persino ai buoni pasto dei dipendenti. Pubblici entrambi ma con mansioni differenti.

mercoledì 22 gennaio 2014

l'afflato dei quarantenni

Italicum il treno per la salvezza di chi?

Italicum. Se è il nome di un nuovo treno a noi del sud non ce ne fotte niente! Dove dovrebbe andare se la tratta jonica è stata smantellata e la tirrena è frantumata come la pazienza?

Chi si sta interessando di rinnovare la politica si è dimostrato attento alle formule ai presenzialismi in tv e alle passerelle in bici per far vedere di essere salutista.
Nel presunto nuovo disegno di legge elettorale non si ravvisa niente che possa dare fiducia agli elettori perché ogni virgola è chiaro, è suggerita dai convincimenti dei segretari più forti. Cioè quelli che pensano di essere alla guida dei maggiori partiti.

Non so, ma posso immaginarlo, come mai il relatore sia uno di forza italia.

E mentre la riunione alla Camera slitta per accattivarsi i voti e far scendere la pillola alla lega nord abbassando la soglia dall'8 al 5% iniziano i contatti coi partiti che sono rimasti fuori dall'incontro dei divi.

Ovviamente non piace ai partiti piccoli. Ma cosa ha previsto l'asse Renzi-Berlusconi per evitare che si scindessero in gruppi e gruppuscoli gli scontenti trombati dei grandi partiti dopo le elezioni?

L'assedio continua!

Intanto nel PD i giovani quarantenni si scagliano contro i “vecchi”.

Più che una rottamazione ha l'aria di una epurazione soffice. La Serracchiani tuona contro il ministro Zanonato per la crisi Electrolux che rischia di chiudere la fabbrica di Porcia. Debora (con o senza lh?) Chiede le dimissioni del ministro pd perché secondo lei non ha saputo gestire la crisi della fabbrica della sua regione.

Anzi, per l'esattezza afferma “Nella gestione della crisi Electrolux il ministro Zanonato ha dimostrato di non avere l’equilibrio necessario per ricoprire il suo delicato incarico: dovrebbe dimettersi”.

Dal canto suo la proprietà Electrolux. ha messo «sotto osservazione» tutti i suoi stabilimenti italiani e su 6000 occupati, dopo un taglio di 1000 unità, vuole lasciarne a casa altri 500.
Da giorni è in corso un martellamento delle due regioni interessate, il Veneto ed il Friuli, che attraverso i rispettivi governatori Zaia e Serracchiani, premono sul ministro Zanonato e su palazzo Chigi perchè il governo scenda in campo.

Niente di nuovo, purtroppo, nelle politiche aziendali attente solo a guadagnare e quindi delocalizzare gli stabilimenti laddove i governi garantiscono meno tasse e controlli e dove i diritti non sono mai nati. Scappa da dire.


giovedì 3 ottobre 2013

Fuori dalle Istituzioni Lega Nord, razzisti e delinquenti indegni

morte dei migranti sulle coste della sicilia
salme di migranti sulla spiaggia di Scicli
La tragedia in mare nei pressi di Lampedusa è, ancora una vota, il sintomo lampante della pochezza di pensiero che governa chi guida, nostro malgrado, il Paese.

Eritrei o tunisini, gente proveniente dai paesi in perenne lotta. Popoli sfruttati dalle lobby e per questo motivo in fuga dalla morte certa per fame, maltrattamenti o guerre, tentano l'ultima carta per sopravvivere. S'imbarcano, stivati peggio degli animali da macello, verso il Paese a loro più vicino in termini di distanza fisica. La loro speranza si chiama Italia, Germania, Francia, Europa!

Loro, i profughi, non sono al corrente della cattiveria dei politici nostrani, quelli, per intenderci, che hanno elaborato e messo in pratica la Bossi-Fini.
Non sono a conoscenza della malvagità che anima i covi della lega nord. E, forse, passato il tempo dei respingimenti plateali in mare, credono di poter approdare sulle coste amiche. E poi basta una scintilla, un buco nello scafo sovraccarico per mandare in fumo i loro sogni di libertà.

Non è più tempo di ascoltare chi assedia la Repubblica Italia. Non è più ammissibile lasciare che i ladroni governino il Paese.

È un insulto alla vita, alla storia e al buon senso consentire alla gentaglia che siede indegnamente in Parlamento di lanciare accuse alla Presidente della Camera Laura Boldrini, al Ministro Cécile Kyenge e di conseguenza a tutti i cittadini che la pensano diversamente da loro.

Inutile citare i regolamenti della Camera o la Carta Costituzionale. Per loro, servirebbe uno specchio. Uno specchio grande quanto la loro miseria morale e politica posto in uno stanzino piccolo, costretti a stare in piedi per osservare la loro tracotanza sfumare attimo dopo attimo, accompagnati solo dalla certezza che nessuno andrà ad aprire quella porta.

domenica 21 aprile 2013

l'Italia ha detto no, ma loro continuano a ...

aore12
chi ha fatto la Resistenza... ricordi!
Quando, ieri, ho visto i grillini inscenare il sit-in a favore di Rodotà al grido di Presidente con tanto di cartelli alzati fuori da Montecitorio, ho detto immediatamente: so' ragazzi, così ottengono l'effetto contrario e lo bruciano.

E così fu!

Poi, immediatamente dopo il verdetto degli illustri elettori, ai quali, non conoscendo io le motivazioni serie, rimprovero il comportamento politicamente scorretto per la mancata condivisione di uno studioso delle leggi come lo è il prof. Stefano Rodotà, d'altronde usciamo, anzi siamo ancora guidati da un governo di tecnici composto per la maggior parte da illustri professori universitari, quindi, chiedo ancora, quale sarebbe il motivo di tanto ostracismo? Persino il suo collega Monti si è messo di traverso con la proposta Cancellieri.

Successivamente, dicevo, Grillo grida “al colpo di stato”. Va be' è un urlo folkloristico, come i “buffoni” gridati in Aula all'indirizzo dei grillini, ma niente di più.

Chi conosce appena la Carta Costituzionale ed ha buona memoria ricorda che si tratta solo di cattiva educazione e mancanza di rispetto per le regole, anche quelle non scritte!

E come dimenticare il dito alzato del senatur, le intemperanze verbali e fisiche di ministri e parlamentari targati lega nord e genericamente popolo delle libertà. Oppure i ministri che hanno respinto in mare i profughi e i miserabili che tentavano di sopravvivere qui da noi.


Volendo ricordare tutte le “marachelle dei politici che amano definirsi pomposamente classe dirigente”, che ci hanno fatto perdere la faccia e prostrato fino alla bagarre finale, non basterebbe un solo post, perciò vi rimando a quanto già scritto negli anni regressi su questo blog.

Basta un po' di pazienza, navigare col motore di ricerca "cerca tutto" digitando la parola chiave oppure cliccando tra le etichette, ne troverete di tutti i colori

mercoledì 27 febbraio 2013

eletti, nel nome del popolo ma per volere di altri

"nel mondo di goldorado"

Politiche 2013, gli eletti in Calabria in nome del Popolo.


Non sappiamo quanto durerà in carica il prossimo governo (ma se Grillo deciderà di farne parte seriamente schierandosi con la sinistra, visti i suoi “ideali” sociali, può darsi che ne esca qualcosa di buono). Al momento ecco chi sono i rappresentanti della Calabria.
Senatori (10)
Tra questi, purtroppo, c’è anche il siciliano Domenico Scilipoti, ex parlamentare del partito di Di Pietro, Idv, passato al Pdl con la targhetta di “responsabile” perché il suo alto senso del dovere gl'imponeva di non far cadere anzitempo il governo di destra guidato da Berlusconi e lega nord.
Vediamo i seggi:
Pdl: sei seggi. Silvio Berlusconi (se opterà per un altro collegio al Senato, cosa certa, prenderà il suo posto Demetrio Arena, ex sindaco di Reggio Calabria), confermato il senatore uscente Antonio Gentile, l’avvocato penalista Nico D’Ascola, new entry gli assessori regionali Piero Aiello e Antonio Caridi, nonché il buon Scilipoti.
Pd: due seggi. Marco Minniti e Doris Lo Moro che smettono di andare alla camera in quanto deputati uscenti e vanno a fare i senatori.
Movimento 5 stelle: due seggi. L’avvocato Francesco Molinari e Nicola Morra, insegnante di filosofia e storia.

Alla Camera il centrosinistra riesce a spuntarla sul centrodestra: con circa 120.000 voti di vantaggio (il 29,54% contro il 29,18% del centrodestra determina il premio di maggioranza che consente di avere 340 deputati contro i 124 del centrodestra, i 108 del Movimento 5 Stelle e i 45 del Polo di Centro guidato da Mario Monti.

In Calabria, quindi, possiamo dire che nonostante l’affermazione del centrodestra, vi è una rappresentanza numerica che veste i simboli del centrosinistra, (disfunzioni assurde del porcellum).
Il Pd elegge il numero più alto di deputati, ben 9:
la teen eger Rosy Bindi, il fine stratega e politologo Alfredo D’Attorre, la evergreen Enza Bruno Bossio, seguiti dai noti Nicola Stumpo, Demetrio Battaglia, Ernesto Magorno, Bruno Censore, Nicodemo Nazzareno Olverio e Stefania Covello.
E, cosa probabile, se Vendola rinuncia, anche Sel ha un esponente calabrese, tal Ferdinando Aiello. E uno di Centro Democratico: Franco Bruno.
Per il centro/destra, eletti: una vecchia gloria:Jole Santelli, e la rampante Rosanna Scopelliti, la crotonese Dorina Bianchi e il lametino Giuseppe Galati, tutti del Pdl. Per il M5S: Dalila Nesci, Sebastiano Barbanti, Federica Dieni e Paolo Parentela.
Infine, per l’Udc: Roberto Occhiuto, dopo la rinuncia del capolista Lorenzo Cesa. Per le quote rosa, le donne elette in Calabria sono 8 su 20, 3 nel Pdl, 3 nel Pd e 2 nel Movimento 5 Stelle. 

sabato 7 aprile 2012

Margherita e lega nord, pagine da cancellare



Mai spot è stato più azzeccato per sintetizzare la parodia su traditori e traditi; sulla fiducia incondizionata che alcuni ripongono nei leader e sulla presa di coscienza dei “traditi” che se la riprendono energicamente.

Nella figura della principessa vedo gli elettori, i simpatizzanti, i militanti di quei partiti che in questi giorni sono testimoni attoniti delle malefatte dei dirigenti. Ex Margherita, che non si capisce per quale fantasioso motivo continua a ricevere i fondi pubblici destinati ai partiti se è morta e sepolta da tempo come organizzazione politica! Lega nord, che dopo avere sbraitato, e continua a farlo, contro Roma padrona e ladrona, con una faccia tosta degna dei migliori imbonitori sprona i lùmbard promettendo e tenendo viva la rabbia contro lo Stato e con l'altra faccia, quella consueta dei furbi politicamente scorretti, gestiscono i fondi pubblici del partito assecondando interessi privati.
E nel rotolone che non finisce mai la pazienza dei cittadini che, come ogni cosa, prima o poi si esaurisce:
Secondo la deposizione della segretaria leghista Dagrada la situazione inizia a cambiare “Dopo il 2003; si è cominciato a fare un contratto di consulenza a Bruxelles a Riccardo Bossi, se non ricordo male da parte dell’onorevole Speroni. Dopodiché si sono cominciate a pagare, sempre con i soldi provenienti dal finanziamento pubblico, una serie di spese personali a vantaggio di Riccardo Bossi e degli altri familiari”. E ancora (è sempre la segretaria di Bossi a parlare): “In particolare con i soldi della Lega venivano pagati i conti personali di Riccardo Bossi, per migliaia di euro, e degli altri familiari, come per esempio i conti dei medici sia per le cure dell’onorevole Bossi sia dei suoi figli. A tal riguardo mi risulta che Belsito paghi con i soldi della Lega tali conti”.
Certo, se per una questione di umanità si è tentati di fare uno strappo alle regole per la salute del Boss, non si può chiudere gli occhi e le orecchie per il resto! D'altronde non sono loro, i leghisti, i castigamatti della cattiva politica?

Rosy, la badante

rosy mauro, lega nord

Facebook è sufficiente o serve la tessera di un partito?

In altri paesi il rispetto per le istituzioni e anche per le cariche istituzionali ricoperte dai politici sono ritenute cose serie impegni da tutelare! In altri Paesi ci si dimette da anche da presidente del bocciofilo di quartiere per avere accettato un vasetto di marmellata dalla moglie del socio in gara. Qui da noi, in Italia, non ci si dimette mai neanche quando le tracce di marmellata ristrutturano o comprano case per ignari politici ministri e segretari di partiti.

A proposito di sorprese, se qualcuno avesse della marmellata in più e non sapesse cosa farne, a mia insaputa, ma anche no, io, dovrei riparare il bagno... pagare l'IMU la luce il gas il telefono e le tasse universitarie, è sufficiente il profilo su feisbuk per essere beneficiati o serve obbligatoriamente una tessera di partito? 

venerdì 6 aprile 2012

Renzo Bossi, studi a carico della lega?

renzo bossi
La lega paga gli studi universitari a Renzo Bossi? Embè che c'è di male!? La lega è un signor partito e vuole che i suoi dirigenti siano altamente acculturati se no come fanno a sparare cazzate agli italiani ingenui e fregare i padani con la scorza? Per inventare storie fantasiose ci vuole una certa kultura e poi se sono disposti a spendere 130mila euri per una laurea inglese intestata al figlio del grande capo saranno fattacci loro o no? Rode un pochetto quando si viene a sapere che i finanziamenti puibblici ai partiti loro li investono come quei “ladroni” che tanto odiano!

 ecco cosa riportano le agenzie di stampa:
1)
“Anche la laurea che Renzo Bossi sta prendendo presso un'universita' privata di Londra era 'a carico' delle casse della Lega. Lo dichiara a verbale Nadia Dagrada, dirigente amministrativa della Lega, interrogata nei giorni scorsi nell'ambito dell'indagine sull'ex tesoriere del Carroccio. "Anche Renzo Bossi -afferma- dal 2010 sta 'prendendo' una laurea ad un'universita' privata di Londra e so che ogni tanto ci va a frequentare e chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega, ed anche qui credo che il costo sia sui 130.000".”
2)
(AGI) - Napoli, 6 apr. - Con i soldi della Lega Nord sarebbero state pagate le rate scolastiche per le lauree di Renzo Bossi, e di Rosy Mauro e il suo compagno. Lo ha riferito la segretaria amministrativa della Lega,Nadia Dagrada, ascoltata dai Pubblici ministeri di Napoli e Milano. "Belsito mi ha detto che sono stati versati soldi in contanti a Pier Moscagiuro, compagno della Mauro. Mi disse inoltre che quei soldi servivano per pagare le rate della scuola privata in Svizzera dove stavano studiando per il diploma o la laurea, o entrambe - ha detto Dagrada - Belsito mi ha anche detto di aver pagato le rate con i soldi della Lega prelevando quasi 120mila euro". Infine la segretaria amministrativa lumbard ha detto ai magistrati che lo stesso 'trattamento' sarebbe stato riservato a Renzo Bossi: "Dal 2010 sta prendendo una laurea a Londra ed e' stato spesato dalla Lega con 130mila euro".  


domenica 22 gennaio 2012

Monti ha convinto!


Il prof. Mario Monti ospite di Lucia Annunziata ha risposto esaurientemente “all'interrogatorio” del mastino che ha fatto e riportato domande rimbalzate sui mass media inerenti al decreto presentato dal governo alle camere per l'approvazione finale. Lucia Annunziata ha persino ricordato il titolo vaneggiante de “il giornale” che lascia sottintendere un palese out out di Monti alla Camera.

Il prof Monti, però, non ha chiarito come mai non si è optato, per tutti quei cittadini costretti a emettere valuta superiore ai mille € attraverso operazioni bancarie che le stesse fossero a costo zero quantomeno per i pensionati costretti ad accendere un conto corrente bancario. Ma qui sarebbe come cercare il pelo nell'uovo dopo tanta evasione fiscale. A proposito di evasione; tra le tante domande dell'Annunziata hanno avuto l'onore della m(i)enzione persino le volgari esternazioni di Bossi. Quel Bossi che fino a qualche giorno addietro ricopriva indegnamente la carica di ministro della Repubblica Italiana e nel frattempo vedeva la sua creatura, innocente e sana per eccellenza: la lega nord, coprire le pagine dei giornali:
Il caso sugli investimenti offshore fatti dal partito di Umberto Bossi attraverso il tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito ha scosso la base della Lega Nord, con la rabbia montante dei «maroniani», e calamitato l'immediata paternale del Partito democratico. Il pezzo apparso sull'edizione di Repubblica di lunedì 9 gennaio ha raccontato della somma complessiva dei fondi dirottati all'estero, che supererebbe i 10 milioni, in gran parte derivata del finanziamento pubblico ai partiti. I soldi sono stati investiti in un fondo con base in Tanzania, a Cipro e in corone norvegesi.”

Nonostante ciò, il senatur con la sua solita eleganza invita Il prof. Monti ad uscire di scena.

Non è una caduta di stile ricordare le azioni di chi ha fatto della politica una riserva personalissima di caccia. È, bensì, la testimonianza da portare ai militanti onesti che hanno creduto in lui e a quanti credono che c'è sempre bisogno di un leader indiscusso a cui affidare la propria salvezza.

lunedì 12 dicembre 2011

Equità nelle manovre di Monti?

le manovre del generale Monti


Prima dell'unità d'Italia nel regno delle due Sicilie spadroneggiavano i Borboni, nel nord i Savoia. Il sud, era dedito alla terra e alle miniere di ferro, all'industria metallurgica alla fabbrica di armi e degli utensili che, dalla ferdinandea, tra le serre calabre, esportava in tutta Europa ; il nord, volgarmente chic e spendaccione scimmiottava le grandi potenze e tesseva accordi sottobanco con governi forti per continuare a regnare. Quindi, nobiltà del sud ricca e nobiltà del nord in decadenza. E il popolo? Per il popolo non c'era nessuna differenza! Stenti e fame al sud come al nord!
Al sud comandavano i nobili latifondisti e proprietari delle miniere legati ai Borboni. Al nord la classe egemone collegata ai Savoia. a un certo punto qualcuno ebbe una bella idea e pensò di unificare lo stivale. Chiamò un uomo d'armi per mettere sotto un'unica bandiera, quella dei Savoia perché vicini alla gran Bretagna, nord e sud. Il generale per attuare i suoi piani fece accordi con tutti, nobili, nuovi ricchi e popolo.
Quest'anno abbiamo festeggiato i 150 dell'unità d'Italia mentre la lega nord gridava, e continua a farlo, alla secessione e all'istituzione di uno stato padano dopo avere bonificato le paludi delle risaie, migliorato la viabilità e pianificato i debiti con i soldi saccheggiati ai Borboni a unità avvenuta.
Cosa c'entra la storia? C'entra c'entra... qualcuno ha detto (uno di quelli che ha fatto crescere gli italiani non tanto bene visti i risultati) il potere logora chi non ce l'ha! Tant'è vero che mentre il nuovo generale della finanza (adesso le guerre si vincono con l'alta finanza e non più con la spada) chiamato a governare l'emergenza fa piangere persino i suoi ministri, i parlamentari si dicono sopra le parti e non lasciano decidere ad altri la sorte dei loro onorevoli stipendi, a differenza del popolo che rimane in mutande a seguito della manovra economica imposta dal generale Monti.

domenica 26 giugno 2011

Calabria, crocevia di storie

Gente del sud.

Ricordo chiaramente la sensazione di disagio che saliva quieta mentre mi accingevo a trascorrere un periodo della mia vita in luoghi sconosciuti. Luoghi che, a detta dei media, sono tutt'ora sinonimo di ‘ndrangheta, di malaffare e violenza. Se fosse dipeso da me avrei fatto volentieri a meno, e mentre preparavo le valigie immaginavo scene di sangue, aggressioni, arroganze … ma no! Ripetevo mentalmente per farmi coraggio. Eviterò i luoghi malfamati, le periferie e le persone rozze. Mi faccio i fatti miei e dopo il lavoro, una doccia e via su qualche spiaggetta dei mari del sud!, tra lo Jonio e il Tirreno c’è solo l’imbarazzo della scelta! Sì, mi faccio i fatti miei e mi godo il sole e il mare pulito della Calabria selvaggia.
©arch.M.Iannino
veduta sullo jonio

Quant’è vero che la fantasia condiziona la realtà anche di noi calabresi cresciuti nelle città. A furia di sentire storie di cronaca nera, tutto diventa cattivo. È come un virus che penetra dentro il corpo buono e lo infetta, provocando, a volte, metastasi.
Oggi lo posso affermare con convinzione! La Calabria, non è tutto quello che si legge o si sente. La Calabria e la sua gente sono ben altro! L’ho scoperto a mie spese. Non perché abbia deliberatamente fatto delle ricerche, ma perché condizionato da un lavoro che mi ha portato a conoscere moltissimi paesini dell’interland compresi quelli che mai avrei pensato di visitare. Paesi che nell’immaginario collettivo sono covi di ‘ndranghetisti, con cantine trasformate in covi per latitanti e campagne piene d’insidie.
Ci sono anche questi!, inutile negarlo; paesi tristemente noti per faide sanguinarie tra persone dotate di un’intelligenza primitiva protese a salvaguardare i propri interessi con ogni mezzo, anche con la violenza, ma non sono per strada a dare fastidio alla gente che passa, sono attenti ai loro affari come nel resto del mondo; d’altronde, la cronaca parla di episodi efferati accaduti a Roma, Milano, New York. E che dire, allora, delle guerre economiche innescate dai poteri occulti dell’alta finanza? Di quella lobby famosa come mafia dei colletti bianchi che pur di guadagnare e fare profitti non bada a nulla? La stessa che fa transazioni d’affari con imprenditori sani e malavitosi senza battere ciglio? La seconda scelta, naturalmente, non giustifica la prima, ma è tanto per ricordare che nella società ci sono i buoni e i cattivi dappertutto!
Cosa diversa è la delinquenza comune, il bullismo, l’indifferenza, fenomeni sociali, questi, che fanno più vittime nelle grandi città piuttosto che nei paesini dove tutti si conoscono e l’ospitalità è ancora ritenuta un dovere sacro da rispettare. Ma quanti sono o saranno indotti a recarsi in quei luoghi da pressanti situazioni lavorative e quanti invece per amore di bellezza per la conoscenza? saranno le stesse che abbattono le paure perché ne va di mezzo la tranquillità economica personale e della famiglia per chi è sposato? Ecco, questo mi sono chiesto, specie dopo aver letto un articolo su Repubblica a firma di uno scrittore, noto per avere scritto un libro sulla camorra, ora sotto protezione perché ha ricevuto minacce di morte dopo averlo pubblicato e conteso dai “salotti sull’antimafia”, che titolava “Così si muore in Calabria, per la legge della terra” e intercalava, a mio avviso, quasi compiaciuto: “…ma questa non è una strage dettata semplicemente dal raptus di paesani che vivono in terre del sud dove ci sono più pistole che forchette…”.
La mia esperienza, dicevo, è diversa. Ho conosciuto i calabresi, quelli resi “brutti” da giornalisti e scrittori di cronaca dalla penna facile; sono entrato nelle loro case; non ho trovato pistole nei cassetti delle cucine ma forchette e posate. Posate per imbandire le tavole con lo scopo di accogliere degnamente gli ospiti.
Le storie che seguono, se pur romanzate prendono spunto da esperienze reali. Incontreremo i luoghi e l’animo della gente, le diverse realtà conosciute in uno spaccato molto vicino al vero, come i paesi dell’accoglienza dove gli extracomunitari si sono insediati e convivono con i calabresi tra scorci paesaggistici d’incommensurabile bellezza.
Buona lettura.

mercoledì 8 giugno 2011

santoro, ferrara, governo, lega, pubblicità, politica, affari

aore12 blog
©by mario iannino 2011, omaggio agli onesti
Mi sa tanto ch’è una misera questione di soldi, il casino italiano e mondiale che acchiappa tutti. Non una questione tra buoni e cattivi, perchè quando si lotta i vincitori impongono guerre preventive, assedi tattici, leggi e scelte strategiche per tutti come il nucleare, mentre la fabbrica della cultura è protesa a macinare solo guadagni economici piuttosto che incentivare la crescita intellettiva della società, vedi biennale di venezia.
Ora in Italia si ripropone la questione Santoro che litiga con i vertici Rai e passa, dopo avere intascato una congrua buon'uscita, a la 7, e la tv privata vede crescere le proprie azioni in borsa grazie al nuovo acquisto. Alcuni gridano allo sfascio, ma la storia insegna che muore un papa e se ne fa un altro. Nessuno è insostituibile! neanche Santoro, nonostante la sua bravura, può determinare le sorti di un'azienda televisiva come la Rai. Altri valenti giornalisti prenderanno il suo posto e forse riusciranno anche meglio di lui ad appassionare i telespettatori e abbonati al servizio pubblico.

E c’è anche il buon Ferrara, quello delle bretelle rosse, nel balletto mediatico odierno, che riunisce i fedelissimi di Berlusconi e provocatoriamente definisce la convention “la libera adunata dei servi del Cavaliere” e tra questi Sallusti, Sechi, Belpietro, Feltri. Insomma i giornalisti schierati apertamente con Silvio Berlusconi. Insieme tentano di far ragionare il Cav., portarlo sul loro terreno culturale e politico, farlo ritornare giovincello ai tempi della discesa in campo. E ancora, la lega che vuole alcune sedi dei Ministeri al nord, a Milano.
E mentre infuria il gioco delle parti il senato va sotto due volte sull’emendamento Malan al ddl anticorruzione.

Meno male che la magistratura e le questure interessate non sono prese nelle liti e lavorano seriamente per tutelare e dare dignità agli onesti e dopo una complessa indagine durata cinque anni, carabinieri, guardia di finanza e la direzione investigativa antimafia coordinate falla Procura di Torino, assicurano alle patrie galere 150 ‘ndranghetisti sparsi tra Piemonte, Lombardia, Emilia, Calabria e recuperano beni per 70 milioni di euro.
A proposito di euro, pare che per la prima parte dello squallido spot che avrebbe dovuto lanciare la stagione turistica calabrese si siano utilizzati 2,5 milioni di euro di risorse regionali. Certo che con 2milioni e mezzo di euro altro che la caricatura oscena dei bronzi, avrebbero potuto offrire molto di più per divulgare le bellezze calabresi.. e sì, dal punto di vista della comunicazione è uno spot che fa cagare.
Mah!  forse in questo caso i soldi non c'entrano... quando manca quel pizzico di sensibilità che trasforma la cultura in creatività a nulla valgono gli ori e le ricchezze materiali.

mercoledì 2 marzo 2011

abuso di potere


©by mario iannino, verità nascoste, 2009
Cosa c’è dietro la giostrina dei parlamentari? Che cosa nascondono deputati e senatori agli elettori?
Possibile che gli italiani siano tutti scemi e gli unici a capire come stanno le cose siano loro, quelli della casta? Che a guardare bene nei loro armadi, di casto non hanno neanche la biancheria appena tolta dalla lavatrice. Per lavare certe menti contorte non basta un comune detergente ma serve uno smacchiatore specifico; ci vorrebbe una crisi mistica; una guida evoluta. Ma loro, al massimo, l’unica crisi che possono attraversare è data dall'incertezza di una rielezione dopo figuracce simili, per questo non vogliono le elezioni anticipate.
Ormai è chiara la contaminazione storica del fare un certo tipo di politica tutta italiana intrisa di affari privati.
È giunto il momento inderogabile di voltare pagina come hanno fatto le popolazioni del nord Africa. È ora che la gestione della Repubblica sia affidata a persone corrette, a prescindere dalle ideologie finora conosciute divulgate e rimaneggiate.
Ciò di cui non si può assolutamente prescindere è la correttezza intellettuale dei dirigenti chiamati a guidare la Nazione.
In altre nazioni basta essere scoperti a copiare una tesi di laurea o farsi rimborsare il taxi adoperato per questioni private, o se beccati in situazioni scabrose che mettono alla berlina i cittadini per dimettersi da ministri.
Comportamento inimmaginabile in Italia, anzi, pare che da noi più si fa incetta di illegalità, abusi di potere e quant’altro farebbe vergognare le persone serie per vedere crescere maggiori consensi elettoralistici, grazie alle falsità diffuse dai giornalai asserviti.
Il caso Ruby, per esempio, che ha messo alla berlina tutti noi, ritorna in parlamento portato come una bandiera di diritti e libertà dalla maggioranza di governo affinché sia tolta la competenza alla magistratura che sta indagando sul caso…
Abbiamo toccato il fondo! L’iniziativa dei capigruppo della maggioranza, quindi lega e pdl, di chiedere al presidente della Camera di sollevare il conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato sul processo che vede indagato per concussione Berlusconi, di fatto è l’ennesimo atto arrogante di un uso personale delle leggi dello Stato in virtù della maggioranza che si ha in parlamento.
Arroganza perché, come si è costatato, non è un caso di natura governativa dell’imputato ma una sua attitudine privata della quale non intendere essere giudicato.
Certo che ci vuole una bella faccia tosta per continuare a negare la verità davanti a prove evidentissime. Senza contare che hanno giurato sulla Carta Costituzionale di essere servi dello Stato.

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