260 segnalatori rigorosamente non esperti d’arte hanno segnalato a Sgarbi altrettanti operai dell’arte presenti nel padiglione Italia della 54° biennale veneziana. “l’arte non è cosa nostra” è il titolo del padiglione Italia che ricorda il magazzino del rigattiere. Pornodive nude sdraiate su biscioni di silicone ricordano la duttilità multifunzionale del ritrovato tecnico adatto a costruire oggetti e protesi nell’impostazione moderna della Maja desnuda. Ma il nostro contemporaneo Francisco Goya non perde tempo con pennelli e colori prende un’enorme sedia vi poggia sopra tanti simboli fallici e fa sdraiare una che di mestiere ne conosce tanti e anticipa l’ingresso dei giardini delle vergini.
Insomma una vera provocazione se si lasciano da parte gli altri 259 ospiti che da oggi scriveranno con orgoglio di essere stati presenti nella biennale del 2011 anche se di fatto non hanno cambiato il mondo coi loro linguaggi visivi.

Sì, in effetti l’Arte non è cosa vostra. Oggi mi trovo d’accordo con l’incazzoso Sgarbi quando afferma che l’arte è: «un grande sanatorio, separato dal mondo, non frequentato se non accidentalmente dalle persone sane»
© riproduzione vietata, opere digt