al Presidente Sergio Mattarella

Sembra che la storia si ripeta. C'è stato un altro trascinatore di popolo che portò l'Italia alla seconda guerra mondiale. Invase l'Etiopia. Promulgò le leggi razziali. Inneggiò all'italianità e mise in ginocchio le classi deboli che lo seguirono ammaliati dalla sua oratoria e dal piglio deciso.

Diceva di proteggere i deboli e le famiglie. Convinceva a fare figli per la patria. Induceva la gente a denunciare i “nemici della patria”. Insomma fece tesoro delle paure dei deboli che non conoscevano pace ed erano soggiogati dalla povertà, costretti al duro lavoro dei campi e delle miniere senza speranza per un futuro migliore.

Seppe, non c'è dubbio alcuno, fare leva sulle esigenze primarie dei singoli e, peggio, sui nuclei familiari che si passavano, quando andava bene, i vestiti dal più grande all'ultimo nato. La giacca del padre si trasformava in cappottini per i piccoli. Il “vancale” delle donne anziane poteva essere riciclato in mantelle per i piccoli.
L'educazione sull'economia domestica era una materia che si insegnava nelle scuole alle femmine.

Oggi, nella repubblica democratica italiana abbiamo un ministro degli interni che sparge bile nei comizi delle piazze e risponde alle contestazioni con insulti verbali a chi dissente.
Prima gli italiani! Dice. Disconoscendo la parità suggerita dalla Carta Costituzionale redatta dai Padri Costituenti nell'immediato dopoguerra.


Può un ministro della Repubblica comportarsi in questo modo?
Può essere di parte?
Eppure fino a poco tempo addietro apostrofava quanti nati al sud “terroni”. Voleva la secessione, costruire un muro per dividere l'Italia in due. Gridava “Roma ladrona” e nel frattempo scomparivano 49milioni di fondi pubblici quale finanziamento alla lega nord dalle casse del suo partito originario.

No! un Ministro della Repubblica deve essere ineccepibile es la piazza lo contesta deve chiedersi perché, non andare allo scontro per nessun motivo al mondo men che meno per fini elettoralistici.

Un personaggio così, che comunque, ha fatto giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica quale servitore dell'Italia, nella sua nuova veste di Ministro deve essere sopra le parti e osservare i dettami della Costituzione più bella del mondo.

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