C'era una volta l'editoria economica,
cara a molti lettori e diverse case editrici stampavano classici,
narrativa, saggistica, attualità a prezzi accessibili. Era il tempo
in cui si credeva nella divulgazione della cultura e dei saperi
connessi alla crescita intellettuale della collettività.
I “tascabili” erano esposti anche
nelle edicole. Nelle stazioni ferroviarie, per le strade delle città,
ovunque, chi amava leggere, poteva attingere alla sapienza poetica e
narratoria degli scrittori con estrema facilità.
Le librerie avevano un fascino
particolare e l'odore dei libri esposti accoglieva gli amanti della
lettura fin dall'ingresso.
Brochure, stampe anastatiche, copie di
libri pregiati su carta patinata, in quadricromia o in bianco e nero
promettevano momenti di sublime goduria. Ovviamente non sempre si
poteva spendere molto. E chi aveva a disposizione un budget contenuto
poteva comunque deliziarsi dei piccoli piaceri e nutrirsi attingendo
dagli scaffali delle letture economiche ciò che più gradiva.
Con 10milalire portavi a casa 10 libri!
E l'intellettuale, chi amava documentarsi o chi scriveva, mostrava
una modestia genuina perché il bagaglio culturale che si era formato
nel tempo non gli serviva per glorificare o magnificare la propria
personalità, presenziare e pontificare sulla vita e sulla morte ma
era semplice appagamento interiore. E tanto bastava!
A sentire oggi qualche trombone
sfiatato, l'intellettuale è una sorta di alieno; un personaggio
astratto, lontano dalla realtà e dagli esseri viventi, miseri nella
loro materia. Ma chi dà il titolo altisonante d'intellettuale ad un
membro della società?
“Intellettuale!”. Che
parolona.
Il Treccani definisce così la
figura dell'intellettuale:
“Persona colta, che ha il gusto del
bello e dell’arte o che si dedica attivamente alla produzione
letteraria e artistica, ma anche individuo che svolge attività
lavorativa di tipo culturale o nella quale prevalenti sono la
riflessione e l’elaborazione autonoma. Al plurale, il termine
indica un gruppo o élite formato da individui di diversa classe
sociale, accomunati da una cultura o un’istruzione superiori
(accademici, artisti, giuristi, scrittori, professionisti), i quali
godono della pubblica stima e sono considerati depositari di valori
culturali universali che trascendono gli interessi particolari e i
pregiudizi partigiani.”.
Amen.