È chiaro! Secondo gli esperti non
esiste, o per lo meno è estremamente difficile che si propaghi
velocemente, un incendio per autocombustione. Ci deve essere per
forza la mano dell'uomo in un incendio di vaste proporzioni. I
piromani sfruttano gli effetti atmosferici e le condizioni climatiche
favorevoli per dare sfogo alla loro malattia spesso lubrificata dai
soldi dei committenti interessati all'area da deforestare.
Col favore delle temperature torride
diverse aree sono state distrutte.
Non indaghiamo per
cercare i colpevoli materiali degli incendi bensì per analizzare i danni provocati
all'intera collettività e, in primo luogo, alla flora e fauna che ha impiegato decenni per diventare rigogliosa e svanita nel giro di qualche ora .
Anche nel territorio catanzarese si è
verificato il fenomeno incendiario ben noto in tutte le latitudini geografiche terrestri e divulgate con dovizie di particolari dai mezzi di comunicazione di massa.
Intere aree carbonizzate. Incolte e
prive di ogni elementare manutenzione sono state oggetto di
attenzioni particolari dei malviventi, probabilmente, a causa della popolazione
faunistica annidata nel sottobosco.
E, le volpi che a differenza dei
cinghiali e dei topi, o, peggio, dei serpenti, forse perché
custodite nell'immaginario collettivo infantile, a volte viste come
infide, furbe e scaltre, altre volte coccolate simpaticamente e
amorevolmente, le volpi, tutto sommato trasmettono tenerezza nella
maggior parte di quanti ne parlano, le osservano e se ne prendono cura.
Da qualche tempo anche noi, che
abitiamo nella periferia catanzarese, abbiamo dimestichezza con
questo splendido felino.
Quasi tutte le mattine facciamo incontri ravvicinati.
Alcuni se ne prendono cura al pari del proprio gatto o cane domestico: lo accudiscono come se fosse un
animale da compagnia e lo nutrono con dei bocconcini preparati
appositamente tant'è che, abbandonata la proverbiale diffidenza,
mamma volpe e prole si lasciano avvicinare, allungano il musetto
affusolato e prendono i bocconi dalle mani del provvidenziale
animalista.
Purtroppo la favola non sempre finisce bene.
Specialmente quando le avversità ambientali poste
dal fato e la stupidità degli uomini remano contro.
Due piccoli pincher avvertono la sua presenza. Abbiano contro; la inseguono- Lei terrorizzata scappa. Cerca di sottrassi al latrare degli inseguitori. Spicca un salto. Esce dalla vegetazione e...
Stamane per una giovane volpe è finito il suo tempo:
riversa in
mezzo alla strada, in piena curva. esala l'ultimo respiro. Non è riuscita a schivare il mezzo.
L'impatto violento l'ha
scaraventata per qualche metro. La macchia di sangue lascia intendere
il punto esatto dello scontro con l'automezzo. E la carne viva
privata dal pelo, coperta da uno sciame di vespe che se ne cibano,
suggerisce la dinamica del trascinamento sull'asfalto della povera
bestiola incastrata sotto la scocca dell'automezzo.
Intanto, nel versante opposto, i fumi rilasciati dai cumuli di
legna carbonizzati testimoniano la violenza gratuita dell'uomo sulla
natura, nel ricordare alla collettività che la stupidità umana è
in agguato, trasformano l'ambiente. L'indolente, sia esso attore
principale o spettatore, non pensa al danno ambientale conseguente
alla non-azione adottata in quel preciso istante ma, di certo,
l'atteggiamento provoca una serie di azioni e reazioni, una sorta di
causa e effetto karmico.