Il degrado delle periferie ma anche dei centri abitati è il termometro delle civiltà.
Lo so, può sembrare deleterio affrontare discorsi futili in momenti difficili come quelli attuali in cui persone appartenenti a Organizzazioni umanitarie non governative che, guidati dal senso civico mettono a repentaglio la loro incolumità, e gettano familiari e conoscenti in apprensione. Ma è proprio questa mancanza di civiltà, di sensibilità civica che diseduca le menti e non aiuta la crescita delle coscienze.
E, a proposito dei sequestri, è assurdo dovere sentire l’opinione di un noto politologo che non cito perché il suo modo di analizzare i fatti è contro ogni logica del vivere civile. Questo signore, in sostanza, forse condizionato dall’impropria conoscenza dei fatti e della lingua italiana ha avuto l’ardire di sentenziare che le O.n.g., in questo caso
Emergency, intralciano i processi di pace e quando curano le vittime delle guerre, ridanno braccia e uomini da usare nelle operazioni belliche.
Assurdo! Che dovrebbe fare un medico, in questo caso? Ammazzare i feriti per evitare che la guerra continui? Oppure dovrebbero essere i governi interessati come “forze di pace”, presenti nei territori a dover studiare azioni deterrenti affinché cessino al più presto le bellicosità tra le fazioni?
Invece, pare che la fabbrica della guerra piaccia a qualcuno. Qualcuno che senz’altro trae benefici economici e politici come nelle realtà degradate delle periferie metropolitane, laddove i personaggi del sottobosco politico locale raccolgono voti attraverso la gestione dei bisogni della gente.
Cattiva politica, dunque! Che spaccia per favore personale un diritto. E in ciò, i bisogni e l’ignoranza, effetti della mancata evoluzione culturale, civile e politica dei popoli, giocano ruoli determinanti.
L’assuefazione al degrado è fisiologica specie quando è in atto una guerra tra poveri e ognuno è costretto a pensare per sé.
Ma stamattina, grazie a Dio, ho assistito a una scena che potrebbe essere di lezione, fare riflettere dirigenti politici e politologi come
Edward Luttwak:
Durante la passeggiata mattutina, a un certo punto, il mio cane si fa attento: punta le orecchie, si siede e aspetta. Da dietro i cassonetti della spazzatura sbuca una cagnetta. Si avvicina, scodinzola, si annusano. Lei tiene due pezzi di pane in bocca. Si allontana, fa una buca nel terreno, sotterra il pane e ritorna da noi.
Lascio libero il mio cane e corrono a giocare nei giardini infestati dalle erbacce.
Entrambi, nel giocare si sporcano di qualcosa di rosso. Osservo: è sangue! Qualcuno ha frantumato delle bottiglie di vetro nei giardini del quartiere per evitare la presenza dei cani…