Il sole scalda tutti. E lo Stato è il sole di tutti i cittadini. Belli, brutti, buoni o cattivi ma sempre
cittadini. Allora perché, viene da dire, sono solo in due a decidere
quale strumento applicare per le rappresentanze parlamentari future?
Renzi e Berlusconi hanno deciso
niente preferenze e sbarramenti alti che precludono,
teoricamente, l'accesso in Parlamento dei piccoli gruppi politici e
degli ipotetici fantocci nelle mani della malavita che assegna voti e
preferenze.
Renzi e Berlusconi, per motivi
differenti, sono fuori dal Parlamento ma la loro arroganza
decisionale condiziona la vita democratica del Paese.
Si diceva all'inizio: il sole scalda
tutti. Anche i delinquenti!
In una Repubblica che si rispetti i
Governatori di anime dovrebbero prestare maggiore attenzione alle
pecorelle smarrite. E per far ciò non serve l'inasprimento delle
leggi e delle pene ma l'ascolto pedagogico e la messa in campo di
strategie culturali idonee al recupero delle persone, specialmente
per quanti vivono lo Stato come nemico. Cittadini disaffezionati.
Persone che sbagliano per i motivi più disparati ma accomunati da un
unico denominatore: sostentamento da lavoro.
L'assenza di offerte lavorative, le
clientele e il nepotismo che regnano da noi generano incertezze. E
l'incertezza è un virus letale sensibile ai soldi da qualunque parte
provengano.
Le bagarre in Parlamento non lasciano
presagire niente di buono. Anzi allontanano maggiormente il popolo
dalle istituzioni.
L'ultima lite, sanguigna e
vigorosa, accompagnata da insulti, querele e schiaffoni, surrogata da scenografie degne dei mercatini rionali, ha messo in lite quanto
già si conosceva. Cioè la dinamica degli emendamenti capestro
inseriti in modifiche di leggi che non hanno niente a che fare con la
dinamica dei temi in questione.
C'è, comunque, da sottolineare la
veemenza dei cinquestelle e considerare favorevolmente il loro
fervore nell'avere denunciato all'opinione pubblica le manovre
lobbistiche di banche e assicurazioni che con questa manovra
guadagnano un sacco di soldi contro la seconda rata dell'imu
soppressa dal decreto e a rischio pagamento.
In sintesi la manovra contestata dal movimento 5 stelle consisteva nel volere stralciare dal decreto IMU la proposta
di rivalutazione delle riserve economiche della Banca d'Italia.
Rivalutazione che trasforma le vecchie riserve di capitale, fermo ai
valori del 1936, e cioè circa 156 mila euro, pari a 300 milioni di
vecchie lire, in 7,5 miliardi di euro e rimpingua le casse dei
maggiori azionisti di Bankitalia che non siamo noi cittadini ma i due
poli bancari più grandi che condizionano l'economia nazionale:
Unicredit e Intesa. E anche se circa 3,5 miliardi dei 7,5 vanno a
sopperire alla mancata rata non versata di imu, noi cittadini,
compresi i non proprietari di case, siamo più poveri di circa 4
miliardi di euro.
In estrema sintesi i fatti dicono che non c'è
discontinuità tra i governi che si sono succeduti.
È ancora valido parlare di poli?
Oppure è opportuno munirsi di più larghe presenze democratiche in
Parlamento mediante leggi elettorali appropriate?
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