mercoledì 16 settembre 2009
giovane disoccupato
Ho 35 anni. Disoccupato. Anzi no! Per essere precisi, occupazioni ne ho tante, molte, direi, solo che hanno un piccolissimo difetto: non mi fruttano un centesimo! E per rendere l’idea ecco gli impegni inderogabili di una giornata da disoccupato cronico:
Ore 6 sveglia; toilet, caffè e lettura annunci di lavoro sul web.
Ore 8, come al solito neanche un’offerta. Eppure sono laureato; ho un bell’aspetto, sono simpatico. Sono single per scelta ponderata: non ho nessuna voglia (a dire il vero, il verbo giusto è “possibilità”) di formare una famiglia: cosa potrei dare a chi si unisce a me? Come potrei fantasticare di avere la progenie. Mi dispiace per mio padre che avrebbe voluto l’erede. Mi rattrista mia madre quando dice che vorrebbe sentirsi chiamare nonna! Ma non posso farci nulla…
Ore 8 e trenta, in fila all’ufficio postale per ritirare la pensione di papà; mamma ancora è una precaria della scuola pubblica anche se laureata e vincitrice di concorso in riserva perché gli esclusi furono ammessi dal TAR e quest’anno non sa se sarà chiamata dal suo dirigente scolastico perché non ci hanno capito un cazzo della legge Gelmini.
Ore 11, dall’ufficio postale (certamente non tutti i giorni, magari potessi andarci a riscuotere pensioni o vaglia!) al supermercato per confrontare le offerte e comunicarle a mamma.
12 e 45 aggiustare la tavola e mettere l’acqua sul gas.
Ore 14 Tg regionale e a seguire il nazionale tanto per rincarare la dose di masochistica fiducia nell'imminente futuro che la società riserva a noi giovani vecchi.
Tralascio il resto. Non voglio annoiare nessuno con la lista dei miei impegni non retribuiti a parte che amo la buona lettura e non posso farne a meno.
Però, l’altro giorno un amico mi lasciò letteralmente senza parole: e se quelli che sono tacciati di faccendieri privi di scrupoli che dirottano i fondi pubblici fossero dei benefattori? Disse d’un fiato.
Come benefattori?! Risposi. Bèh, fai conto che investono i soldi non nei progetti che hanno presentato ma in altre attività che magari procurano lavoro a tantissimi giovani. Chessò tipo i call center oppure i centri commerciali… tu a questi li condanneresti? Machiavelli diceva che il fine giustifica i mezzi.
Veramente io non ho incontrato nessuno che mi abbia offerto un posto di lavoro qualsiasi né tantomeno ho mai condiviso il pensiero di Machiavelli. Però … ma è solo fantaumanità la tua. Vuoi giustificare le azioni degli uomini e sperare a tutti i costi che ci sia del buono anche nei disonesti…
L’unica cosa certa è che io campo grazie ai miei genitori e quando non ci saranno più? Chi si preoccuperà di me… basterà il compenso del lavoro atipico, i pochi euro guadagnati dal pierragio o dalla distribuzione dei coupon pubblicitari?
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