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lunedì 8 giugno 2015

Catanzaro, la città di ...

Marilyn s'affaccia e sorride incurante dei passanti e del vento che soffia tra le chiome frondose della macchia mediterranea cresciuta indisciplinatamente alla fine del viadotto Morandi e sui declivi del burrone dove scorre la fiumarella.
Catanzaro, la città di Mimmo Rotella
Benvenuti a Catanzaro la città di Mimmo Rotella. C'è scritto affianco alla gigantografia che riproduce un noto decollage che da qualche tempo sta lì, all'ingresso della città in cui nacque per caso l'artista dei manifesti strappati e riproposti nella giusta considerazione alla storia dell'arte dall'acuto Pierre Restany, teorico del nuovo realismo.

venerdì 20 settembre 2013

Contro l'Apartheid della sottocultura

courtesy Mario Iannino©
courtesy archivio m. iannino

Contro il mercato delle clientele. 

La parola agli Artisti ignorati dalla critica di regime


La storia si ripete.
Oggi come ieri chi è riuscito a ritagliarsi un piccolo centro di potere lo difende con unghie e denti. L'instabilità economica condiziona ed a poco valgono le belle parole e le citazioni delle vite di santi poeti e artisti.

Chi ha raggiunto uno status, uno qualsiasi per il quale si è lottato magari contro sani principi pur di raggiungerlo, non credo tenga nella dovuta considerazione il motto di Marcel Reich Ranicki, scomparso di recente, eminenza grigia del mondo letterario tedesco che, nonostante il potere raggiunto (bastava una sua parola per consacrare, elevare o annullare uno scrittore), continuava a ripetere “Il primo dovere di un critico è la verità”.

La verità!

Una “verità” che pare faccia il paio inesorabilmente col potere economico delle lobby che non guardano al reale valore culturale delle “Cose” immesse sul mercato ma, fatte salve alcune regole elementari di “buon gusto e destrezza”, lasciano partire la macchina mediatica osannante al nuovo evento del genio in scuderia.

Attenzione!, non è un male demoniaco commerciare in opere d'arte, siano esse di letteratura pittura e altro.
È male l'imbroglio, lo spacciare per opere altamente culturali robaccia che di sublime ha solo, quando c'è, la manifattura. Una manifattura surrogata da valenti correttori di bozze o, nel caso dell'arte visiva, a conseguenziale esperienza di lavoro e tecniche applicate negli anni.

Personalmente ho conosciuto mondi incontaminati. Entità allo stato puro che facevano e fanno della creatività un gioco sublime di pensiero e, all'occorrenza, tecnica ma che sono (volutamente?) ignorati persino dalle mezze tacche locali, messe a governare il sottobosco della cultura paesana.

E nell'era di internet, coi socialnetwork che trasbordano di tutto, è una falsità asserire di non conoscere o sapere dell'esistenza di qualche valente artista che opera sul territorio da oltre 40 anni o giù di lì.

Ma, come già detto, non sono questi i parametri di chi, ciclicamente, a selezioni avvenute, con i criteri anzidetti emana comunicati stampa a seguito di cerimoniose riunioni: il critico tal dei tali ha organizzato un evento straordinario che porterà ricchezza e lustro alla nostra regione perché coadiuvato dal gallerista curatore museale esperto prof. Pincopallino.

Non si può più tacere!, è inaccettabile presentare minestre riscaldate! chi vuole crescere intellettualmente e fa della cultura religione, motivo di studi e vita non può accettare il giogo dei servi della cattiva politica che invadono, spocchiosi, il campo della cultura.

lunedì 18 settembre 2023

Un uomo, un'idea, tante storie

Si è spento. Il fine vita è un dato certo! Non è più tra noi ma le azioni di Guido Rhodio continuano a farne percepire il suo passaggio terreno. La sua presenza vive nelle decisioni politiche e nelle azioni culturali che lo hanno visto impegnato attivamente negli anni che ha vissuto da insegnante, politico e attento uomo di cultura.

Avrebbe compiuto 88 anni il 17 settembre, una manciata di giorni dopo la sua dipartita da un corpo ormai sofferente.

"è meglio avere vissuto un avvenimento importante, conosciuto persone, crescere col e nel confronto dialettico e poi perdersi di vista per cause inspiegabili oppure non avere vissuto affatto l'evento, l'incontro e di conseguenza gli insegnamenti derivati dalla nuova parentesi esperienziale temporanea?"

Quando si parla di "esperienze di vita" alcuni incontri diventano insegnamenti indelebili. Punti fermi che, non palesati e sbandierati trionfalmente come si confà all'umile allievo proteso a trarre tesoro dagli insegnamenti e dal pensiero del Maestro, arricchiscono e formano quanti incrociano i sentieri luminosi offerti dall'esistenza.

Ero passato per salutarlo qualche tempo addietro. Lui, sempre affabile, mi accolse in vestaglia nella sua casa di Squillace. E, nel salottino, mi disse: siediti da questa parte ché da quest'orecchio non sento bene.

"Con l'età i sensi non rispondono come vorresti, la vista è calata e non riesco a leggere...".

Parlammo a lungo. lo scroscio dell'acqua associato al tintinnio delle ceramiche provenienti dalla cucina lasciavano intuire l'attività domestica a ridosso del mezzodì.

Le nostre strade s'incrociarono negli anni '80. In quei tempi ero un giovane pittore convinto del ruolo altamente sociale della Politica e della Cultura e quindi della pittura nei campi dei saperi. Ritenevo e ritengo i saperi esperienziali strumenti inalienabili essenziali per la crescita dei singoli. 

La cultura, l'arte deve tendere principalmente a migliorare le coscienze e indirizzare donne e uomini a volare alto negli immensi campi della bellezza incontaminata del pensiero puro. A tal proposito è preferibile l'interlocuzione, parafrasando la favola di Collodi, con Pinocchio burattino o bambino?


per certi aspetti preferisco il burattino Pinocchio per la sua ingenuità e per la fiducia con cui affrontava il mondo, quel burattino ancora da plasmare, inadatto ad affrontare le insidie del mondo e che ingenuamente affidava agli scaltri truffaldini i pochi denari per farli fruttare col pensiero rivolto a Papà Geppetto e alle vicissitudini che avrebbero dovuto completare la sua "formazione!".

E' passato dell'atro tempo ma i contatti non si sono mai interrotti.


mercoledì 1 giugno 2011

accoglienza in Calabria, tenuta calivello

Le grandi occasioni creano sempre emozioni discordanti, vuoi perché costretti a orari e etichette particolari che certamente non sono osservati nella quotidianità ma anche per i fattori insiti della cerimonia in questione.
Matrimoni, comunioni, cresime, battesimi, compleanni, dottorati, congressi, se non saputi organizzare si trasformano in momenti di torture per gli ospiti perché spesso manca la cultura dell’accoglienza anche laddove si pensa, vista la location, che ci sia.
L’accoglienza e il menù sono i cavalli vincenti dei siti di ristoro e accoglienza aperti al pubblico, siano essi resort, B&B, spa, alberghi o semplici trattorie.
Certo, a nessuno piace aspettare nel parcheggio col sole che cala a picco davanti ai cancelli chiusi di un noto complesso turistico sol perché in anticipo rispetto l’ora prestabilita. E neanche pranzare con il rumore della musica e il brusio dei commensali costretti a gareggiare con la voce della band.
Per questi motivi gl’inviti a eventi grandiosi come matrimoni e simili mettono ansia in chi li programma e angoscia negli ospiti.

Finalmente, ecco che l'acume di una perspicace cerimoniera conduce i suoi ospiti, e io tra loro, in un posticino dove tutte queste anomalie sono state debellate grazie al garbo e alla cultura della titolare: Giovanna. Una donna fine e sensibile da sembrare fuori tempo in virtù della sua cultura in netto contrasto con il modello dominante degli avventurieri dell’imprenditoria operanti nei settori dell’accoglienza.
È un posticino appena fuori di Catanzaro, subito dopo la galleria del Sansinato, immerso nel verde e domina l’ingresso della città capoluogo di regione.
Gli arredi, suggerii dal gusto e dalla sensibilità della padrona di casa mettono subito a proprio agio gli ospiti, che, liberi di passeggiare nel verde ben curato o sorseggiare un drink seduti sui vimini dei gazebo, attendono in completo relax il banchetto o si attardano dopo nell’attesa di un buon caffè.
Finalmente un posto davvero accogliente che fa onore alle bellezze della Calabria.

Nella brossura si legge:

La Tenuta Calivello, appena fuori Catanzaro, con il suo antico casale posto al centro della proprietà della famiglia Mazza-Sanseverino, rappresenta una sorpresa inaspettata che emerge tra gli ulivi e gli alberi da frutto, dominando la vallata circostante e scoprendo alla vista un panorama insolito e suggestivo.

Ancor di più lascia senza fiato l'incantevole raffinatezza del casale, recentemente restaurato, con la sua intensa ed insolita bellezza, con le sue linee forti ed essenziali, guardiano silenzioso di una storia senza tempo.

La baronessa Mazza, padrona di casa, insieme ai suoi figli Francesca, Giovanna e Carlo ha fortemente voluto il restauro di questo incantevole luogo.

Nel rispetto dello stile dell'antica struttura si è ridato vita a quanto di caratteristico era rimasto. Ciò che invece mancava è stato sapientemente scelto tra oggetti di antiquariato risalenti al periodo della struttura.

Grazie a questi accorgimenti, entrando oggi all'interno di questo casale si ha la sensazione di fare un balzo indietro nel tempo.

Ed è vero!

sabato 25 gennaio 2014

Politica e mercato dell'arte stesso modus operandi

Nonostante le pendenze giuridiche Berlusconi è in crescita. Lo dicono i sondaggi. E la sinistra è in calo. Come mai?

E mentre un tempo, forse, non sarebbe andata così perché le ideologie delineavano le aree politiche e condizionavano gli interventi; oggi sembra essere davanti a uno spartiacque sociale ben definito da tutt'altra natura.
Non destra o sinistra ma qualcosa di macchinoso privo di confini ideologici che affonda le radici tra Stato e antistato che pesca nei malumori popolari dei campi opposti.

La nuova area collocata a sinistra agita lo spauracchio della destra autoritaria acchiappa tutto e indica il male nel suo esponente maggiore: Berlusconi dimenticando che Berlusconi è il risultato delle politiche passate fatte di inciuci e accordi discutibili.

Berlusconi è il lupo cattivo che soccorre le mamme quando i bambini fanno i capricci. Quelle mamme che stanno a trastullarsi davanti agli specchi e tra i fanghi delle spa. (metafora).

Anche nel campo della cultura le cose non stanno più come prima.
I gestori di fondi speculativi investono nel mercato dell'arte somme da capogiro e portano alle stelle opere di artisti incanalati mentre affossano altri.

Per gli speculatori non è importante il dato “artistico” la cultura, il tempo racchiuso dall'espressione gestuale.

Gli speculatori investono i fondi recintati (hedge fund) nelle opere d'arte dopo aver ampiamente dettato legge nel mondo della finanza e della Corporate America; puntano a diventare l’ago della bilancia dell’industria dell’arte, attraverso operazioni al limite dello spericolato e avvalendosi di consulenti super pagati.

È una sorta di mecenatismo moderno a scopo speculativo, talvolta ispirato alla soddisfazione personale, ma che sta cambiando di fatto le regole di fare business nel settore dell'arte dominato sino ad oggi soprattutto da persone del mondo della cultura, case d’asta e gallerie di ogni genere.

Modus operandi che ha estimatori ed è adottato anche dal mondo della politica.

I tempi sono cambiati!


giovedì 5 novembre 2009

da J. Christo a M. Iannino


©mario iannino

Alla maniera di Christo


Chi o quanti, tra adulti e bambini, sono rimasti turbati, shoccati, traumatizzati da perdere il sonno alla visione di un crocefisso? Quanti sono diventati serial killer? Stupratori, ladri, imbroglioni, mistificatori, despoti…
Bèh, se il risultato della visione di un simbolo che ricorda la pena di morte data dagli ebrei a ladri e malviventi d’Israele più di duemila anni addietro, e che, per i devoti, oggi, accorpa in sé concetti d’amore e di perdono incondizionato a quanti lo hanno insultato, deriso, mortificato e ucciso è così catastrofico per la delicata psiche di certa gente, allora è bene che questa gente così sensibile da intentare causa allo Stato Italiano eviti musei, chiese, luoghi di culto e monumenti; stia lontana dalle deleterie opere d’arte che hanno segnato e che continuano a segnare i percorsi dell’umanità! In poche parole: non devono vivere in Italia. Perché l’Italia è un enorme museo all’aperto e certa gente potrebbe farsi male per troppa, eccessiva cultura!
Le persone realmente sensibili penetrano il dato meramente visibile delle cose; sondano i molteplici aspetti racchiusi nel simbolo cristiano senza soffermarsi all’aspetto esteriore: vanno oltre al proprio naso. E ciò vale in tutti i campi dello scibile umano.

In arte, un singolare signore di nome Christo, all’inizio degli anni sessanta occulta pezzi di arredi urbani, ma non per questo i palazzi impacchettati cessano di esistere. Tutt’altro! L’impacchettamento dei maestosi monumenti suscita curiosità in quanti davano per scontato ruolo e esistenza dell’oggetto occultato.
Lo scossone visivo sembra destare interesse nell’opinione pubblica; sia se creato dall’uomo o dalla natura. Concettuale perché veicolato dall’uomo o evento naturale, il fare destabilizzante dei fatti condiziona le menti e rivitalizza l’ovvio.
Uno scossone analogo lo ha provocato nelle coscienze Cristiane la sentenza della Corte europea di Strasburgo nel definire coercitiva l’esposizione pubblica del Simbolo Cristiano: il Crocefisso.
La reazione di fedeli e laici alla sentenza è giustificata se si pensa alla cultura e alla tradizione cristiana che ha accompagnato generazioni intere di italiani.

Christo Vladimirov Javacheff, nel suo manifesto artistico asserisce: “Gli impacchettamenti? Nessuno può comprare queste opere, nessuno può possederle, nessuno può commercializzarle, nessuno può vendere dei biglietti per vederle. Il nostro lavoro parla di libertà”.

Ecco, in sintesi, spiegata, direttamente dall’artista, l’intenzionalità del suo operare. E nel segno della libertà, noi Italiani, che subiamo un verdetto poco chiaro, pur coscienti che il Simbolo in sé non determina in tutti la credenza della pienezza di Fede nel Salvatore Gesù, riteniamo che non sia affatto coercitivo per i credenti di altre dottrine religiose la sua esposizione nelle aule scolastiche.
D'altronde, l’uomo nel suo peregrinare incontra una miriade di persone, ognuno con credenze e usi differenti, si confronta con molteplici etnie e da queste esperienze nasce la cultura cosmica.
Nel campo dell’arte, ciò è avvenuto in parte. Assistiamo spesso alla commistione linguistica che trova il suo fluire spontaneo nel linguaggio visivo universale. Simboli, gesti, grafie primordiali o evolute, diventano lessici istintivi che accomunano razze e idee, seguono il peregrinare umano senza legarsi alla terra natia come nel caso di J. Christo. Ma anche il nostro Gesù, ebreo di nascita, misconosciuto come Messia dalla sua gente, diviene il tassello principe di una Chiesa che ha sede a Roma e proseliti in tutto il mondo.
L’amore per il prossimo, il rispetto della natura, l’esigenza di libertà sono elementi imprescindibili per l’evoluzione interiore. Religiosi, intellettuali e artisti puri né sono coscienti! Perciò operano al di fuori degli egoismi personali o di bandiera.
Passione, follia ingenua, teorie, queste, che trovano riscontro solo nella religione e nell’arte.

Quindi, lontano dall’essere blasfemo o irriverente, tanto per citare il pensiero cattolico secentesco, l’uomo, per capire appieno il creato deve osservare la natura, scoprire le leggi che governano l’universo e adoperarle saggiamente. Gli artisti in generale e Christo nel particolare, credo l’abbiano capito d’istinto; ora, per comprendere appieno l’uomo e l’artista, ripercorriamo alcuni momenti salienti della sua vita, in quanto, quella di Gesù Cristo è nota al mondo intero:
Christo Vladimirov Javacheff nasce nel 1935 a Gabrovo in Bulgaria; compie i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Sofia e nel 1958 si trasferisce a Parigi dove incontra Jeanne - Claude de Guillebon, sua coetanea. Si sposano e decidono di lavorare insieme. Nel ’61 allestiscono la loro prima “personale”. Nello stesso anno creano degli “impacchettamenti” sul porto di Cologne. L’anno seguente, protestano contro il muro di Berlino e in rue Visconti a Parigi organizzano un assemblaggio di grandissime dimensioni con barili d’olio e benzina impilati gli uni sugli altri. Iniziano così numerose proposte, realizzazioni di progetti di impacchettamenti poetici, giganteschi, attraverso i quali vogliono veicolare l’effimero come dimensione estetica e accompagnare l’osservatore distratto verso nuove visioni. Lo spazio antistante non si presenta agli occhi come nella consuetudine giornaliera: è occultato da enormi teli che, adagiati e legati su monumenti, costruzioni o distese incontaminate ne seguono forme e contorni.
La coppia si trasferisce a New York, dove vive e lavora tuttora, nel ’64, e prende la nazionalità americana.
Christo e Jeanne si appropriano degli spazi, drappeggiano, ritagliano, colorano monumenti e paesaggi, restituendo ai luoghi, urbani rurali o marini, una dimensione scultorea assolutamente nuova (Valley Curtain, Running Fence, Surrounded Islands, Biscayne Bay, Pont-Neuf a Parigi, il Reichstag a Berlino ecc…).
Christo e Jeanne-Claude, realizzano gl’interventi sul territorio con i propri mezzi; creano i disegni preparatori che sfociano in varie opere grafiche come litografie e serigrafie, collages, modellini e film la cui vendita serve a finanziare la realizzazione dell’opera vera e propria. “The Gates”, l’ultima loro realizzazione, è presentata a New York all’inizio del 2005. Si tratta di un percorso lungo circa 37 km attraverso Central Park, punteggiato di 7500 portici rivestiti di tende color arancio-zafferano. La loro performance, dal titolo “Sopra il fiume Arkansas”, li vede presenti nel Colorado per l’ennesimo intervento non distruttivo o asservito all’esigenza dell’uomo ma, empatico; vale a dire: azione equivalente al fenomeno di comunione con la natura.

Anche Mario Iannino cela evidenzia e lascia intravedere nuove poetiche. I suoi occultamenti sono, all’occorrenza blandi e inconsistenti, oppure spessi, densi di materia e colore; il velo che separa il “sotto” dal “sopra” dell’opera diventa filtro protettivo di fatti accaduti o che potrebbero accadere. Mentre, le lacerazioni, gli squarci, gl’impasti materici enfatizzano il percorso plastico; rendono lo spazio d’intervento discorsivo e accattivante sotto l’aspetto formale e analitico dei lavori.
Analisi, sviluppate secondo un personalissimo linguaggio visivo, frutto di un trentennio artistico trascorso in solitudine che l’ha portato a valutare in autonomia i percorsi artistici più consoni al proprio sentire. Le sue opere, caratterizzate dal bianco finale che diventa corazza catartica, sono il risultato serio di uno studioso che, in tutta umiltà, scandaglia i linguaggi dell’anima.

venerdì 15 luglio 2016

Calabria immobile tra piaggerie e migrazioni mentali

Mi è capitata tra le mani l'ennesima pubblicazione fatta con fondi pubblici destinati alla valorizzazione della cultura. Stampata in una delle case editrici calabresi e curata dai soliti noti che hanno conquistato l'egemonia nel campo della cultura locale, del turismo e quant'altro ruota attorno al carrozzone mediatico che avrebbe il compito di divulgare e fare decollare le eccellenze della Calabria compreso donne e uomini che si impegnano nei vari campi della cultura, dello spettacolo e del turismo.

courtesy M° Mario Iannino "emergenze"

giovedì 20 dicembre 2012

il fascino dei soldi ammalia tutti tranne...

Amedeo Modigliani

La cupidigia dei parassiti, attaccati al corpo vivo della cultura, ammazza gli Artisti e la loro poetica visionaria sempre, prima durante e dopo il successo.

Nella tarda serata di ieri mi è stato chiesto di leggere e commentare l'articolo che vede implicati in un losco affare un noto mercante d'arte e un più noto “esperto” d'arte che in virtù delle sue qualità di conoscitore e estimatore dell'arte del primo 900 ha retto nelle vesti di presidente gli “Archivi legali di Amedeo Modigliani”.

Mentre leggevo la turpe vicenda che vede implicati il mercante Matteo Vignapiano e il “fine acculturato intellettuale” Christian Gregori Parisot, la vita di Modì mi è passata davanti come se fosse un film. Ho visto la sua vita dissoluta da ubriacone bohémien che gli ha attaccato addosso l'etichetta di pittore maledetto. Ho vissuto insieme a lui le cocenti delusioni inflitte dalla critica miope e dalla cultura visiva pilotata e confinata nelle quattro pennellate gradite al mondo accademico e pennivendolo a lui coevo. Ho ripercorso le vicende di critici e mercanti che hanno coccolato la bruciante insulsaggine di certi artigiani del pennello e tenuto fuori dai giochi culturali i veri artisti. Personaggi ambigui, sempre pronti a schierarsi contro i pionieri della ricerca segnica intesa e vissuta come missione.
Passioni che conferiscono agli artisti veri, quelli che sentono dentro la certezza di offrire col proprio lavoro un servizio alla cultura e quindi alla società, la forza di proseguire nonostante le avversità sprigionate dalla grettezza di certa nomenclatura. Ho letto l'amarezza negli occhi neri di Modì per un mondo costruito a misura dei lestofanti che della poetica non sanno che farsene e avversano le spregiudicate forme linguistice fuori dal comune senso estetico perché non tesaurizzano nell'immediatezza gli sforzi.

domenica 5 settembre 2010

Infibulazione e culture alternative

ma che politica e cultura, sono solo canzonette


Infibulazione, pene corporali con pseudo fini educativi, impiccagione, sedia elettrica e pena di morte in generale, sono concetti lontanissimi dalla cultura laica e cristiana.

Ragionevolmente ci indigna “garantire l’integrità sessuale” della donna attraverso pratiche assurde come raschiare le grandi labbra per formare una sorta di cintura di castità “naturale” lasciando solo un piccolo orifizio per urinare.

È impensabile per dei genitori cresciuti in stati democratici praticare l’infibulazione alla propria figlioletta o basare i rapporti sociali su rigidi, quanto violenti canoni educativi, anche se, ancora, si sente qualcuno dire che “mazze e panelli fanno i figli belli”, in realtà in nessuna famiglia si adotta la linea dura. L’emancipazione culturale suggerisce il dialogo, la comprensione e l’estrinsecazione spontanea di pensieri e bisogni, solidarietà e confronto leale nei rapporti sociali.

Unico attributo subdolo che condiziona i rapporti umani nelle realtà, cosiddette, evolute, è il tarlo della dipendenza psicologica, alimentato e deliberatamente attuato da insospettabili soggetti a capo d’importanti schieramenti. Signori che gestiscono poteri. Gente nota, legata da vincoli affaristici, che garantisce il bene e il male in seno alla società. Personaggi che giocano con i destini dei deboli e che non tentennano un attimo a infliggere pesanti sanzioni a chi sgarra, teorema, che, tradotto nei termini dell’antistato, significa, anche, eliminazione fisica, attentato, lupara bianca, stragi. Allora? Qual è la differenza tra la cultura “evoluta” europeista e quella sottomessa alle leggi fondamentaliste? Perché fa tanto scalpore la vicenda di Sakineh, la politica di Sarkozy contro gli Zingari, le intolleranze razziali nostrane e non si ha il coraggio di esternare onestamente quanto non va nei rapporti spiccioli in seno alla famiglia, nella scuola, insomma, nella società e nella classe dirigente? Siamo narcotizzati? O siamo tutti annichiliti dalle strategie delle vecchie faine della gestione politica, per cui, riteniamo opportuno indirizzare gli sguardi altrove piuttosto che iniziare a risolvere quelli vicini a noi così da poterli garantire scientemente agli altri?

lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo corso politico in Grecia e Calabria

Tsipras vince in Grecia e Mario Oliverio presenta la mini giunta in Calabria.


Maria Carmela Lanzetta, neo assessore alla cultura

Syriza, il partito di Tsipras, per poco non raggiunge il massimo dei consensi e per governare il cambiamento,
Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo.

in sintesi:
Nei piani di Tsipras c'è il ripristino dello stato sociale dei greci, quindi, tredicesima mensilità, pensioni, lavoro e rinegoziazione del debito che la Grecia ha contratto con l'Europa.

Che l'austerità sia un cancro è cosa certa. Ma con quali argomenti e quali forze Tsipras farà retrocedere o ragionare la troika? Andrà via dalla zona euro? Chiederà dilazioni a più lungo termine?

Per adesso ha vinto le elezioni. Ora c'è solo da aspettare per capire meglio la sua strategia e vedere se riuscirà a non rispettare gli accordi fatti dai suoi connazionali o più verosimilmente farne di nuovi e a miglior favore per la tenuta sociale della Grecia.

In Calabria Mario Oliverio ha spiazzato tutti col suo mini esecutivo: Lanzetta, Guccione, Ciconte, DeGaetano.

Le polemiche non mancano tra le pagine dei quotidiani che rimbalzano sui social network.

Si dice che per Lanzetta sia una retrocessione, come se giocassimo in un campionato di calcio virtuale e non fossimo chiamati a prestare, ognuno per quel che ci compete, la passione, le esperienze e la cultura al servizio della comunità.

Saltando piè pari le polemiche su Ciconte e guccione, l'interrogativo maggiore lo pone la nomina di De Gaetano. Stando a quanto scrivono i giornalisti, pare che Oliverio stesso non l'abbia voluto nella competizione politica regionale perché presente in seno al consiglio regionale per ben due volte e questo non giovava al cambiamento innovativo che si vuole apportare in regione. (ma spesso l'esperienza fa la differenza,  questo è il motivo che spinge Oliverio a investirlo assessore?)

Ma c'è anche chi cala il carico pesante sul tavolo da gioco e rispolvera il caso dei santini, moltissimi, con l'effige di De Gaetano trovati dagli inquirenti nella casa di uno 'ndranghetista del reggino alle elezioni regionali del 2010. Lasciando intendere il voto di scambio.

Ma, non potrebbe essere il contrario? Cioè una mossa per tagliarlo fuori dai giochi?

E poi, sulla retrocessione da Ministro ad Assessore regionale della Cultura della dottoressa Carmela Lanzetta non sono per niente d'accordo!
Maria Carmela Lanzetta ha dimostrato sensibilità e amore per la sua terra! È stata, per ultimo in ordine di tempo, presente e attenta nella questione cementificazione a Capo Colonna, senza dimenticare il suo impegno civico puntuale di quando, sindaco di Monasterace e per il quale fu presa di mira dalla 'ndrangheta, si procurò l'appellativo di sindachessa antimafia (per altro, lasciata sola ad affrontare il dramma politico e familiare capitatole nell'espletare le sue funzioni di donna impegnata nella gestione di un territorio difficile).


venerdì 11 novembre 2022

I bronzi di Riace ambasciatori della classicità greca

 


È risaputo: la pubblicità è l'anima del commercio!

Se si vuole veicolare un messaggio qualsiasi oltre i confini geografici e mentali è necessario stimolare la curiosità dei potenziali fruitori. Partendo da questo presupposto nasce l'idea di potenziare il messaggio inerente i Bronzi di Riace venuto alla ribalta dalle esternazioni del sottosegretario Sgarbi.

Anzitutto è obbligo una domanda: perché Vittorio Sgarbi riprende una annosa questione quale quella di mandare in giro per il mondo i rarissimi manufatti risalenti alla scuola dell'arte statuaria dell'antica Grecia?

mercoledì 29 gennaio 2020

Tra ieri e oggi, appunti del pensiero positivo

Quando si dice la storia.


Il ricordo e lo studio della civiltà e quindi la cultura determinata dai saperi predominanti generano mostri o persone salvifiche.

Dipende da come s'intende indirizzare il “libero arbitrio”.

Alcuni passaggi sono inevitabili. Nelle scuole come nella vita, buoni e cattivi maestri affiancano e guidano tratti importanti delle giovani menti ansiose di apprendere e impossessarsi delle cose terrene ma anche quelle più squisitamente “astratte” come potrebbero sembrare la filosofia e il libero pensiero non necessariamente ancorato a dottrine o elucubrazioni che si avvalgono della “scienza” dei maestri à penser antichi e moderni.

Il cammino dell'umanità è costellato di storie e pensieri divenuti dottrine.
Alcune dottrine sono assurte a scienza, manipolate, si direbbe geneticamente, per adescare adepti bisognosi di essere branco, altre sono rimaste inalterate nel tempo e fungono da fari collettivi per il pensiero positivo svincolato dalla materia.

Marx, Hegel, Bakunin ma anche scrittori definiti meno “impegnati”, più leggeri per quanto attiene ai concetti altisonanti del pensiero, che hanno segnato i tempi con scritti pregni di umanità; tensioni emotive molto terrene e che in alcune narrazioni sembra quasi di sentirne l'odore, il pathos delle anime e dei luoghi narrate nelle pagine vergini d'inchiostro.

No! non vuole essere un rimpianto o un elogio nostalgico a quanto è scritto e testimoniato negli annali.
L'analisi nasce dalla considerazione ultima che sta avvenendo nella società globale contemporanea.

Una realtà che impone dazi e prebende alla cultura dell'attesa creativa. Segna e sottomette il piacere dell'attesa in quanto tale.

Quel piacere fatto di sfumature infinite, da attese disattese, costellato dal dubbio. Sorretto dalla empatia che rende possibile ogni finale di cronaca.

Empatia possibilista che giustifica o accetta se pur criticamente anche i festeggiamenti impropri di vittorie plausibili agli occhi dei più.

La storia degli uomini è scritta dagli uomini per gli uomini!

E ciò che vale in un dato momento storico può essere deleterio in un altro momento.
L'eroe o l'antieroe sono personaggi che ancora oggi stentano a lasciare il passo alla non belligeranza. A piegarsi laicamente al pensiero disarmante ma vincente della logica non violenta; dell'accoglienza inclusiva, dell'ascolto e del superamento “insieme”, con l'altro di tutto ciò che angoscia.

Gesù, Maometto, Mao, Gandhi, Barabba, e persino Giuda il traditore, hanno un filo conduttore comune che li unisce concettualmente secondo una visione laica del loro essere stati attori principali se pur in diversi momenti storici dai nostri: amano l'amore terreno ma lasciano intravvedere nelle loro debolezze spiragli del divino attraverso pensieri e azioni che sembrano immutabili.

Il pensiero dominante in politica è, invece, in continua evoluzione.

Gli schieramenti, non più partiti nel senso storico del termine in quanto non si rifanno al pensiero socialista o marxisita, leninista o maoista, o a quello cristiano-democratico che ha visto una formazione legata ai principi della chiesa sorto nel '42 in cui ha militato e fatto la storia De Gasperi, Andreotti, Moro, e neanche al partito repubblicano di La Malfa o di altri partigiani provenienti dal partito d'azione. Non ci sono più, in sintesi, antifascisti o fascisti, sinistra o destra come conosciuti fin ora. E tramandati dalla storia.

Oggi sorgono movimenti spontanei.

Le sardine, ultimi in ordine di tempo, sembrano essere persone di tutte le età che scendono in piazza per arginare l'avanzata dei barbari del pensiero positivo.

Sardine che nuotano insieme ognuno col proprio bagaglio culturale accomunate dalla volontà di non soccombere alle urla cattive e ignoranti.
Dicono basta alla globalizzazione e all'amplificazione delle paure. Si schierano contro gli stupidi e servili venditori di gadget, dicono no alla cattiva politica che fa notizia e invade i social.

Tentano, e in Emilia Romagna ci sono riusciti, a scardinare demagogie, egoismi e merda mediatica postata con selfie e arroganti frasi disgreganti, suscitando, col loro sorriso disarmante, reazioni contrari che non demonizzano ma includono e propongono solidarietà e coesione.

Sbaglio?

Perché in Calabria non è stato possibile percorrere una strada simile? L'analisi la lascio a chi, per esperienza o cultura e, si fregia del titolo di “intellettuale”, è classe dirigente.

sabato 16 giugno 2012

la Cultura fuori dal decreto crescita di Monti

Anche per il governo Monti la cultura non produce soldi e non paga debiti.

Lo si evince dal maxidecreto appena varato che mira a rilanciare l'economia italiana, quella reale dei numeri e non l'aleatoria della cultura e dell'arte che, oltre a rimpinguare le finanze disastrate, nutre anche la mente e fa crescere le coscienze se opportunamente gestita.

Nelle intenzioni del governo le misure del decreto dovrebbero attivare 70-80 miliardi di investimenti, incrementare il Pil per favorire i mercati finanziari e magari far calare tassi e spread.

All’Assemblea dei giovani di Confindustria, la settimana scorsa, Passera aveva detto che per rilanciare la crescita non serviva «l’ideona»: e infatti il decreto, con i suoi 61 articoli, è fatto di una serie di misure che insistono sulle solite azioni della politica.
Le misure interessano i settori tradizionalmente trainanti come edilizia e costruzioni ma guardano anche l'innovazione digitale e la green economy.

Secondo il premier Mario Monti si tratta di un pacchetto «organico e robusto». Mentre per Passera è ricco di «riforme strutturali di lungo periodo», che va incontro alla aspettative del direttore della Bundesbank Jens Weidmann.
I 70-80 miliardi che verrebbero «mobilitati» sono in minima parte soldi pubblici.

La scommessa di Passera è che le misure inducano i privati a investire, innescando un progressivo circuito di fiducia. E, con l’aumento al 50% delle deduzioni per le ristrutturazioni edilizie, riuscire ad indurre le famiglie a spendere i risparmi per migliorare quello che è l’investimento più sicuro, cioè la propria abitazione. (e qua, scusate, mi scappa da ridere, viste le tantissime tasse che gravano sulla casa)

ma vediamo, in sintesi alcune delle norme varate

ristrutturazioni:
Passa dal 36% al 50% la quota di detrazione Irpef per le ristrutturazioni fino a 96.000 euro e fino al 30 giugno 2013.

credito d'imposta:
Arriva il credito d’imposta del 35%, con un limite massimo pari a 200 mila euro annui ad impresa per l’assunzione di personale qualificato.

I Comuni potranno utilizzare i crediti d’imposta per la realizzazione di opere infrastrutturali necessarie per migliorare i servizi pubblici.

Giovani e green economy:
Finanziamenti agevolati alle aziende che investono in progetti di «green economy» e che assumono a tempo indeterminato under 35 e giovani laureati.

Project bond:
Arrivano le obbligazioni da parte delle società di progetto sul modello europeo. I project bond saranno «appetibili per gli investitori» per realizzare nuove infrastrutture. Aliquota al 12,5%.

fondo imprese:
Viene costituito un Fondo per la crescita sostenibile con un budget di 2 miliardi.

Liberalizzazione, srl per tutti
La srl semplificata per gli under 35, viene estesa dal decreto sviluppo a tutti ma con paletti sul capitale.

Imu edilizia:
Per le imprese edili sarebbe al momento saltata la norma per escludere per tre anni dall’Imu, gli immobili invenduti. L’intervento era previsto nella bozza del provvedimento arrivata in cdm. Resta la compensazione Iva.

Aziende in crisi:
Le aziende colpite dalla crisi, ma che hanno comunque prospettive di ripresa, non saranno obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere direttamente al concordato preventivo.

Banco alimentare:
Viene istituito all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura un fondo per il finanziamento dei programmi di distribuzione di derrate alimentari ai poveri.

Proroga sistri:
Si proroga al 31 dicembre 2013 il termine per l’entrata in vigore del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri).

Piano città
Per l’attuazione arriva una cabina di regia.

Taxi:
Viene prorogato a fine anno il decreto per impedire l’esercizio abusivo del servizio taxi.

Tracciabilità sussidi e compensi:
Andranno sul web sovvenzioni, contributi e sussidi alle imprese e l’attribuzione di compensi a persone e imprese di importo complessivo superiore a 1.000 euro.

Nel campo della giustizia:
Arrivano rimborsi più veloci per i processi civili troppo lunghi.

Si punta a migliorare l’efficienza delle impugnazioni sia di merito che di legittimità.

Digitale:
Viene istituita l’Agenzia per l’Italia Digitale sotto la vigilanza del Presidente del Consiglio.

Idrocarburi:
Si stabilisce una fascia di rispetto unica, per petrolio e per gas, e più rigida, passando dal minimo di 5 miglia alle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, per qualunque nuova attività di prospezione, ricerca e coltivazione.

Carburanti:
Dal 2013 l’import di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi non appartenenti all’Ue dovrà essere autorizzata dal Ministero dello sviluppo.

Organico ice e enit:
È fissata a 450 la dotazione organica dell’Agenzia con la conseguente entrata nei ruoli del Mise del rimanente personale dipendente. Viene inoltre avviata la riorganizzazione della rete Enit all’estero.

Pesca
Viene introdotto un sistema volontario di indicazione dell’origine per chi vende al dettaglio prodotti della pesca, così da poter segnalare al consumatore la dicitura "prodotto italiano".

Coperture finanziarie:
La copertura finanziaria sarà reperita, a partire dal 2013, con riduzioni di spesa e con le maggiori entrate previste dalle sanzioni introdotte del provvedimento per chi viola le regole per i prodotti a denominazione di origine protetta o Igp. Nuove entrate sono attese con l’armonizzazione del trattamento fiscale tra le polizze emesse da assicurazioni italiane ed estere che non pagano l’imposta annua dello 0,35%.  

giovedì 11 novembre 2010

T.Lucchetti: no a pubblicità che lede la dignità della donna

A Catanzaro è vitata la pubblicità che lede la dignità della donna.

La notizia ansa di oggi, pone qualche interrogativo in quanti non si soffermano ai proclami, ma vanno al di là degli stessi.

E vediamo nei dettagli cosa comunica l’agenzia giornalistica mentre i quartieri periferici della città di Catanzaro sono periferici anche nelle attenzioni degli amministratori comunali, ma di questo parleremo in seguito.

“ Vietata, nel territorio comunale di Catanzaro, l'affissione di cartelloni pubblicitari offensivi della dignità della donna.
Lo ha stabilito, con un'apposita delibera, la Giunta comunale su proposta dell'assessore alle Pari Opportunità, Tommasina Lucchetti. Il tutto per ''salvaguardare l'immagine e la dignità delle donne, negando il permesso di affiggere nel proprio territorio - si afferma nel provvedimento - immagini pubblicitarie lesive della dignità femminile''. (ANSA).”

Non c’è che dire, ottima trovata pubblicitaria per l’assessore alle pari opportunità! Se si considera la messa in onda di trasmissioni davvero lesivi per la formazione culturale di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, insomma dei futuri cittadini che dovrebbero ripulire il mondo dalla spazzatura mediatica che comprende concetti pilotati e assimilati quotidianamente da chiunque.

Credo che la consigliera abbia toccato un tasto infido. D'altronde la storia della comunicazione per immagini l’ha evidenziato abbondantemente. E poi, quale sarà il parametro tra comunicazione creativa e pubblicità offensiva? Chi sarà preposto a vigilare?
I quesiti da porre e sviluppare sarebbero molti, perciò inutile dilungarsi. Gradirei piuttosto assistere alla divulgazione e alla realizzazione di progetti culturali seri che facciano uscire dall’empasse, giovani e meno giovani costretti all’ignavia. E che ben venga una corroborante “espressione visiva” a scuotere le coscienze intorpidite dalla cultura manichea contingente.

p.s: non è che forse, presi dall’entusiasmo ci si dimentica della cosiddetta “libertà d’espressione?” e che i giudizi, il concetto del bello, l’arte stessa sono concetti soggettivi, collegati alla cultura individuale e collettiva?

sabato 13 agosto 2011

firmato da Napolitano il ddl di ferragosto

Manovra di Ferragosto 2011.

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico! E la manovra di metà agosto imposta per decreto legge dal consiglio dei ministri a guida Tremonti e Berlusconi ha il sentore della perfidia. Ogni titolo della manovra è mirato al recupero della spesa pubblica attraverso tagli e non prevede nessun intervento per rilanciare la produttività, la ricerca, la cultura, il lavoro.

Inutile ricordare le promesse e gli impegni presi con gli elettori da chi governa l’Italia. Siamo in emergenza e come cittadini dobbiamo rispondere alle esigenze del mercato europeo prescindendo dalle attese maturate conseguenzialmente in ciascuno di noi dalle parole fumose che fino ad oggi hanno accompagnato le uscite dei vari esponenti di governo.

Tra gli interventi, il più dannoso, perché aggraverà la recessione, è il taglio delle provincie e dei comuni con popolazioni a scarsa densità numerica (meno di trecentomila anime per le provincie e meno di mille per i comuni che andranno ad accorparsi in un’unica sede) con relative dismissioni, allo scadere dei mandati, di presidenti, sindaci, consiglieri, macchine blu. Il provvedimento avrà effetto anche su altri uffici pubblici legati al rango provinciale dei settori, quali camere di commercio, questure ecc.. Secondo le stime di Tremonti ciò porterebbe un certo risparmio nella spesa pubblica. In Calabria dovrebbero ritornare all’amministrazione provinciale di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia assurte al rango di province nel 1992 e un bel numero di paesini resi ancora più poveri dall’emigrazione forzata degli abitanti. Insomma, circa 36 province in tutta Italia e un migliaio di piccoli comuni che andrebbero a morire insieme all’indotto.
È vero! La manovra così concepita porterebbe un discreto risparmio in barba al welfare e al rispetto della persona vista la totale assenza di un programma che faccia crescere i territori toccati dai tagli perché sofferenti.
Un vecchio saggio popolare recita: al pescatore non togliere la canna ma muniscilo di barca per esplorare i mari pescosi e al contadino di attrezzi e cultura così da coltivare al meglio la terra e trarne buoni frutti.

È da eretici chiamare gli evasori, i furbi imprenditori che hanno creato ricchi imperi con i contributi dello Stato, capitalisti e latifondisti a dare cristianamente una mano piuttosto che tartassare ancora una volta chi ha sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo?

Utopie a parte, pare che qualche esponente politico stia studiando le possibilità costituzionali per far uscire dal rotto della cuffia i propri territori dall’imposizione del ddl di ferragosto non per amore verso la propria terra o i bisognosi ma per l’ultimo colpo di coda prima del 5, 6 settembre, data della presentazione e discussione in parlamento del ddl firmato oggi dal Presidente Napolitano rientrato appositamente dalle ferie.

martedì 30 marzo 2021

Dante, Pitagora e ancor prima

Dante mi perseguita da quando ero figghjolu, imberbe, e m'affacciavo alla vita studentesca.

Il motto d'allora, d'appena si metteva piede in classe tra noi studenti che non brillavamo in quanto a impegno negli studi e nemici dei secchioni, era: lasciate ogni speranza o voi ch'entrate!




Va be' Dante Alighieri è stato un uomo dai valori indiscutibili e da lui pare abbia preso origine la lingua italiana ma ci sono stati altrettanti personaggi illustri che hanno stimolato lo sviluppo delle arti, che sono alla base della civiltà e hanno spronato agli studi del pensiero critico, alla scienza, alla matematica. E che hanno favorito la crescita e il proliferare di Artisti e Scienziati!

Ecco, per esempio mi viene in mente Pitagora! Un signore più anziano di Dante che ebbe la fantasia di studiare e diffondere la matematica e il pensiero critico logico prima ancora di Galileo. Ma Pitagora era un uomo elitario, forse, criptico che accoglieva pochi studenti e elargiva il suo tesoro intellettivo a pochi eletti e a noi del volgo ha lasciato, sempre attraverso i programmi didattici scolastici, l'impegno mnemonico della tabellina.

Vuoi mettere lo sforzo per impegnarsi a imparare la tabellina contro quell'enorme e immane esercizio mnemonico necessario per ricordare la divina commedia? 😊

Fatti non fosti x vivere come bruti... A proposito di Bruti: non è forse dalla Calabria, la terra dei bretti, governata dal re Italo, l'origine semantica del nome Italia?

E non è sempre dalla Calabria ch'è partita la cultura che ha invaso l'Italia e parte dell'Europa?

La cultura greca, la Magna Graecia, il bello classico e le sculture, le opere a cui si ispirarono gran parte degli artisti e artigiani che hanno riempito con maestria i musei, le piazze e le collezioni dei privati?

E non è sempre dal bistrattato sud che il nord “prese” il bottino di guerra, salvifico, che permise di risanare la bancarotta causata dai debiti del regno savoia con la storica unione?

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

venerdì 17 agosto 2012

contestato dai promoter il bando eventi della Calabria

Si accontenta qualcuno e inevitabilmente si scontenta qualcun altro!
Questo accade quando ci sono in ballo soldi pubblici da spendere per movimentare attività sociali definiti culturali o assimilati. Ed è quanto successo nell'ultimo bando a firma di Mario Caligiuri, assessore alla cultura della regione Calabria, ad opera di tre noti “imprenditori” del campo dello spettacolo.
Di certo non intendo prendere le difese di Caligiuri ma qualche domanda sorge spontanea, come direbbe qualche altro personaggio dello spettacolo,
  1. a) per quale motivo questi tre personaggi se la prendono così tanto? (per i soldi o per la bocciatura che ha messo in crisi d'identità l'amor proprio e la supremazia delle rispettive aziende?)
  2. b) visto che si tratta di fondi regionali mirati allo sviluppo “culturale” della regione che c'è di male se vanno a sostenere qualche giovane “associazione” in crescita?
  3. D'altronde i vecchi promoter non possono certo lamentarsi visti i sodalizi regressi ottenuti che hanno concesso loro di arrivare fin dove sono arrivati. Va beh, qualcuno dirà, la Calabria è quella che è e se si toglie l'opportunità di concorrere a bandi simili... E la sana competizione dove la mettiamo? Non è più gratificante controbattere con professionalità e confrontarsi attraverso programmazioni impeccabili e non asserviti?

domenica 13 febbraio 2011

orgoglio, dignità e cultura: se non ora quando?

aore12

Se non ora quando? Ieri! se fosse dipeso da me. Però, meglio tardi che mai!

Credevo fosse seppellita per sempre la stagione della speranza nel cambiamento e che insieme alla speranza fosse stata seppellita la cultura fin qui accumulata, e quando tutto sembra finito ecco la riscossa della piazza, anzi delle piazze italiane. Roma, Napoli, Catanzaro, Palermo…quasi duecentonovanta piazze in tutto il mondo, duecentotrenta soltanto in Italia. Nelle piazze delle maggiori città e dei centri urbani, il sentimento sano dei cittadini accomuna, si tocca, entra ed esce dai pori della pelle, stringe la gola e fa venire la pelle d’oca. No! decisamente gli italiani perbene non ci stanno a lasciare che le forme deviate di un sistema sociale bacato sopraffaccia la maggioranza silenziosa, quella che pensa in positivo, che non scende in piazza perché sfiduciata dalla cattiva politica di destra e di sinistra fatta di faccendieri e capipopolo collusi con lobby finanziarie o malavitose.
Oggi, finalmente il popolo vero è sceso in piazza per dire basta alle distorsioni concettuali della politica sociale, delle leggi dello Stato, della finanza e del lavoro!
Lavoro che diventa ricatto in mano a governi e industriali che hanno chiuso lo stato di diritto sociale fuori dalla testa perché dentro c’è spazio solo per strategie indirizzate a produrre ricchezze personali.

«Se non ora quando? ». all’unisono nelle piazze si grida: Se non ora quando ri/affermare la propria forza, dignità e determinazione? quando riaffermare il diritto al lavoro? Se non ora quando dire basta con le donne usate come nella prima Repubblica si usavano le mazzette, «educate» per compiacere il Drago, apprezzate per le misure seno, vita, fianchi, altrimenti trasparenti perché l’ascensore sociale che va piano per tutti, per le donne è bloccato al piano terra. Queste piazze azzerano le distanze tra l’Italia, la Francia, l’America, la Spagna, la Svizzera, isole lontane e decine di stati stranieri. Nessun simbolo di partito, di sindacato, di associazione, niente che sia ascrivibile ad «una parte»: sono invitate le donne di destra, di centro - quelle dell’Udc fanno sapere che non saranno presenti -, di sinistra e quelle che la politica non le riguarda, le Ruby, le Minetti, le Iris, le scrittrici e le casalinghe, quelli che la sera vanno a letto presto e quelli che ci vanno tardi, quelli che leggono Kant e quelli che preferiscono Diabolik, quelli che per forza devono mostrare le mutande in un teatro ma forse iniziano ad avere un dubbio ma non lo possono dire perché il Leader indiscusso, indiscutibile, ingiudicabile, no, non permetterebbe. L’evento clou, seguito dai media di mezzo mondo, è a Roma, in piazza del Popolo, dove la kermesse dal palco, iniziata dalle due del pomeriggio, con la Annunziata in diretta con la sua trasmissione “in mezz’ora”. E mentre dialoga con le sue ospiti, dalla terrazza del Pincio scende uno striscione enorme con la risposta: «Adesso». «Vogliamo un Paese che rispetti le donne, tutte».

venerdì 17 dicembre 2010

annozero, bella figura di Larussa e Porro

E dopo La russa è il turno di Porro a sparare cazzate e mostrare l’enorme cultura filosofica di “a un palmo dal mio culo”. “il nemico è il welfare che tutela troppi pensionati e vecchi! Il problema dei giovani sono i pensionati, ce ne sono troppi sulle nostre spalle…” e giù blaterando. Non c’è che dire. L’ultima puntata del 2010 di annozero è stata scoppiettante. Sembravano i botti di capodanno tante erano le cazzate vomitate dagli illustri ospiti che hanno sciorinato la politica della destra di governo. Non li definisco fascisti e neanche di destra. Sono semplicemente ignobili e privi di pensiero sociale. Loro starebbero bene in quel contesto storico che vedeva gli storpi buttati giù dalla rupe oppure degni gestori di … (la definizione mi fa talmente rabbrividire che non riesco pronunciarla, quindi, ognuno ci metta quello che preferisce).
La televisione ha fatto eco a una sottocultura pericolosa e ne ha amplificati i toni. Ha divulgato lo stato di disagio mentale di certa gente che, nostro malgrado, presenzia forum importanti per la crescita del paese. Gente scaltra che ha lottizzato il potere e lo gestisce come cosa propria. bambini viziati; egocentrici; che, se avessero tutt’altra cultura della socialità forse non verseremmo in questo stato.

Annozero del 16 dicembre duemilaedieci sarà visionata e ricordata, grazie agli annali rai, per la tracotanza e la cieca stupidità divulgata da scaltri signori, la cui condotta, assurta a ideologia di sistema grazie alle teorie rese reali da un manipolo di egoisti che hanno invaso i mezzi di comunicazione di massa e hanno fatto proseliti destabilizzanti. Ma, analizzata antropologicamente dalle generazioni future, la storia dei costumi sociali odierna emetterà la giusta sentenza. Una sentenza che terrà conto della sordità delle istituzioni sottolineata dalle richieste dei cittadini agli uomini di governo.

martedì 11 febbraio 2014

Euro cultura e socialità del lavoro

Breve analisi sulla via dell'Europa unita.

Tra alti e bassi ce la siamo sempre cavata. dal blasonato feudo al latifondo borghese; dal brigantaggio alla 'ndrangheta, o mafia tanto per intenderci, dal Parlamento maschilista e elitario al democratico e pluralista. Sì, ce la siamo sempre cavata.

Abbiamo (i nostri padri) ricostruito l'Italia del dopoguerra; dato valore alla lira lavorando sui campi e edificando fabbriche; appreso mestieri e divulgato saperi, arte e cultura.

C'è stato, tutto sommato, il benessere in Italia. Gli anni '70 iniziano ad essere gli anni della svolta. E visti i fermenti culturali che agitavano le università, gli studenti in generale, che lasciavano le aule e andavano davanti i cancelli e nei collettivi delle fabbriche per confrontarsi con il mondo produttivo del proletariato, si supponeva ben altro epilogo.

I leader dei movimenti studenteschi a venire non seppero contrastare intellettualmente, come i loro predecessori, il malcostume, che, durante la crescita economica, invase e deturpò le debolezze sorrette dagli egoismi individuali.

Il declino è dietro l'angolo. Gli anni '80 fanno capolino tra politiche di austerità e passeggiate con targhe pari e dispari, inibizioni ai motori inquinanti nei centri storici delle grandi metropoli, crisi del mercato delle automobili, cassa integrazione e ferie forzate.

Tra gli anni '80 e '90 si sente parlare di lira pesante e il malumore serpeggia tra la gente. Era, quella della lira pesante, una proposta politica, se non ricordo male, dell'onorevole Andreotti e comunque di uno dei ministri di uno dei suoi tanti governi.

Giulio Andreotti, tra luci e ombre, fu un grande statista e seppe difendere il lavoro e i lavoratori in ossequio a quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica.
Tra le tante azioni del suo mandato pubblico ce ne fu una che oggi potrebbe essere suggerita ai nuovi governanti e farla diventare un cavallo di battaglia: bloccò per qualche anno, per evitare problemi occupazionali correlati alla digitalizzazione del sistema telefonia pubblica in Italia, il montaggio delle centrali telefoniche pubbliche con tecnologia tedesca.

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