Volto teso. Mani che stringono lo schienale della sedia. Sguardo fisso nel vuoto. Insomma è l’atteggiamento tipico di chi sta soffrendo una gran pena come la perdita del lavoro in un momento della vita delicato per l’età avanzata e per l’insicurezza economica che la perdita introduce nella famiglia. Oppure esprime chiaramente l’angoscia della precarietà e dello sfruttamento dei bisognosi attraverso i contratti a progetto frutto di una mente evoluta solo dal punto di vista finanziario ma non sociale.
Le masturbazioni mentali degli strateghi della finanza pubblica e privata si sono dimostrati scorretti e vessatori per la stragrande maggior parte delle persone. In Italia come in Spagna le indignazioni assalgono le coscienze per la sperequazione sociale che questi meccanismi meschini e ciechi hanno prodotto specie nelle nuove generazioni.
È ora di reagire! L’uomo indignato rompe gl’indugi. Scansa qualche sedia e si avvicina al presidente degli Stati Uniti d’America.
Vuoi vedere che gli espone i problemi dei giovani precari, dei vecchi che hanno perso il lavoro per colpa delle multinazionali?
Niente di tutto questo! L’uomo in questione è Silvio Berlusconi, attuale presidente del Consiglio della Repubblica italiana. Uomo che si è fatto dal nulla, ha creato imperi economici, società editrici e tiene in mano buona parte dei mezzi di comunicazione di massa. Insomma, un uomo che dà lavoro ma che non è tagliato per gestire il bene comune della collettività italiana.
Infatti la richiesta d’aiuto rivolta ad Obama è di schierarsi contro i magistrati di sinistra, gli stessi che indagano su di lui e che fino ad ora non sono riusciti a portare a termine nessun processo per i fatti che tutti conosciamo.
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