Vittime della crisi sociale

Può la depressione spingere al suicidio?

Sapere che qualcuno si è suicidato, dopo avere conseguito con successo un importante traguardo come può esserlo una laurea in filosofia della conoscenza e della comunicazione, per giunta con 110 e lode, è destabilizzante. E, diventa ancora più deprimente, per familiari e conoscenti, apprendere che è dipeso da una ipotesi d'insuccesso. Al di là delle correnti di pensiero inerenti la sacralità della vita, la missione, gl’intenti, i sogni infranti, è assurdo pensare di giustificare la determinazione con cui il depresso o disilluso tessa il piano suicida. Non ci sono scusanti, né masturbazioni mentali che possano giustificare un simile gesto.
Umanamente, tutta la solidarietà e l’affetto vanno ai genitori, ai fratelli di chi ha commesso un delitto crudele, oserei dire vile, che non è risolutivo; non annulla i problemi ma li accentua aggiungendone altri.
L’auto annullamento fisico è la tragedia di un attimo per chi la compie, ma che dura tutta la vita in chi la subisce.
A nulla valgono le belle frasi come quelle lasciate dal giovane suicida di Palermo in un quaderno prima di suicidarsi:

«La libertà di pensare e anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla.» Il giovane, pare fosse afflitto da depressione per l’incertezza del suo futuro lavorativo. A sostenerlo è il padre del ragazzo che si è lanciato da un terrazzo della Facoltà di Lettere di Palermo.

Pur comprendendo il dramma, sembra strumentale l’esternazione del genitore riportata da alcuni organi d'informazione che commenta così i tentativi d’inserimento fatti dal figlio all’interno del mondo accademico:

«Il suo gesto lo considero un omicidio di Stato. Era molto depresso per il suo futuro. Si era laureato in filosofia della conoscenza e della comunicazione, con 110 e lode. A dicembre si sarebbe concluso il dottorato di ricerca della durata di tre anni svolto senza alcuna borsa di studio. I docenti ai quali si era rivolto gli avevano detto che non avrebbe avuto futuro nell'ateneo. E io sono certo che saranno favoriti i soliti raccomandati».

E aggiunge che, per guadagnare 25 euro al giorno, oltre a tudiare, faceva anche il bagnino.
Allora? Perché non ha saputo reggere i colpi, scontrarsi, incazzarsi e reagire con forza agli ostacoli eretti nella quotidianità dalla vita allo stesso modo dei precari, in piazza, per contestare i provvedimenti della Gelmini?
Una quotidianità che non esime nessuno dalle incombenze e dalle sfide, alle quali tutti noi siamo chiamati a rispondere momento per momento.

Non c’è una risposta alle domande. Domande, forse, ritenute blasfeme, in questo preciso momento, ma corre l’obbligo esternarle per riflettere insieme sui mali comuni, sulle difficoltà dei giovani, sulle disfunzioni etiche, su certi meccanismi che annichiliscono i più deboli così da trovarne l’antidoto.

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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